The Interview bloccato: la liberta ai tempi del WWW

Cercherò di scrivere questo articolo rimanendo il più calmo possibile…

Anzi, per rendermi le cose ancora più facili vi farò qualche buon, sano esempio.

Diciamo che state aspettando con impazienza un film. Una di quelle proiezioni che non vedete l’ora di andare a vedere con i vostri amici più cari. Una commedia all’americana, quelle che fanno rotolare sulla sedia dal ridere e che tra l’altro è il vostro genere preferito. Mettiamo anche che il tema trattato riflette in buona parte la vostra vita professionale… non ci sono scuse, è il titolo che fa per voi. Vi mettete in testa che DOVETE VEDERLO!

Così, con quella tipica tensione in testa di chi non vede l’ora di fare qualcosa, arriva il fatidico giorno dell’uscita. Ahimè, si scopre che la tua piccola città di m… eravigliose persone non proietterà il film.

A questo punto, siccome siete degli inguaribili ottimisti, cogliete l’occasione per fare una gita fuori dai confini della vostra provincia. Allora il piano successivo sarà andare a controllare su internet quali siano i cinema fuori dal vostro territorio che manderanno il film. E scoprite anche questa volta che il dannatissimo titolo che state cercando NON C’E’.

Tutto ciò vi suonerà strano, no, stranissimo. Di conseguenza farete una ricerca più approfondita e cosa scoprite? Che la casa produttrice del film sta valutando l’ipotesi di annullare definitivamente il lancio. Perchè? Perchè la Korea del Nord non vuole.

E’ il caso di The Interview, cari lettori, che pochi giorni prima del lancio nelle sale (previsto il 25 dicembre) ha subito una fermata di stop veramente brusca.

Come molti sapranno (e per chi non lo scriverò qui di seguito), la trama del film parla dell’esilarante esperienza di due giornalisti alle prese con un intervista a niente poco di meno che l’attuale dittatore della Korea del Nord, Kim Jong Kulo.

Impronta del film totalmente orientata verso l’umorismo ma si sa, l’autoironia non fa parte di certe persone. Adesso, senza soffermarci troppo su quest’aspetto perchè, sul serio, trova il tempo che lascia, ragioniamo piuttosto sul gravissimo intervento informatico (NON LEGALE) che la Sony Pictures Enterteinment ha subito nelle ore precedenti al lancio.

Stando al rapporto delle intelligence americane non ci sono dubbi; a sguinzagliare gli hacker sono stati proprio i Coreani. Meh, solo a me da fastidio che basti liberare due cani rabbiosi, fare due minacce, per impedire una qualsiasi cosa? Lasciamo perdere che stiamo parlando di un film ma se fosse successo qualcosa di più offensivo? La CIA ha riportato minacce che non si sentivano dall’11 settembre, roba del tipo “vi facciamo saltare i cinema che proietteranno The Interview”. Grave, soprattutto se considerata la brutta vicenda e i brutti ricordi della prima de Il Cavaliere Oscuro, il ritorno. Insomma, toni decisamente esagerati e fuori luogo!

Se io disegnassi il faccione di Kim Jong Kulo sul retro delle mie mutandine cosa succederebbe?

Cosa succederà se il film sarà distribuito gratuitamente come Sony ha dichiarato per replicare alla massiccia violazione informatica?

Bene, vi lascio alla meditazione.

Anzi vi lascio anche il trailer così se non sapevate di cosa sto parlando, adesso, potete soffrire insieme a me. Perchè da solo è brutto.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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