La guerra è pericolosa. Che in guerra si muore lo sanno tutti ma evidentemente qualcuno non ha ben chiaro il motivo per cui succede. Molte opere letterarie, cinematografiche, musicali, artistiche e negli ultimi anni, con la crescita dei nuovi media, videoludiche, dipingono la guerra cercando più o meno di trasmetterne la pericolosità.
Questo potrebbe certo portare qualcuno a paragonare tra di loro certe opere legate a media differenti… Ma c’è modo e modo, di fare questo.
La guerra com’è
1917 è un film del 2019 (lol), ambientato durante la prima guerra mondiale. Il film è girato con una tecnica particolare che fa sì che l’intero lungometraggio appaia come un unico piano sequenza nel quale si seguono le vicende di due soldati incaricati dal proprio generale di consegnare un ordine importante, necessario per fermare un assalto programmato che rischia di trasformarsi in un disastro senza precedenti per l’esercito britannico. Vincitore di ben tre premi Oscar (potete leggere il nostro “suntone” degli Oscar qui), oltre al sonoro ed agli effetti speciali 1917 ha visto premiare la propria fotografia probabilmente proprio grazie a questa tecnica di ripresa. Come mai? Perché mostra magistralmente la pericolosità della guerra. Perché limita ciò che lo spettatore può vedere a quello che i personaggi hanno di fronte, che riescono a percepire, dando perfettamente l’idea che un nemico o un altro pericolo può nascondersi dietro ogni angolo. E poi, se fosse stato come afferma l’articolista, allora anche Birdman con Michael Keaton (che usa ampiamente il piano sequenza) si è ispirato a Fornite?
Il misfatto
Ma veniamo a noi. Repubblica pare aver deciso di pubblicare una enorme gaffe, paragonando il titolo al noto sparatutto multiplayer, Fortnite. Perché? La giustificazione, secondo l’autore dell’articolo è che il singolo piano sequenza sembra essere ispirato proprio alle inquadrature del videogame… Tralasciando il fatto che dubito con estrema sincerità che il regista Sam Mendes e il direttore della fotografia Roger Deakins abbiano voluto scimmiottare uno sparatutto in terza persona, stavolta non stiamo parlando solo di un titolo acchiappa-click. L’articolo sostiene, e pure con una certa convinzione, che il film riprenda da Fortnite estetica, schemi e livelli.
Ecco, lasciate scorrere l’imbarazzo… Ma brace yourselves, perché c’è di peggio. Un film “videogame”, scrive l’autore, linkando un articolo di Digital Trends… Peccato che l’articolo in questione, “How 1917’s single-shot style changed the game for visual effects” non parli minimamente di videogame.
Il fatto che ci sia la parola “game” nel titolo non autorizza nessuno a scrivere sciocchezze, dato che una traduzione non letterale del titolo potrebbe essere “come lo stile in singolo piano sequenza di 1917 ha cambiato le regole per gli effetti visuali”. E viene dunque naturale il dubbio: il link è stato messo senza capire il significato dell’articolo collegato… O forse è stato buttato lì nella speranza che i pochi che lo avrebbero aperto non capissero una virgola di inglese? Beh, forse, a pensarci bene, non lo voglio proprio sapere.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.