I Beatles tornano al cinema con Yellow Submarine

The Yellow Submarine torna sul grande schermo dopo 50 anni

17 luglio 1968, vede la luce una sintesi di varie forme d’arte che si concretizza in un film che consacra il valore culturale e artistico dell’animazione attraverso un sodalizio colorato fra musica e disegno – NB a mano!!
Ma non essendo la matematica un’opinione – a qualsiasi universo la si applichi – se a 1968 si aggiungono quattro zazzere che in completi scuri, camicie, giacche di pelle e stivaletti alla texana, hanno segnato un’epoca, allora la somma non può che essere una fulminea apertura di uno dei cassetti della vostra memoria musicale che vi farà automaticamente gridare: i Beatles!

E se la DeLorean che utilizzerete per raggiungere la Abbey Road di cinquant’anni fa, nel quartiere aristocratico di St John’s Wood, non avrà alcuno intoppo allora potrete assistere al miracolo della nascita di una delle pellicole destinate a diventare un classico d’animazione, che vi farà venir voglia di scendere dalla macchina del tempo per imbarcarvi sullo Yellow Submarine! – e andargliele a “suonare” di santa ragione a quei loschi Biechi Blu intenzionati a cancellare gioia, musica e colore dal pianeta!

Yellow Submarine salpa ancora una volta con i Beatles, ma da quale cinema?

Non tutti hanno a disposizione in garage una DeLorean? Poco male, perché quest’estate, ci penserà il passato stesso a fare il suo ritorno al futuro in occasione del cinquantennale della prima uscita del cartoon del sottomarino giallo cantato dai ragazzi di Liverpool.

Il lungometraggio, interamente restaurato in digitale 4K e dotato di un sound remix a 5.1 stereo surround, tornerà nelle sale cinematografiche, prime fra tutte quelle negli USA, per arrivare il prossimo 6 luglio anche da noi, a Roma (Cinema Caravaggio, via Paisiello, 24 h.21.30) e Milano (Teatro Guanella, via Giovanni Dupré 19, h. 20.30).

L’iniziativa nostrana prevede la proiezione gratuita oltre ad essere occasione per commemorare la vicenda del fantastico mondo di Pepperland; sembra essere anche il più appropriato modo per richiamare e rendere omaggio allo spirito dei messaggi che i quattro di Liverpool lanciarono allora – e continuano a simboleggiare – nel panorama non solo musicale ma, oserei dire, culturale e sociale.

Musica vs Conformismo

La loro musica infatti faceva eco ai tempi di trasformazione in cui nacquero e si espressero, anni in cui dai fermenti dell’entusiasmo dei giovani sessantottini, con le mitiche trasformazioni che ne sono scaturite, hanno lasciato una forte traccia anche nei loro testi che ancora oggi contribuiscono a mantenere salda e a rafforzare l’immagine di uno dei gruppi più conosciuti e amati al mondo; non solo per l’innegabile e immenso valore del loro talento musicale, ma anche per lo spirito e le idee che i loro brani veicolavano, nell’intenzione di diffondere messaggi semplici ma immortali e sempre in voga.

Pacifismo, opposizione alla guerra del Vietnam, sensibilità e sensibilizzazione verso i temi dei diritti dei neri, dell’emancipazione femminile e dei diritti civili e chiaro messaggio di avversione ad ogni sorta di tabù e conformismo con i loro espliciti riferimenti al sesso e le prese di posizione a favore dell’uso delle droghe e della sua depenalizzazione di ispirazione simil hippy, i messaggi del comunismo occidentale – come lo stesso Paul dichiarò in una conferenza stampa a proposito dell’attività della famosa società della mela verde, intera su un lato del disco e tagliata a metà sull’altro, nata con l’intento di, citando testualmente,

offrire la possibilità a tutti gli artisti che avevano qualcosa da dire, fossero essi musicisti, scrittori, cineasti, di potersi esprimere senza passare dalla dura gavetta e dalla spasmodica ricerca di qualcuno che gli desse fiducia come era capitato a loro.

Questa l’eredità che i quattro caschetti inglesi “dall’aspetto androgino”, come disse Astrid Kirchherr, la fotografa che li immortalò durante gli Hamburg Days – e che creò il loro look – lasciano ad intere generazioni e che tutt’ora non mancano di far breccia nei cuori di quanti, giovani e meno giovani, non rimangono indenni dal contagio della bellezza espressa attraverso messaggi semplici sulle indimenticabili e intramontabili note di bassi, chitarre, batteria, armonica, sitar e percussioni!

Appuntamento al cinema dunque, per riassaporare, insieme ai quattro calabroni – e non scarafaggi! Attenzione ai termini che i fan ci tengono! – il sogno utopico di una battaglia combattuta a suon di strumenti musicali in nome della creatività e dell’arte, senza le quali, il mondo diverrebbe davvero privo di ogni suo incantevole colore!

In un bagno di colore della durata di 89 minuti di leggera allegria, Ringo Starr, John Lennon, Paul McCartney e George Harrison trasformati in personaggi disegnati, tornano, dopo cinquant’anni, ad emozionare e a far riflettere in uno spettacolo dall’atmosfera psichedelica che rilancia la speranza – perché no – di imagine all the people, bandire dal mondo armi ed ogni forma di prevaricazione, riempendo i cannoni con fiori e note, in nome della conquista della più melodiosa libertà!

Luisa De Vita

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Source
thebeatles.com

lude

Luisa De Vita, campana, residente in provincia di Napoli. Ho studiato Filosofia presso la Federico II di Napoli.
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