Quando tra qualche anno penserete all’appena trascorsa edizione del Lucca Comics and Games, non potrete fare a meno di ricordare Io Divulgo Forte. Lo slogan che verrà ricordato negli annali e associato al cosplay di Alberto Angela. Si, proprio lui. Quello delle foto virali e che se non te ne eri fatto scattare una insieme allora non contavi niente.
Ma dietro a questo costume geniale, signore e signori, c’è un cervello. E noi, modestamente, questo cervello lo abbiamo intervistato…
- Chi è Igor Pellegrini? Cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni?
Io sono un figlio degli anni ’80, nato nel 1983 e cresciuto a pane, videogames, cartoni animati e film cult! Nella vita lavoro in una centrale di sterilizzazione ma sono laureato in Tecniche di radiologia medica. Le mie passioni – forse sarebbe meglio definirle “ossessioni” – sono le serie tv (Netflix rulez), fra tutte Game o Thrones e Doctor Who, i libri fantasy e storici e la musica, per ora solo ascoltata – ma fino a un paio di anni fa ero bassista e cantante. E infine, logicamente, pazzo per tutti i programmi della famiglia Angela.
- Come ti è venuto in mente di fare un cosplay di Alberto Angela, un personaggio che normalmente non appartiene a questo genere di ambiente?
L’idea di fare il cosplay di Alberto mi è venuta qualche tempo fa notando come sia divenuto un’icona, un modello di riferimento in tutto il mondo nerd, dovuto anche forse al tipo di programma che realizza, alla portata di tutti. Questo, sommato all’adorazione che nutro per lui, ha fatto accendere la lampadina e pensare che potesse essere un’ottima idea interpretare un personaggio che, è sì un po’ fuori dai soliti schemi del cosplay, ma rimane comunque un personaggio popolare e apprezzato nell’ambiente che ruota intorno a noi nerd e, diciamolo, è pure il sex symbol italiano del momento e molte donne hanno apprezzato questo omaggio.
- “Io divulgo forte” immagino sia un riferimento ad una ormai celeberrima battuta di 50 Sfumature di grigio. Come è uscita fuori questa associazione fra Alberto Angela? C’entra il fatto che lui negli ultimi tempi sia diventato, a suo modo, una specie di sex symbol?
“Io divulgo forte” è nato online come meme tempo fa, io ho deciso di adattarlo al mio cosplay perché si presta molto ad essere uno slogan ad effetto. Nasce proprio parafrasando la frase di Mr Grey su 50 sfumature di grigio e vuole proprio contrapporsi a quell’esclamazione per esaltare la conoscenza e la divulgazione. Infatti Alberto è considerato un sex symbol non solo per la sua presenza scenica ma soprattutto per la sua cultura e per il modo in cui divulga.
- Al Lucca Comics sei stato uno dei cosplayer più iconici, uno dei simboli di questa edizione, un vero e proprio fenomeno virale. Quali riscontri ha avuto la tua performance? Alberto Angela lo sa che sei diventato più famoso di lui?
Sinceramente? Ne sono rimasto stupito! Mai avrei pensato di ottenere questa visibilità! È stato uno “shock” svegliarmi al mattino, arrivare a Lucca il giorno dopo aver fatto Alberto e incontrare gente che mi fermava dicendomi “Ormai sei famoso!” “Ti ho visto online!”, “Sei ovunque”. E tutto anche grazie a voi del Bosone che avete dato il la in rete pubblicando una mia foto. Negli ultimi due giorni di Lucca il mio telefono era rovente: messaggi privati, tag su Facebook, messaggi di amici che mi aggiornavano sui like della pagina Lucca Official (che, al momento di questa intervista, sono sui 11.500 circa!).
Spero che Alberto non si offenda per questo mio particolare omaggio che ho voluto fargli e comunque spero che la foto sia in qualche modo arrivata anche fra le sue mani.
- Come hai gestito questo picco di popolarità improvviso e, immagino, imprevisto?
Sono stati giorni a Lucca ben impegnativi per ciò che ha riguardato la popolarità ottenuta non sono riuscito a girare molto per la fiera perché moltissimi volevano una foto con me! Ma è quello che si paga facendo un cosplay azzeccato e l’ho fatto più che volentieri. Anche se stremato e raffreddato, facevo foto con tutti sempre col sorriso.
- Tu che l’hai vissuto in prima persona, come ti è sembrato questo Lucca Comics?
Questa Lucca, per quello che sono riuscito ad ammirare nei 4 giorni di permanenza mi è sembrata un’edizione veramente superba. Come ogni anno la ressa aumenta, soprattutto nei giorni festivi ma si sa: Lucca Comics & Games o si ama e si accetta oppure si odia.
- Avevi già fatto altri cosplay? Se sì, quali?
Sì, non sono nuovo al mondo cosplay. L’ho scoperto tardi perché lo faccio da solo 4 anni, ma vado spesso a fiere ed eventi grandi e piccoli con i miei costumi. Il mio parco costumi ad oggi vanta tre rigenerazioni del Dottore, per l’esattezza Ten, Eleven e Twelve, Obi-Wan Kenobi e un paio di costumi pensati per far ridere: Padre Maronno e Obi-Juan, una versione messicana del maestro Jedi.
- Il cosplay, negli ultimi anni, è diventato un fenomeno a volte cavalcato anche da persone tipicamente estranee all’ambiente come viatico per una popolarità, spesso costruita a tavolino, a volte anche attraverso l’uso di una determinata impostazione dell’immagine femminile. Secondo te, il cosplay è un mezzo per arrivare a un successo fine a se stesso (al limite utile a fare qualche soldo con la propria immagine) o può essere anche un modo per far arrivare alla platea le proprie passioni?
La mia visione del cosplay, da quando sono entrato a far parte di questo mondo, è sempre rimasta la stessa: divertirsi e far divertire chi si incontra! Per questo cerco sempre di imparare qualche battuta del personaggio che interpreto per poter interagire con la gente. C’è chi logicamente ne fa una professione per un tornaconto personale vincendo premi e gare ed è giusto così, basta che non si sfoci nel fanatismo e nella competizione negativa. Io invece a chi mi chiede perché lo faccio rispondo sempre con le parole di una vecchia canzone del Lucca Comics di Massimiliano Poggi che recita: “rendo omaggio a tutto ciò che mi ha fatto crescere e sognare, giocare, piangere e gridare”.
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