Hollywood non parla di malattie mentali

Dalla nascita del cinema ai giorni nostri, si sono fatti grandissimi passi avanti sul piano dei diritti civili. Il desiderio di includere sempre di più le minoranze nel magico mondo di Hollywood si è realizzato al punto da sfociare spesso nell’eccesso del politicamente corretto. Proprio a causa di questa tendenza, ultimamente si è iniziato a discutere di come e quanto venga invece rappresentato un altro tipo di minoranza: gli affetti da malattie mentali.

Poche malattie mentali nei film più famosi

Secondo lo studio della Annenberg Inclusion Initiative, condotto dall’esperta di diversità dei media Stacy L. Smith, nei 100 film di maggior incasso del 2016, meno del 2% dei personaggi ha presentato una malattia mentale. Solo il 7% dei personaggi ne soffriva nel primi episodi delle serie tv più votate tra il 2016 e il 2017. E in più, quasi la metà di questi personaggi sono stati denigrati, disumanizzati o banalizzati, trattati alla stregua di mostri, e spesso uccisi e ignorati.american psycho

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Tale trattamento risulta piuttosto ipocrita se si pensa che negli USA, un cittadino su cinque soffre di un qualche disturbo psicologico (anoressia, bulimia, depressione, schizofrenia, etc). Decisamente in controtendenza col numero di personaggi afroamericani che ultimamente è lievitato moltissimo, nonostante rappresentino meno del 15% della popolazione.

Le minoranze non si mischiano

Lo studio ha scoperto inoltre che i legami tra diverse comunità sotto rappresentate erano quasi inesistenti. Nessun personaggio LGBTQ, latino americano, nativo americano o delle isole del Pacifico, in questi 100 film, ha avuto problemi mentali, mentre pochissimi personaggi erano neri. Nelle serie tv più famose c’erano appena otto personaggi LGBTQ con condizioni di salute mentale alterata. 

I ricercatori hanno voluto chiarire che per “disturbi” non si intendono solo patologie estreme ma anche quelle più comuni. Come le dipendenze, l’ansia, gli attacchi di panico, le nevrosi, il disturbo post traumatico da stress, i disturbi dell’umore, il suicidio, i disturbi dello spettro autistico ed alimentari…

Tutto ciò potrebbe sembrare una polemica inutile, ma secondo la Smith è molto grave. Infatti:

La prevalenza delle condizioni di salute mentale alterata tra il pubblico, supera di gran lunga i personaggi che vedono sullo schermo. Ciò presenta una visione distorta del mondo circostante, per coloro che convivono con condizioni di malattia mentale, ma non vedono mai le loro storie rappresentate nei media.

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StoriediJoe

Io come Stephen King sono convinto di avere un cuore di bambino… La differenza è che, mentre lui asserì di averlo in un vaso di vetro sulla sua scrivania, il mio fortunatamente batte nel mio petto e ciò che più di tutto riesce a farlo accelerare è ascoltare una grande storia. Sono un grande appassionato di cinema, letteratura e serie televisive ed è principalmente di questi argomenti che desidero scrivere e discutere (ma non solo). I miei gusti letterario-cinematografici spaziano dal genere d’avventura all’horror, dalla commedia al dramma, passando per la saggistica. Sono interessato a tutto ciò che abbia una storia da raccontare e delle emozioni da esprimere.
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