Non c’è dubbio che tra i tantissimi videogiochi di inarrivabile tecnologia, dalla grafica ultra-realistica e dai personaggi ultra-dettagliati, i videogiochi anni 80 e 90 rivestano ancora oggi un ruolo fondamentale. Non si tratta semplicemente di una moda da hipster o di una banale cafonata per distinguersi acriticamente dalla massa. I retrogame sono una religione vera e propria, secondo me: e chi non condivide questa cosa, o è un ladro o è una spia.
Tra i tantissimi retrogame a cui si gioca ancora oggi, sicuramente (e prima che diciate: “Super Mario”!) un’importanza fondamentale la riveste Donkey Kong. Un platform nato negli anni 80 del quale ancora oggi si parla ed al quale si continua a giocare.
Parliamo di Donkey Kong
Per chi fosse vissuto ad oggi su un pianeta diverso dalla Terra, do’ qualche informazione utile: Donkey Kong è diventato ad oggi una delle serie di videogame più popolari sviluppate dalla Nintendo.
Si è trattato, e si tratta, di uno dei prodotti di punta, tra i più venduti a livello mondiale, cari amici: e questo dovrebbe farci riflettere sull’importanza di parlarne qui, oggi.
Donkey Kong è una serie di videogame che racconta le avventure di Donkey, un personaggio ideato da Shigeru Miyamoto nel lontanissimo 1981. Nato come puro platform, ad oggi è diventato un videogame in 3 dimensioni di quelli davvero difficili da dimenticare. Del quale, peraltro, sono disponibili numerosissime varianti create nei modi più fantasiosi e personalizzati.
Il gioco, in pratica, è stato hackerato, rifatto, rielaborato e riproposto in numerose vesti, ovvero le famose “mod” come le chiamano i veri nerd.
E tutto questo ci riporta giusto al discorso degli spinoff: ne sono stati fatti davvero tanti, di questo videogioco, ma ce n’è uno che credo sia definitivamente entrato nel mio cuore. Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di qualche anno, per capirci qualcosa: siamo nel 2014, Matt Cutts è un simpatico omino a capo dell’antispam web di Google.
In pratica, il suo lavoro è molto semplice: setacciare i risultati di ricerca di Google alla ricerca di furbetti (di quartierino e di città, indifferentemente) che si sono divertiti a spammare i propri siti, nella speranza di apparire nelle prime posizioni. Non c’è dubbio che questo lavoro sia più che altro noto agli addetti ai lavori, cioè ai mitologici SEO (come ad esempio SEO Roma, che non è difficile immaginare non lavorino a Torino bensì nella Capitale): coloro i quali ottimizzano i risultati dei siti, aiutano a valorizzarli e così via.
Come rientra tutto questo in un videogame arcade?
Matt Cutts è stato messo al posto di Donkey Kong, e i nemici che dovrà affrontare sono le penalizzazioni cosiddette black-hat (le cose che fa la gente maliziosa e cattiva per apparire prima su Google quando non lo merita affatto). In pratica dovrete fare in modo di risalire su per i vari livelli del videogame, e fare in modo di evitare le penalizzazioni (come si dice in gergo) che compariranno sotto forma di barili e personaggi che proveranno ad aggredirvi.
Se pensate che tutto questo sia frutto dell’immaginazione di chi scrive, dovete riconoscere che mi ritrovo un pusher di lusso. Ma capisco che possiate essere scettici a riguardo, per cui nessun problema: potete provare il videogame in questione con i vostri occhi. E se vi occupate di marketing sul web, vi divertirete un sacco a giocarci, secondo me. Eccolo qui: Monkey Cutts!
Immagine in copertina di Kevin Roden (da Pixabay)
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.