Siete alla ricerca di una sitcom brillante ma comunque piena di riflessioni e temi importanti? Mamma Netflix ci propone Il metodo Kominsky e oggi sono qui per consigliarvela.
Per la produzione di Chuck Lorre, già impegnato con The Big Bang Theory e Due uomini e mezzo, questa nuova serie porta una ventata di aria fresca nella risata statunitense.
I protagonisti sono due figure di spicco di una Hollywood di altri tempi. Un grande attore, ora insegnante di recitazione, Sandy Kominsky (interpretato da Michael Douglas) e un importante produttore, Norman (interpretato da Alan Arkin).
Lo spettatore accompagnerà i due in un viaggio all’insegna della consapevolezza. Infatti l’ormai attempato Kominsky dovrà confrontarsi con la sua età, le sue paure e i suoi limiti.
Come tutti noi egli ha paura della vecchiaia, della malattia, della decadenza e della morte. Ma grazie a tanta comicità, autoironia e sagacia, riusciremo a relazionarci a questi temi senza mai annoiarci o intristirci troppo.
Tante riflessioni su il Metodo Kominsky. Ma anche tanta follia
Gli episodi, brevi e stringati, grazie al loro ritmo dinamico non annoiano mai lo spettatore, il quale viene sommerso dalle innumerevoli situazioni tragicomiche.
Un esempio può essere il funerale di Eileen, una carissima amica di Sandy e moglie di Norman, consumata dal cancro, durante il quale ballano e cantano travestiti e show girl.
Uno dei temi più sviscerati è certamente quello dell’amicizia tra i due protagonisti. Riflessione aiutata moltissimo dalla prova attoriale della coppia Douglas-Arkin, i quali si sono messi in gioco e ci hanno donato scene caustiche e taglienti.
Certo, vedere Michael Douglas, interprete di pellicole come Wall Street (1987) e All’inseguimento della pietra verde (1984), ironizzare sulla prostata può sembrarci strano, ma indubbiamente comico.
Il cinismo fa da padrone in ogni puntata, anche grazie al personaggio di Norman, padrone delle freddure più paradossali e scatologiche; egli scherza su tutto senza mai essere volgare, esorcizzando tutte le debolezze dell’essere umano.
Ma oltre alle grandi riflessioni troviamo tanta ironia anche nei confronti di Hollywood e delle sue meccaniche. Il ruolo dell’attore, insegnato con tanta professionalità da Kominsky, perde la sua aurea sacrale quando viene messo a confronto con il mercato: dalle becere sitcom (tra le quali è citata anche The Big Bang Theory) agli ipocriti spot pubblicitari. La resistenza di Kominsky è ostinata e la viviamo insieme ad un uomo pieno di principi, troppo lontani dall’attualità.
Se volete dunque ridere di gusto senza staccare troppo il cervello, questa è la serie giusta e sicuramente, la divorerete.
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