Arriva la prima applicazione della supremazia quantistica di Google

Sycamore e la generazione di numeri casuali in tempi record

In questo periodo parliamo molto di computer quantistici. Ad interessare è soprattutto la loro capacità di svolgere compiti in tempi estremamente ridotti rispetto ai computer classici. Il grande traguardo della supremazia quantistica è stato raggiunto da Google, il quale l’ha annunciato al mondo qualche mese fa.

E a far parlare di se questa volta è quella che sembrerebbe essere la sua prima applicazione. L’algoritmo in questione genera sequenze di numeri casuali ed è stato presentato il 12 dicembre dall’ingegnere di Google Alan Ho, durante la conferenza Q2B 2019. Durante questo evento, alla sua terza edizione, dedicato al mondo della computazione quantistica, la supremazia quantistica è stata la protagonista.

Il compito che gli scienziati di Montain View hanno scelto riguarda la generazione di numeri casuali. Questo tipo di operazione è davvero molto utile in molti ambiti, tra questi la generazione di codici o password che utilizziamo in rete.

Nonostante questa azione possa sembrare molto semplice, che qualsiasi computer potrebbe svolgere, le criticità sono molte. Molto spesso si dubita infatti sulla natura casuale di alcune sequenze prodotte dai computer tradizionale.

In questo caso i computer quantistici sono particolarmente avvantaggiati. Alla base della computazione quantistica non abbiamo più i bit, ossia delle cifre che possono assumere i valori 0 e 1 in maniera inequivocabile, ma i qubit. I bit quantistici, così come i quanti, sono delle unità di informazione molto casuali il cui stato varia nel corso del tempo.

Dunque l’elemento casuale, oltre alla generazione vera e propria è presente anche nella rappresentazione.

Cosa è riuscita a realizzare la supremazia quantistica di Sycamore?

Nel nostro caso, come spiega Alan Ho, ingegnere a capo del Product and Business Development del Quantum AI Lab di Google, l’algoritmo è riuscito a far generare in 200 secondi alcune serie di bit da Sycamore, il computer quantistico di casa Google. Questi bit sono stati poi letti e trasformati in numeri random da un computer classico. Lo stesso compito sarebbe stato eseguito da un calcolatore classico in qualche ora.

E come afferma Alan Ho sul New Scientist:

Sapendo che l’algoritmo quantistico può ottenere questi numeri casuali molto più velocemente di quello classico più noto, questa è una garanzia di casualità.

Molto probabilmente Google sta pensando di fornire un sistema che sfrutta queste capacità per gli utenti. Chissà se nel 2020 potremmo creare dei codici molto più sicuri grazie alla casualità dei quanti.

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Grazia Margarella

Studio Informatica presso l'Università degli Studi di Salerno e condivido le mie passioni per la scienza, il cinema, i libri e la cultura nerd grazie ai ragazzi de Il Bosone. Il mio motto è: Ad astra per aspera, exploro semper. Stay tuned ⚛️
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