Secondo uno studio condotto dalla NASA, il livello dell’ozono sopra l’Artico, a marzo è stato piuttosto basso. Grazie ai dati inviati dal satellite, gli scienziati hanno potuto constatare che lo strato è arrivato a 205 unità Dobson, rispetto al solito livello che è di circa 240 unità Dobson. L’unita di misura Dobson indica la quantità totale di ozono presente nell’atmosfera in un dato punto specifico sulla superficie terrestre. “Il basso livello di ozono nell’Artico di quest’anno si verifica circa una volta al decennio“, ha affermato Paul Newman, scienziato presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt nel Maryland. “Per la salute generale dello strato di ozono, ciò è preoccupante poiché i livelli di ozono nell’Artico sono in genere elevati a marzo e aprile“.
A cosa è dovuto l’esaurimento dello strato di Ozono?
Secondo la NASA questo esaurimento è dovuto a onde atmosferiche che guidano i movimenti dell’aria e si sono presentati insolitamente deboli tra dicembre 2019 e marzo 2020. Queste sono onde che, solitamente, provengono dall’atmosfera inferiore, alterano i venti dell’Artico e portano con sé ozono che proviene da altre parti della stratosfera. La debolezza di queste eventi ondosi ha impedito all’ozono proveniente da altre parti dell’atmosfera di reintegrarsi nell’Artico. Newman ha spiegato che: “Non sappiamo cosa abbia reso deboli le dinamiche delle onde quest’anno. Ma sappiamo che se non avessimo smesso di immettere clorofluorocarburi nell’atmosfera a causa del protocollo di Montreal, l’esaurimento dell’Artico quest’anno sarebbe stato molto peggio”.
Nel 1985 un gruppo di scienziati segnalò il problema dell’assotigliamento dell’ozono che è il nostro strato protettivo dai raggi ultravioletti, e hanno invitato a prendere provvedimenti seri e definitivi. Nel 1987 ben 197 paesi firmarono il protocollo di Montreal che ha bandito l’uso dei clorofluorocarburi.Questa scelta si è rivelata giusta infatti a gennaio, sempre grazie ai dati del satellite, si è notato un notevole miglioramento dello strato intorno ai poli, incrementato di circa il 20%. Di questo passo il buco potrebbe “guarire” entro qualche decennio.
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