Anteprima: Tom Clancy’s Rainbow Six Siege

Recentemente si è conclusa la Closed Beta di Rainbow Six: Siege, che sebbene alcuni problemi tecnici in cui si incappa molto spesso nei giochi in questo stadio anticipato, mi ha lasciato particolarmente soddisfatto.

Questa versione anticipata del gioco fornisce contenuti limitati ai Beta Tester, sul menù principale ci vengono fornite due modalità di gioco: la modalità Multiplayer (PvP) è divisa nella classica modalità “Bomb” in cui i difensori devono proteggere la bomba mentre gli attaccanti devono disinnescarla, e la modalità “Secure Area” in cui gli attaccanti dovranno appunto rendere sicura una determinata area della mappa evitando di far scadere il tempo o di esser sterminati dai difensori. Infine c’è la modalità Terrorist Hunt (PvE) in cui un team fino a 4 persone dovrà eliminare un determinato numero di Terroristi (NPC), prima di entrare in partita ci verrà fornita la possibilità di scegliere la difficoltà tra “Normale”, “Difficile” o “Esperto”. A difficoltà “Normale” il tempo a disposizione è infinito e i terroristi da eliminare saranno circa una ventina, all’aumentare della difficoltà aumentano i terroristi e il tempo limite a disposizione dei player diminuisce.

All’interno del menu è presente anche un piccolo shop, in cui possiamo comprare operatori divisi nelle categorie “Attaccanti” e “Difensori“, ognuno di essi con gadget differenti. Inoltre è possibile sceglierli tra le diverse divisioni anti-terroristiche più famose al mondo: SASSWAT/FBIGIGNGSG-9, il tutto grazie alla valuta presente in gioco ottenibile semplicemente giocando. Attualmente i Terroristi non sono presenti (eccezione fatta per la modalità Terrorist Hunt) nel gioco né sono acquistabili operatori di questa divisione, le partite Multiplayer infatti vedono scontrarsi Anti-Terroristi contro Anti-Terroristi, ma sicuramente nella versione finale del gioco saranno presenti.

Come previsto, nelle partite Multiplayer sono incappato inevitabilmente in problemi di Matchmaking, iniziare una semplice partita molto spesso ha richiesto parecchi minuti di attesa, e più di una volta appena trovato un match, la partita crashava e mi ritrovavo sul menu principale. Comunque, nonostante questo e alcuni bug che si spera vengano risolti in questi due mesi, il gioco è rimasto praticamente quasi invariato alla versione presentata all’E3.

Rainbow Six: Siege riesce a sfruttare a dovere il motore AnvilNext e la tecnologia RealBlast, consentendoci di “vivere” sparatorie tattiche con possibilità di approccio pressoché infinite, le superfici reagiscono in maniera procedurale. Le superfici morbide possono essere distrutte con i proiettili o anche con il calcio dell’arma/coltello causando dei buchi, quelle più dure invece vengono semplicemente forate ma per essere completamente distrutte richiedono cariche esplosive che alla detonazione causano fumo (utilizzabile come copertura) e detriti. Come ci è stato mostrato nei primi gameplay, al giocatore è concesso di usare il rampino per scalare muri, di usare i droni per setacciare la mappa, di fare irruzione da porte spaccando le barricate piazzate dai difensori (che hanno a disposizione anche filo spinato e rinforzi per le pareti, seppur in quantità limitata) o di irrompere dalle finestre o dai tetti. Tutto ciò offre un esperienza di gioco dinamica, una partita non sarà mai uguale alla precedente.

Si ritorna, quindi, agli albori della serie. A differenza dei due Rainbow Six: Vegas e di Rainbow Six: Lockdown, sviluppati unicamente come classici sparatutto tattici, Rainbow Six: Siege rispolvera un genere ormai lasciato nel dimenticatoio, quello degli sparatutto con assedio, come succedeva con l’amata serie della SierraSWAT.

Il titolo offre ottimi scorci grazie al buon sistema di illuminazione e degli effetti particellari, ma non eccelle graficamente rispetto agli altri titoli Tripla A, fortunatamente però dal lato tecnico risulta essere un gioco molto solido; con un hardware nemmeno troppo potente il titolo gira sui 60 FPS quasi sempre fissi.

Ubisoft con Rainbow Six: Siege può davvero tirare fuori una perla degli sparatutto tattici. La scelta recente di rinunciare ad una campagna singleplayer non è stata apprezzata, e ciò implica che la software house francese dovrà giocarsi bene tutte le sue carte per sfornare un comparto multiplayer ricco di spessore (una componente singleplayer sarà comunque presente, ma ci sarà totale assenza della campagna come già specificato) e che valga il prezzo da spendere per questo titolo.

Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!

Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].

Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.

Pulsante per tornare all'inizio