L’uscita nelle sale di Wonder Woman ha portato con sé una valanga di critiche e urli gutturali sul fatto che il film fosse “non esattamente femminista come avrebbe dovuto”.
Ecco, trovo sia necessario fare delle precisazioni su cosa, in questi giorni, è stato detto circa il presunto maschilismo presente nella pellicola.
Senza troppo girarci intorno: è vero ma non esageriamo.
Wonder Woman è un film diretto da una donna (Patty Jenkins) ma è pur stato scritto da tre uomini (Allan Heinberg, Zack Snyder e Jason Fuchs).
Tecnicamente parlando, questo dovrebbe giustificare il rimprovero della critica e cioè che il co-protagonista, Steve Trevor, abbia avuto quasi – se non di più – lo stesso numero di battute e di screen-play della bella Diana.
Bastasse questo. In realtà, ciò che si rinfaccia alla produzione va ben al di là della sola “questione regia” e qui vi accenniamo solo una serie delle lamentele che potreste trovare sul web:
- il nudo maschile è stato ridicolamente forzato
- troppi doppi sensi e battutine maschiliste
- l’armatura di Wonder Woman è ridicola in confronto ai costumi super-accessoriati degli eroi “maschi” a cui siamo abituati
- Wonder Woman… ehm… Si concede troppo facilmente considerando la sua verginità fino all’inizio del secondo tempo
- Wonder Woman non è abbastanza forte da salvare il suo amore
- Steve Trevor risulta più eroico, grazie al gesto finale, della protagonista stessa
- Wonder Woman è troppo ingenua
Sentite quel mal di pancia latente nel basso ventre?
Se lo sentite sarete d’accordo con me nel non essere affatto d’accordo.
Tutto ciò che è stato rinfacciato all’opera DC ha certamente un fondamento ma solo se si è andati al cinema predisposti a non accettare le condizioni DI BASE per cui il lungometraggio è stato sviluppato.
Infatti, coloro che hanno invaso le sale di tutto il mondo (ebbene, Wonder Woman è un successo internazionale già alle prime battute) compongono le tre principali categorie di spettatori degli ultimi 10 anni. E sono:
- Coloro che si aspettano un forte messaggio morale dai cine-comics, qualcosa che possa ispirare i loro figli come in questo caso le bambine di oggi che erediteranno un messaggio di forza femminile per il domani
- Coloro che si aspettano un forte legame con l’opera originale, cioè i fumetti
- Coloro che pretendono che gli attori recitino il copione scritto da loro stessi duranti i lunghi anni di hype e attesa da infarto, traboccando saliva davanti ai 3 mila trailer rilasciati un mese si e 3 no
Ecco, a tutte queste magnifiche persone che abbiamo magnificamente etichettato diciamo, con la presunzione di un puro paradosso, smettetela di etichettare.
Basta dare addosso alla povera Diana, non è affatto una maschilista.
Sarà pur vero che ci sia qualche errore, molti dei quali avrebbe potuto subire una più cosciente rettifica ma andiamo, quale cinecomics è veramente perfetto?
Ciò che conta in un film è la plausibilità e in questo, Wonder Woman dimostra di essere un piacevole quanto gradito titolo della DC perfettamente allineato con lo stile della storia di cui vuole essere adattamento.
Entriamo nel dettaglio del film: Wonder Woman
Diana è una giovane ragazza quando lascia per la prima volta il suo micro-cosmo. La sua piccola realtà composta dalle bufale di mamma Ippolita la cui metafora più rappresentativa è forse la storiella circa la nascita di sua figlia, ovvero: essere stata creata venendo modellata sull’argilla, come una statua.
Vedere il mondo, per la prima volta, con gli occhi di una giovanissima che crede in una cosa simile, giustifica plausibilmente la sua ingenuità e trasparenza.
Inoltre, lei non entra a contatto con una società a quella che noi oggi definiremmo “comune”. Bensì, l’epoca a cui assiste è quella della prima Guerra Mondiale, notoriamente conosciuta come una frazione storica fortemente patriarcale e maschilista.
Scusate se i soldati raffigurati nel film esclamano squallide battutine a sfondo sessuale o sbavano a ogni suo passaggio. Molto probabilmente sarebbe successo per davvero.
Ma a parte tutto, quello che vediamo accadere in Wonder Woman è la nascita di un’eroina, non l’affermarsi del genere femminile.
Per questo, se avete portato le vostre bambine con la speranza di un messaggio di forza o perché nutrivate aspettative diverse da quelle che vi sono state vendute, beh, ho una brutta notizia per voi.
Ciò che va considerato è che Hollywood non è la risposta alle esigenze morali degli spettatori… Hollywood è un’azienda e per l’ennesima volta è riuscito a vendere con successo la favola di Cenerentola senza mai affermare che si trattasse di Cenerentola.
Ma questo è stato possibile solo grazie alle erronee aspettative della platea. Per il resto, Wonder Woman è un film abbastanza appetibile.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.