La quinta stagione di Orange is the New Black aveva lasciato le nostre protagonista in un grosso guaio e allo spettatore un grosso punto di domanda. Perché, non solo abbiamo visto la fine della rivolta da parte delle squadre di intervento, ma abbiamo visto anche la fine della vita di uno dei personaggi più odiosi della serie, Desi Piscatella, e la separazione di molti personaggi. Così la stagione 6 inizia non solo con un numero minore di personaggi (che andranno a rimpolparsi via via con le puntate) ma anche con un nuovo luogo, che non è più Litchfield, ma il penitenziario di massima sicurezza, sempre nello stesso complesso, e pieno di persone non molto raccomandabili.
Una delle cose che salta di più all’occhio è la caratterizzazione di questo carcere. Infatti, è diviso in 4 braccia, e tutti e 4 diversificati in maniera perfetta. Se infatti a Litchfield eravamo abituati comunque a gruppi etnici che non si sopportavano tra loro, in questa nuova location abbiamo due sorelle che si odiano da una vita e che controllano ognuna di essere un braccio del carcere, creando così una guerra interna che farà sfondo a tutta la serie. Perciò durante tutti gli episodi non solo andremo a scoprire chi sono queste due sorelle e quale interesse in comune hanno, ma seguiremo anche tutto il processo e l’indagine della polizia per scoprire chi è l’artefice e chi deve prendersi le colpe.
Mi espongo senza problemi se dico che proprio questa parte è una delle più interessanti di questa sesta stagione, con tutte le 10 protagoniste originali che si troveranno improvvisamente a dover decidere se tradire o mantenere le amicizie e la volontà della polizia di incriminare assolutamente qualcuno con una pena anche bella pesante. In tutto questo, la storia di Tasha Jefferson (aka Taystee) prende per il cuoricino lo spettatore e lo trascina in una salita difficile e faticosa ed iniziata con la morte di Poussey, mentre l’altra protagonista principale, Piper, riceve sì una storyline meno pesante e al cardiopalma, ma comunque interessante e piena di twist niente male per una serie arrivata alla sua 6° stagione.
La serie non è ovviamente perfetta, i flashback non sono più bellissimi come quelli di una volta, anche se pure qui qualche cartuccia è rimasta, e la storia in se della prigione può interessare nella sua idea ma può anche sembrare qualcosa di ripetitivo, questo però non può certamente fermare le idee degli autori che sicuramente andranno avanti, almeno per un’altra stagione, per poi concludere una serie che più avanti di ⅞ stagioni non può andare. Orange is the New Black torna sicuramente al passato, a prima della rivolta, con questa stagione, ma fa sentire molto la mancanza di idee e una fine oramai vicina. Un ultima nota positiva è proprio nel finale della serie che ti lascia ancora una volta con un “E cosa succederà ora?” perchè ancora delle questioni non sono chiuse, mentre altre si sono appena aperte.
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