Il Prigioniero: Le Origini della Serie Tv The Prisoner

Torniamo alle origini delle grandi produzioni seriali per come le conosciamo oggi

Il 22 settembre del 1955, in Gran Bretagna, cadde il ventennale monopolio della tv pubblica: alla BBC si affiancò la ITV, una compagnia con propositi commerciali.
Lew Grade fondò allora una casa di produzione, la ITC, con l’intenzione di produrre programmi di grande intrattenimento. Vediamo cosa c’entra in tutto questo “Il Prigioniero“.

 

Tra le prime serie di successo ci furono:
Robin Hood (1955) che pensata per un pubblico di adolescenti, provocò un famoso revival cinematografico;
la saga piratesca ambientata nel Seicento, I bucanieri (1956).

il prigioniero
Fram di apertura de Il Prigioniero

Nel 1960, Lew Grade rivoluzionò il gusto televisivo grazie a una produzione più adulta e contemporanea, creata dallo sceneggiatore australiano Ralph Smart: Danger Man. Si trattava della prima serie televisiva spionistica, destinata a battere sul tempo anche il celebre James Bond, visto che la produzione del primo film della serie, con protagonista Sean Connery (Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962), sarebbe iniziata solo da lì a un anno.

Come editor, a occuparsi della coerenza delle storie di Danger Man c’era George Markstein, mentre l’esperto Don Chaffey diresse vari episodi. Protagonista della serie era Patrick McGoohan nei panni dell’agente segreto John Drake, un personaggio che a differenza di quanto avrebbe fatto Bond, non amava usare le armi nè si sarebbe mai lasciato coinvolgere in intermezzi sentimentali.

Quel carattere era dovuto a una precisa scelta di McGoohan,che si era rifiutato di interpretare il personaggio aggressivo, duro e seduttivo che gli proponevano i copioni.
Aveva cosi ottenuto che John Drake usasse la pistola solo se costretto e che non si lasciasse coinvolgere da nessuna donna.

Il personaggio dell’agente segreto funzionò e McGoohan fu contattato per interpretare James Bond in Agente 007 – Licenza di uccidere, ma rifiutò l’offerta.
Danger Man proseguì per sei anni, fino a che McGoohan non si stancò del personaggio e propose a Lew Grade un nuovo progetto che sviluppava l’aspetto enigmatico della serie da lui interpretata fino a quel momento.

Il produttore poteva permettersi di rischiare su un progetto azzardato grazie ai guadagni e alla popolarità con cui si era affermata la ITC grazie a serie come Simon Templare (1962) l’avventuriero impersonato da Roger Moore, L’ispettore Gideon (1964) e Seaway: acque difficili (1964).

Il Prigioniero

Grade convinse McGoohan ad ampliare il progetto iniziale de Il Prigioniero che secondo le intenzioni dell’attore, avrebbe dovuto limitarsi a sette episodi. La produzione esecutiva fu affidata alla casa di McGoohan, la Everyman, con un budget superiore a qualsiasi altra serie del periodo (persino più alto di Simon Templar), perché McGoohan era una delle maggiori star britanniche del momento e il suo coinvolgimento in un progetto aveva una grande ricaduta di stampa e pubblicità.

Grade contava inoltre sulla notorietà internazionale di McGoohan per vendere la serie nei Paesi stranieri. Prova ne fu che Il Prigioniero fu venduto a una rete americana ancora prima di essere realizzato. Malgrado si trattasse di un successo annunciato, la serie violava tutte le convenzioni stabilite dalle produzioni seriali a cui il vasto pubblico del telefilm era abituato. Arrivo all’isola venne filmata in origine una versione di 74 minuti, ma McGoohan stabilì che non venisse mai mostrata al pubblico. Inoltre,il collega del Numero Sei, Cobb, nasconde nel suo cognome il titolo originale del secondo episodio: “The Chimes of Big Ben“.

Creare l’icona: Il Villaggio

Il Villaggio da cui e’ impossibile scappare è a pieno titolo uno dei protagonisti della serie. E non si tratta, come si potrebbe credere a prima vista, di un set costruito appositamente per le riprese ma del sogno di un architetto: Sir Clough William-Ellis (1883 – 1978). Il Villaggio e’ in realtà una location turistica nel nord del Galles, si chiama Portmeirion ma solo nei titoli di coda dell’episodio finale della serie viene rivelata agli spettatori la vera ubicazione. Clough William-Ellis acquistò il promontorio nel 1925 per cinquemila sterline, quando era solamente un terreno incolto,invaso dalla vegetazione, con una magnifica vista sul mare. Situato nella penisola di Lleyn,vicino a Porthmadog,si affaccia all’estuario della baia di Traeth e sulla baia di Cardigan.

il villaggio il prigioniero
il villaggio de Il Prigioniero

I lavori per la realizzazione iniziarono allora e vennero completati in occasione del suo novantesimo compleanno, nel 1973. Portmeirion e’ stato nel tempo rifugio creativo per numerosi scrittori britannici, tra cui H.G. Wells, George Bernard Shaw, Bertrand Russell e Noel Coward. Patrick McGoohan si era già imbattuto nel villaggio nel 1959, in un episodio di Danger Man; ma l’idea di riutilizzare Portmeirion era balenata a George Markstein, il supervisore alle sceneggiature de Il prigioniero quando si era imbattuto nuovamente nel villaggio in un servizio sul supplemento del The Sunday Times.

Gli esterni vennero girati in due sessioni di riprese: la prima nel settembre del 1966 e la seconda nel marzo del 1967, e in entrambi i casi la costruzione di alcuni edifici era ancora in via di ultimazione. Gli spettatori più attenti avranno modo di notare alcune differenze tra gli episodi iniziali e quelli finali. Gli interni, dall’appartamento del Numero Sei fino alla sala di controllo del Numero Due sono invece set costruiti negli studi di posa MGM di Borehamwood.Per questo motivo,alcuni attori che interpretano i Numeri Due non hanno girato nemmeno una scena al Villaggio. Oltre a Il prigioniero, Portmeirion è stato utilizzato come ambientazione per alcuni episodi del fantascientifico Doctor Who e di Ritorno a Brideshead, la serie del 1982 tratta dall’omonimo romanzo di Evelyn Waugh, ambientata nell’Inghilterra aristocratica degli anni Venti con protagonista Jeremy irons e con un cast di attori di primo piano tra cui Laurence Olivier, John Gielgud e Claire Boom. Recentemente ha fatto da sfondo anche al film noir anni Cinquanta, Innocenza colposa (1991) con Liam Neeson.

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