(Un altro utilizzo dell’asciugamano)
(Un secondo utilizzo dell’asciugamano, stavolta un po’ meno divertente, ma comunque efficace)
Cos’è il Towel Day
Questa commemorazione, conosciuta come Towel Day (appunto, Giorno dell’asciugamano), nacque spontaneamente il 25 maggio 2001, ovvero due settimane dopo la morte di Adams, per volontà di un gruppo di fan che volle ricordarlo. Autore spesso troppo avanti per i suoi tempi e quindi fin troppe volte non capito, durante la sua vita si trovò a fare i lavori più disparati, dal lavapiatti alla guardia del corpo. Ma era molto appassionato di tecnologia e fantascienza, non si diede mai per vinto ed arrivò al successo universale proprio grazie alla Guida Galattica, una “trilogia in cinque parti” (come definita da lui stesso) intrisa di un umorismo sottile e mai volgare, tipicamente british, che conta i seguenti titoli:
- Guida galattica per gli autostoppisti, 1980;
- Ristorante al termine dell’Universo, 1984;
- La vita, l’universo e tutto quanto, 1984;
- Addio, e grazie per tutto il pesce, 1986;
- Praticamente innocuo, 1993.
Ovviamente, ci piace ricordare anche il contributo che questo uomo tipicamente britannico ha dato al simbolo della fantascienza tipicamente britannico, ovvero Doctor Who. Tre sceneggiature fra la sedicesima e la diciassettesima stagione della serie classica, quando a pilotare il TARDIS c’era quello sciarpone di Tom Baker, portano la sua firma: The Pirate Planet, City of Death e l’ormai mitologica Shada.
Quest’ultima avventura non fu mai trasmessa, in quanto la sua messa in scena non poté essere completata per uno sciopero degli operatori della BBC. In seguito, se ne fece un riadattamento in audiodramma per l’Ottavo Dottore, con la voce di Paul McGann. Infine, ne è uscita nel 2012 una trasposizione romanzata a cura di Gareth Roberts, di cui ovviamente consigliamo l’acquisto, dato che il suo prezzo si aggira intorno ai 10/12 euro.
Sventolando i nostri asciugamani, oggi, nel Towel Day, noi ricordiamo con amore Douglas Adams. E se qualcuno vi chiede che cosa state facendo, rispondetegli “42”. Tanto la risposta è giusta, è la domanda che è sbagliata.
Mario “Gomez” Iaquinta
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