Al Gamesweek di Milano c’eravamo anche noi!
Ebbene si, grazie all’aiuto del nostro amico youtuber, Dadobax, siamo riusciti a catturare l’anima della fiera, quella delle strette di mano e degli abbracci, oltre che della grande passione che ci accomuna: i videogiochi!
Diamo un’occhiata, dunque, a questi fotogrammi della sua esperienza, descritti in un resoconto dedicato esclusivamente a Il Bosone!
Fa sempre piacere informare il pubblico su questi eventi che reputo determinanti per una passione come quella del videogioco; una passione che non si basa solamente sui momenti nei quali si sviscerano i vari titoli nella nostra stanzetta, ma si basa anche e soprattutto sulle chiacchiere che vi gravitano attorno.
Che line-up proporrà Sony? Come risponderà Microsoft? E Nintendo… Resterà a guardare?
All’indomani della fiera avrei tante cose da raccontare, ma paradossalmente ne ho pochissime in merito ai videogiochi.
Ed il perché è presto detto: per una scelta che reputo molto discutibile, noi possessori dei pass stampa non avevamo la possibilità di saltare le code per provare i vari titoli. In una parola: file.
Sarebbe interessante anche discutere di com’è stata gestita la fiera, in fondo; ma non mi sembra il luogo adatto per farlo.
Pertanto mi limiterò a questo incipit scritto con l’amaro in bocca, per poi proseguire l’articolo raccontandovi ciò che invece mi è piaciuto della fiera.
Ok, iniziamo.
1. Raddoppio dell’area espositiva
Rispetto alla Milan GamesWeek 2014, la fiera di quest’anno presentava un’area espositiva doppia.
Seguendo le orme del Romics, che da 3 Padiglioni è passato a 5 nel giro di un anno, anche a Milano è stato dato un grande rilievo agli YouTuber.
Un intero padiglione dedicato ai Videogiochi ed un padiglione diviso equamente tra Tornei e YouTuber.
Anche su questo ci si potrebbe lasciar andare in un’analisi approfondita sul perché hanno chiamato gli YouTuber e, soprattutto, sulla sceltadi quali YouTuber chiamare.
Essendo io stesso coinvolto (in quanto invitato anche io in veste di YouTuber) preferisco non spendere ulteriori parole in merito.
2. L’area Indie
Alla GamesWeek di Milano non vengono annunciati giochi nuovi. Mai. Al massimo si ha la possibilità di provare in anteprima dei giochi già annunciati, ma non ancora rilasciati (come Dark Souls 3, del quale vi parlerò in seguito).Il che è molto interessante, ma sinceramente non è la motivazione che mi spinge a partecipare alla fiera.
Molto più intrigante, a parer mio, è stata l’area allestita per gli Indie. A partire dal fatto che c’era poca fila (chissà perché, gli indie non se li caga nessuno), ad arrivare al privilegio di poter far domande direttamente agli sviluppatori. Personalmente trovo molto interessanti incontri del genere, nonché parecchio formativi.
Particolarmente degno di nota Deep Flare Explorer, un gioco improntato sull’esplorazione del sistema solare realizzato in scala e pieno zeppo di misteri da scoprire. Un gioco da tenere sicuramente d’occhio.
3. Gli incontri
Per chi lavora tramite il web queste fiere sono pura aria.
La possibilità che si ha di incontrare delle persone che lavorano con noi fianco a fianco durante l’anno è impagabile. Impareggiabile. E al contempo, il fatto che ci si trovi tutti lì dà la possibilità di conoscere persone nuove che operano nel nostro stesso settore; il che dà il via a nuove collaborazioni, nuove alleanze, nuove amicizie che andranno a consolidarsi durante l’anno e a rinforzarsi nella fiera successiva.
La Milan GamesWeek, per me, è stata soprattutto questo. Una GamesWeek fatta di strette di mano, di abbracci, di sorrisi, di chiacchiere e di tanta passione.
Ultima cosa prima di chiudere l’articolo: Dark Souls 3.
Ecco il mio resoconto sul gioco che bramavo di provare più di ogni altro a questa fiera: Due ore e mezza di fila, venti secondi di caricamento, “caspita, dall’ambientazione sembra bloodborne”, “ah ok, dal gameplay no”, muoio, venti secondi di caricamento, fine della prova.
In altre parole: se abitate lontano da Milano e volete farvi un giro alla GamesWeek solo per provare i titoli in anteprima siete dei folli.
Ok, secondo Steve Jobs la follia è la chiave del successo.
Però sono abbastanza sicuro che lui due ore e mezza per giocare sei minuti a Dark Souls 3 non le avrebbe fatte mai.
Se ne volete sapere di più, non vi resta che fiondarvi sul canale di Dadobax che trovate qua!
Intanto, rimanete sintonizzati sulle nostre pagine perchè oggi pomeriggio arriverà il report a opera del nostro Joliet Jake!
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