Sono guerriere forti, affascinanti e anche un po’ tamarre. Sono le superdonne, e negli ultimi anni l’industria dell’intrattenimento ne è stata praticamente invasa.
A dire il vero, la donna che preferisce i pugni al canto degli uccellini andava già alla grande anni or sono.
Ma allora quali dei tanti maschiacci che cinema e fumetto ci propina possiamo davvero chiamare superdonne?
E perché ultimamente sono diventate così numerose?
1. XENA
In tempi che ormai ci sembrano assai lontani (1995), una principessa guerriera si impadronì della nostra TV e iniziò a prendere i cattivi a calci nel sedere.
Era Xena, interpretata da una indimenticabile Lucy Lawless.
La storia
“ Al tempo degli dèi dell’Olimpo, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una terra in tumulto”, la signora della guerra Xena si pente dei peccati commessi.
Decide di non combattere più, fin quando non incontra e salva una giovane donna in pericolo: Olimpia.
La ragazza, affascinata dalla vita di Xena, abbandona tutto per inseguire la guerriera in un avventuroso viaggio di redenzione.
Si scontreranno con Dèi ed eroi di ogni genere per portare la pace in un mondo in mano alle persone sbagliate.
Il successo
Xena scavalcò alla grande la serie su Hercules e si affermò come una delle più grintose e affascinanti superdonne di sempre.
Il successo della serie non ci sorprende, non solo perché l’idea di una donna guerriera era una novità, ma anche perché Xena riuscì ad incarnare perfettamente il ruolo del supereroe al femminile.
2. LADY OSCAR
Il buon padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu
Nella culla ti ha messo un fioretto lady dal fiocco blu
(Lo so che l’hai letta cantando)
Un anime che ha segnato più di una generazione.
C’è chi ha studiato la rivoluzione francese sui libri e chi ha visto Lady Oscar.
E quante forchette abbiamo alzato come spade nel nome della Corona, noi che eravamo bambine.
La storia
Siamo negli ultimi anni che precedono la rivoluzione in Francia, quando una bambina nasce in una famiglia nobile in cui un erede donna non era esattamente gradito.
Il padre della piccola non riesce proprio ad accettare il fatto che non sia nato un maschio e decide di allevare la piccola come un uomo. E che uomo!
La tenera bambina diventa l’affascinante e forte Lady Oscar, comandante della Guardia reale che fra intrighi di corte e battaglie combatterà nella rivoluzione.
Oscar: la superdonna
Determinata, forte e un po’ maschiaccio che mantiene comunque un fascino e un’eleganza che una principessa delle fiabe non saprebbe raggiungere mai. Lady Oscar è una superdonna per eccellenza.
Ricordate, anche nel duello l’eleganza c’è.
3. CATWOMAN
Una delle superdonne classiche, in quanto parte dell’universo DC.
Catwoman è un bellissimo personaggio.
La sua storia ci descrive una persona che ne ha passate tante, una cattiva che riesce a diventare buona.
La storia
Di versioni sulla nascita di Catwoman ce ne sono tante. Noi vi raccontiamo l’originale.
Selena Kyle nasce in una famiglia molto problematica.
L’alcolismo del padre e la malattia cronica della madre la portano a diventare un’orfana a soli 12 anni.
L’orfanotrofio non è posto per un carattere ribelle come il suo, per cui scappa e si dà al furto.
Affascinata dall’agilità e dal fascino dei gatti, migliora le sue tecniche di combattimento ad imitazione di questi animali.
La piccola ladruncola si trasforma quindi in Catwoman, uno dei supercattivi che affollano Gotham.
Catwoman si innamorerà di Batman e Selena di Bruce Wayne. Selena si trasformerà ancora, diventando moglie di Bruce e alleata di Batman.
Catwoman is everywhere
Troviamo Catwoman in innumerevoli versioni…
Cinema: Batman (1966), Batman il ritorno (con Michelle Pfeiffer), Catwoman (Halle Berry), Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (Anne Hathaway).
Per non parlare dei videogiochi… Ma ancora, come mai tutto questo successo?
