Si tratta di una notizia allarmante, ma tristemente sottovalutata dalle istituzioni e dalla maggior parte dei cittadini: con lo scioglimento dei ghiacci potrebbero liberarsi in aria microrganismi che per secoli sono rimasti congelati all’interno del permafrost.
Russia, il riscaldamento globale progredisce più velocemente che nel resto del mondo
Durante un convegno a San Pietroburgo, il presidente Putin si è detto preoccupato dalla situazione climatica russa. Questo, però, non lo ha scoraggiato dal varare nuovi finanziamenti per l’industrializzazione dell’Artico in vista di nuovi profitti economici. Gli scienziati russi, tuttavia, si sono dichiarati molto preoccupati per una scoperta avvenuta nella gelida Jakustk, la città della Siberia (luogo colpito da incendi proprio di recente) dove la temperatura scende fino a – 60 gradi centigradi.
Gli studiosi hanno infatti rilevato che lo scioglimento del permafrost, il ghiaccio perenne, sta riattivando virus e batteri rimasti intrappolati per millenni al suo interno. Tra questi, c’è il Bacillus Anthracis, noto delle regioni del Nord come Peste Siberiana e responsabile della decimazione di animali. Il batterio si sta diffondendo nella Jakuzia, anche grazie ai 14mila cimiteri di renne dislocati lungo i percorsi delle migrazioni. Infatti, l’antrace si riattiva dai corpi scongelati degli animali, disseminati in questi luoghi.
Microrganismi nel permafrost: un rischio per gli esseri umani
Il Bacillus Anthracis non aggredisce solo gli animali: ad agosto del 2016 un dodicenne siberiano è morto a causa del batterio e altre venti persone sono state ricoverate. Il patogeno ha poi contaminato il terreno e le acque, infiltrandosi in tal modo nella catena alimentare. Nei luoghi di sepoltura siberiani, inoltre, è stato rinvenuto il virus dell’influenza spagnola del 1918. Tra gli scienziati c’è grande preoccupazione anche per la possibile ricomparsa del vaiolo e della peste bubbonica. A questo proposito, gli studiosi sono stati chiari. Uno di loro, Boris Kershengolts, biologo di Jakutsk, ha sottolineato:
Se l’area di queste emissioni si sovrappone a quella dei cimiteri di animali o di umani che sono morti per infezioni nei secoli passati, le spore e gli agenti patogeni potrebbero spargersi per una zona molto vasta. Potrebbe trattarsi di un disastro non solo per l’Artico: la catastrofe potrebbe essere superiore a quella di Chernobyl.
Eppure, nonostante gli avvertimenti allarmanti, le politiche dei grandi Paesi industrializzati sembrano ancora dare poco peso alle disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici, in nome dell’abnegazione al dio denaro. Nel frattempo, la comunità scientifica avverte anche sulla fuoriuscita di metano dal Permafrost che potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione, destabilizzando l’equilibrio dell’ecosistema.
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