I Safari in Kenya sono tra le esperienze più ambite dai turisti di tutti il mondo in quanto considerati esperienza esaltante. Tra piante ed animali di ogni specie, le guide turistiche ci mostrano il lavoro meravigliosamente selvaggio di Madre Natura. Tante sono le attrattive ma una è veramente particolare: il rinoceronte bianco!
Si tratta di uno dei mammiferi più grandi sul globo terrestre e purtroppo è in via d’estinzione.
Questo articolo, infatti, è dedicato a Sudan, l’ultimo esemplare maschio di rinoceronte bianco settentrionale a solcare la terra di questo pianeta.
Sfortunatamente, l’esemplare si è oscurato due giorni fa all’età di 45 anni, nella riserva dove veniva accudito e protetto.
Perché Sudan era così importante? Qualche cenno storico sul Rinoceronte Bianco
Appartengono alla famiglia dei Perossidattili, comparsi del Terziario come un gruppo molto diversificato.
Da essi si svilupparono altri due gruppi, oggi estinti, propri dell’Eocene-Oligocene:
- gli Aminodontidi dagli arti corti e tozzi, che popolavano l’America Settentrionale, l’Europa e l’Asia,
- gli Iracodontidi rinoceronti adattati alla corsa veloce, con arti lunghi e sottili.
I rinoceronti simili a quelli attuali comparvero solo nell’Eocene medio, dal Trigonias con una gran mole ma sprovvisto di corno, ai Teleocerati simile agli ippopotami ma con un accenno di corno fino agli Elasmoteri dotati del corno ben sviluppato.
I mutamenti climatici del Pliocene portarono all’estinzione della maggior parte dei gruppi, mentre gli elasmoteri si specializzarono sempre più fino a dar vita all’unicorno gigante (Elasmotherium sibiricum), dotato di un corno alto due metri.
Oggi la famiglia dei rinoceronti comprende cinque specie viventi: due africane (il nero ed il bianco) e tre asiatiche (indiano, Giava e Sumatra).
Di seguito vi sono le immagini di queste specie e vi sembrerà incredibile come in questi esemplari si rispecchi il corso dell’evoluzione.
L’Ol pejeta conservancy è una riserva di 360 Km^2 per la tutela della fauna selvatica nel centro del Kenyas’ Laikipia County. L’organizzazione fornisce rifugi alle grandi scimmie e vanta il più grande santuario dei rinoceronti neri in Africa orientale, che ospita anche i tre ultimi esemplari (un maschio e due femmine) di rinoceronte bianco del nord rimasti al mondo.
Sono proprio loro a dare la brutta notizia su uno dei loro ospiti, ovvero la morte di Sudan, il maschio di rinoceronte bianco.
Già l’anno scorso aveva contratto una grave infezione legata all’età presso la zampa posteriore destra.
La patologia era stata prontamente curata ma, di recente, ne era stata scoperta una molto più profonda sotto quella iniziale, che avrebbe reso la vita dell’animale estremamente sofferente.
Si spegne a 45 anni e ora restano solo due femmine Najin e Fatu con le quali si spera, grazie alla fecondazione in vitro di poter ottenere una gravidanza ed evitare l’estinzione.
Precisazione importantissima sul Rinoceronte Bianco
Tuttavia va fatta una precisazione sull’argomento non per sminuire la morte dell’esemplare (che è un fatto gravissimo), ma per non riportare cattive informazioni che si è soliti fare, molto spesso perché non si conosce molto bene l’argomento.
Nonostante la diminuzione demografica di tutte le specie di questi pachidermi, non tutti i rinoceronti bianchi sono in via d’estinzione. Infatti Sudan apparteneva ad una sottospecie, quella di cui effettivamente ne rimangono solo i due esemplari femmina ospiti nell’Ol pejeta.
Vediamo qualche cenno tassonomico:
Specie: Ceratotherium simum
Sottospecie: Ceratotherium simum cottoni (rinoceronti bianchi settentrionali)
Ceratotherium simum simum (rinoceronti bianchi meridionali)
Alla prima sottospecie apparteneva Sudan e le due femmine rimaste, alla seconda sottospecie appartengono gli altri rinoceronti bianchi tipici del meridione e di cui si è vista una crescita fino a 20 mila individui suddivisi nei seguenti paesi: Botswana, Kenya, Nabidia, Sudafrica, Swaziland, Zambia e Zimbabwe.
Ciò nonostante i rinoceronti rimangono vittime del bracconaggio e sono fortemente a rischio.
Alcune dichiarazioni sulle condizioni di Sudan
L’ottimismo degli operatori e addetti alle cure per il rinoceronte si dicevano ottimisti riguardo le sue condizioni, Sudan rispondeva bene alle terapie che i veterinari della riserva gli somministravano, godeva delle attenzioni dei suoi amici umani e si divertiva nel fango sotto la pioggia, il suo passatempo preferito.
Tuttavia le sue condizioni alla fine dell’anno scorso sono peggiorate, la sofferenza che già presentava avrebbe nel tempo peggiorato, rendendo la sua vita solo difficile ed atroce. Si è reso dunque necessario, per il bene dello stesso animale, sopprimerlo e mettere fine alle sue sofferenze.
“È stato un grande ambasciatore per la sua specie – ha affermato Richard Vigne, Ceo di Ol Pejeta – e sarà ricordato anche per aver aumentato la consapevolezza a livello globale sulla difficile situazione non solo dei rinoceronti, ma anche delle molte migliaia di altre specie in via d’estinzione”.
Cenni sul disastro
A minacciare l’esistenza di questi animali imponenti e dall’indole pacifica è il commercio di corni. Costituito da semplice cheratina come le nostre unghie e i nostri capelli, viene usato nella medicina tradizionale asiatica e sul mercato ha un valore di più di 10.000 dollari al kilo.
Nel 1970 la popolazione ammontava a 70 mila esemplari, nel 2007 è scesa a 11 mila.
Il paese ha infatti “pensato bene” di legalizzare il commercio di corni di rinoceronte, pensando di scoraggiare il mercato nero e abbassarne quindi il valore. Quanto al bracconaggio, secondo gli ultimi dati del WWF, nel 2016 sono stati uccisi almeno 1.054 esemplari, tutti all’interno di quelle che sono aree protette.
Ma l’altra gravissima causa di riduzione delle popolazioni è la continua perdita di habitat naturale.
In totale sono 3.200 i rinoceronti che vivono in piccole aree isolate, di questi quelli di Giava sono solo 60 esemplari, ma il rinoceronte nero grazie alle azioni del WWF ha visto un tasso di crescita del 4,8% e sta sopravvivendo, seppure la sottospecie occidentale è stata dichiarata estinta nel Novembre del 2011.
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