Perché finalmente una donna entra nella storia della DC? Perché siamo tutti molto sentimentali e ci commoviamo di fronte ad un tale amore?
No, questo non è quel tipo di articolo.
Semplicemente una donna gatto è una grande ficata e una gran superdonna.
4. KATNISS
Ed eccoci ad una versione più recente di superdonne, ma non per questo meno valida.
La storia di Katniss appartiene ad un genere molto diverso dalla superdonna classica, ma la sua mente e il ruolo che assume nella vicenda la classificano pienamente come supereroe al femminile.
La storia
In un futuro dispotico post-apocalittica, la nazione di Panem (ex Stati Uniti) è divisa in 12 distretti e Capitol City.
Per punire i distretti per una ribellione avvenuta anni addietro, sono stati creati gli Hunger Games.
Le regole del gioco sono semplici: ogni anno vengono estratti a sorte un ragazzo e una ragazza da ogni distretto, rinchiusi in un’arena e costretti ad uccidersi a vicenda. Ne rimarrà solo uno, il vincitore.
Katniss, una ragazza del distretto 12, si offre al posto della sorella per partecipare agli Hunger Games, ma qualcosa in questa edizione va storto.
Da semplice ragazza sfortunata Katniss diventerà la ghiandaia imitatrice che guiderà la rivoluzione.
La ghiandaia imitatrice
Katniss non ha ispirato solo i ribelli dei distretti, ma anche una buona dose di scrittori.
Il suo modello di eroina imperfetta e tormentata, la forza con cui si è affermata ha fatto strada a molte altre storie.
Con Hunger Games troviamo il ritorno del genere distopico e l’ascesa degli eroi al femminile con la passione per le rivoluzioni (Divergent, trilogia Legend, Shatter me, Graceling ecc).
5. WONDER WOMAN
Ed ecco la superdonna più acclamata dell’anno.
Fra critiche ed elogi, il film di Wonder Woman con la sua splendida versione di Diana Prince, si è messo sotto i piedi Batman VS Superman.
Ma Diana ci aveva conquistato già molto tempo fa.
La storia
Diana Prince nasce quando Ippolita, la regina delle Amazzoni, prega Afrodite per avere una bambina.
La Dea soddisfa la sua richiesta e le dà una figlia dando vita ad una statuina.
La bambina, chiamata Diana, cresce fra le amazzoni e diventa presto la più forte.
Quando ormai è diventata adulta, un areo di guerra cade sull’isola Paradiso, portando con sé Steve Carrol.
L’uomo è un pilota degli Stati Uniti d’America e sta combattendo la Seconda Guerra mondiale.
Per fermare la guerra, Diana si unisce a lui.
Wonder!
La storia di Diana Prince nasce dal teorico del femminismo Marston:
Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella.
È riuscito nel suo intento di dare alle donne un simbolo a cui potersi riferire? Certo.
Il film e la sua figura in generale hanno tirato in ballo le solite polemiche su femminismo e maschilismo? Ovvio.
Ad oggi, però, ci permettiamo di considerare Wonder Woman (e tutta la produzione sulle superdonne elencate), come dei bei film. Semplicemente questo.
Perché non per forza ogni volta che è un eroe è una donna dobbiamo vederla da un punto di vista di parità dei sessi, femminismo, maschilismo, ecc ecc ecc.
Certo, le superdonne sono un punto a favore per la parità dei sessi, le principessine avevano stancato un po’.
Oltre che per rappresentare tutto questo macello, però, le superdonne nascono anche per parlare di un’altra faccia del carattere di una donna.
È per questo che figure come le superdonne citate, ma anche Lara Croft, Capitan Marvel, Vedova Nera, Merida, Mulan e tante altre hanno così tanto successo.
Sono semplicemente delle belle storie in cui ci possiamo immedesimare.
Perché non esistono solo le principessine di tanti anni fa, ma anche superdonne che meritano di essere rappresentate, perché sono una realtà almeno quanto le classiche fanciulle da salvare.
Perciò smettiamola di farci troppe domande e godiamoci il fascino di queste figure senza tempo.
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