Dracula e il fumetto: storia dell’adattamento di un adattamento

Ci sono certe cose su cui si pensa di aver detto tutto, ma proprio tutto. Di averle rigirate e trasformate fino a quanto la dignità della fantasia umana potesse permettere, senza tramutarle necessariamente in una parodia o qualcosa di cui ridere sotto i baffi. E, di esempi di questo genere, ne siamo davvero pieni. Basti pensare ai continui remake di grandi classici del cinema, oppure agli adattamenti in live action di cartoni che già erano una rivisitazione di fiabe che affondavano le loro radici più o meno nell’origine del mondo.  All’interno di questo universo di titoli, c’è un sotto(sotto)genere che presenta sfide ancora più dure: l’adattamento fumettistico di opere cinematografiche, quello più diretto possibile. Non una storia a fumetti ambientata in quel mondo, ma la pura e semplice trasposizione del film. Essere originali, inventivi o interessanti con queste premesse non è facile, eppure di eccezioni ne esistono.
Negli anni Novanta, periodo d’apice del boom fumettistico (in cui ogni cosa veniva trasformata in fumetto, persino la Bibbia), fu rilasciato anche Dracula di Bram Stoker, scritto da Roy Thomas e disegnato da Mike Mignola.

dracula fumetto
Nuova versione della copertina realizzata da Mignola.

Si trattava di un adattamento a fumetti della trasposizione cinematografica di Francis Ford Coppola dell’omonimo romanzo di Bram Stoker. Detto in altre parole: un adattamento di un adattamento di un’icona che era già stata adattata un’infinità di volte. E, anche Mignola, non era entusiasta dell’idea, facendosi venire gli stessi dubbi. Ma accettò comunque l’incarico perchè «si trattava di Dracula e Coppola» (come detto da lui stesso che, in quel periodo era “in fissa” col tema vampiresco. Da qui, la citazione: https://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=1807701&t=1571168989493&t=1577787579289).

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Dracula trade paperback, copertina originale su due pagine dell’albo.

Come è possibile immaginare, il compito era davvero arduo. Del film di Coppola, ci si ricorda soprattutto della fisicità dei personaggi. A partire dal trucco e dai costumi, ognuno di essi è caratterizzato profondamente dal proprio ruolo nella storia, fin quasi a esagerare degli aspetti che, nel libro da cui è tratto, sì, esistono, ma non danno l’idea, nell’immaginario del lettore, di sorvolare i limiti del kitsch. Si doveva, quindi, recuperare una dimensione più letteraria della storia, gotica e oscura, rimarcando, comunque, i fotogrammi migliori del film, arricchendoli di sentimento e dignità.

Thomas e Mignola, insieme, realizzarono una sceneggiatura rispettosa del materiale originale, usando, per la maggior parte, i dialoghi del film, lasciando alle evocative tavole di Mignola, che già aveva partecipato alla produzione della pellicola come illustratore, il compito di confrontarsi con le inquadrature di un maestro come Coppola. Mignola sapeva usare lo spazio negativo, sapeva quando affogare la pagina nel nero e poi accecare il lettore con campiture di bianco. Con Dracula, si era sul limitare di una mutazione che avrebbe portato Mignola a scoprire la sua cifra stilistica, che da Hellboy in poi non avrebbe fatto che raffinare ma che sarebbe rimasta sostanzialmente quella.

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Una fra le tavole più evocative del fumetto.

Come per tutte le opere che si rispettino, anche questo Dracula ha dovuto compiere un lungo viaggio «attraverso gli oceani del tempo»: fuori catalogo per 25 anni, torna con una nuova colorazione che ne rinnova lo smalto, fino a consacrarlo come un vero e proprio classico del fumetto. «Come classici erano e sono, prima del fumetto, il romanzo e il film».

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Una delle pagine, presenti nell’albo, scansionate dalle fotocopie delle matite di Mignola, fatte dall’inchiostratore Nyberg prima di ripassarle con il pennello.

Concludendo, è chiaro che le opere vadano valutate all’interno di un contesto e, anche trattandosi di un un terreno di gioco esiguo, tuttavia, anche per essere un “grande pesce in piccolo stagno”,  sono necessari impegno e merito. E, il Dracula di Thomas e Mignola, si impegna per essere un prodotto che valga il tempo della lettura, meritandoselo.

Paola.

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