In questo periodo le news riguardanti i live action dei classici Disney spuntano come funghi. A una settimana dalla polemica esplosa attorno alla scelta di far interpretare il ruolo di Ariel a una ragazza afroamericana, è stato rilasciato il trailer del remake di Mulan. In questo caso fortunatamente le reazioni dei fan sono state subito più positive. Il trailer mostra infatti un film apparentemente molto più vicino al film d’animazione del 98.
La protagonista della vicenda sarà molto simile all’eroina cinese che abbiamo amato quando eravamo bambini. L’unico grande dispiacere sembra essere dato dall’assenza di Mushu, l’irresistibile draghetto dalla lingua lunga, che i produttori hanno deciso di non ricreare in CGI. Di conseguenza sparirà la vena comica del prodotto originale, mancanza che però non dovrebbe intaccare la trama.
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Nonostante l’accoglienza calorosa da parte del pubblico (compreso quello cinese), secondo gli esperti, il trailer mostra alcune inesattezze storiche. In particolare sembra che la casa della protagonista sia un tipo di abitazione tipica del periodo Ming, più di mille anni posteriore rispetto al periodo in cui è ambientata la trama (V secolo d.C.). Tali variazioni sono state fatte probabilmente per aggiungere al film quelle sfumature esotiche e stereotipate, tanto care al pubblico americano.
Due tipi di remake
È chiaro a questo punto che i live action prodotti da Disney seguano principalmente due obiettivi opposti. Se da una parte abbiamo remake come Maleficent, Alice in Wonderland e probabilmente La Sirenetta, che rielaborano la vecchia trama per portare nelle sale qualcosa di nuovo (o quantomeno diverso dall’originale), dall’altra troviamo film come Cenerentola, Aladdin e il prossimo Mulan, che tentano di riproporre l’intreccio in modo quasi invariato.
Nonostante i film del primo gruppo abbiano comunque riscosso un grande successo, sono quelli del secondo che tendono a mettere d’accordo un po’ tutti. Il remake de Il Re Leone ad esempio, risulta essere uno dei film più attesi dell’anno, nonostante si evinca dal trailer che sarà pressoché pedissequo all’originale (eccezion fatta per l’aspetto grafico).
Un fatto che ironicamente conferma l’opinione secondo la quale la generazione Y (cresciuta con i classici Disney) sia una generazione bambina, rimasta particolarmente legata alla propria infanzia. Quanti di noi, all’epoca del VHS, ogni volta che il cartone animato di turno terminava, chiedeva ai genitori di riavvolgere la videocassetta per rivederlo ancora e ancora fino alla nausea? Ogni volta la storia era sempre la stessa, ma noi la guardavamo con tutta l’ammirazione della prima. Eravamo contenti proprio perché quegli eroi e quelle principesse rivivevano tutto da capo proprio nello stesso modo che conoscevamo tanto bene.
Non so voi ma personalmente ne ho smagnetizzate parecchieLive Action di serie B?
Non è possibile affermare che uno dei due modi di produrre remake sia giusto o sbagliato. Disney non è un tiranno che impone le proprie regole, è semplicemente un’azienda che tenta di indovinare i gusti del suo pubblico. La problematica vera e propria sorge solo nel momento in cui viene proposta una rivisitazione più o meno libera dell’opera originale.
Un’opera che non si rivolge solo a noi veterani, ma anche a giovanissimi che probabilmente l’approcceranno con occhi nuovi ed un nuovo sistema di valori. A questo punto possiamo solo scegliere se affrontare la novità con la curiosità che avevamo da bambini, o come tali mettere il broncio perché Hercules ha cambiato pettinatura, o Ariel colore della pelle.
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