In una società come la nostra, in cui la vita degli individui si è spostata nell’infosfera, le informazioni e i dati sono il nuovo oro. Un oro molto diffuso, tanto da essere impossibile da analizzare per un essere umano.
Come ha dimostrato negli anni, l’intelligenza artificiale è lo strumento fondamentale per scavare analisi e creare una qualità di vita migliore.
Da Google Home a Siri, fino ad Alexa. Gli assistenti vocali sono una delle applicazioni che permettono all’IA di entrare nelle nostre vite quotidiane. Ma qual è la tecnologia che ci permette di utilizzarli? Ma soprattutto, quanto sono sicuri?
La base di tutto: i dati
Tramite diversi tipi di algoritmi di deep learning e machine learning, il vostro robottino che imposta timer, vi legge notizie e ricette o vi mette in contatto con i vostri affetti, è una tecnologia complessa che si basa su tante fonti di dati.
Il vostro timbro vocale, il vostro account Amazon, Google, Apple o Spotify, le vostre generalità, la vostra carta di credito e tutto il resto dell’internet. Se alcune di queste informazioni sembrano innocue (ad esempio il vostro amore spassionato per i romanzi di fantascienza), altre sono molto più delicate.
La vostra identità, la carta di credito, i dati sanitari, le vostre idee politiche. Sono tutti dati appetibili per un utilizzo criminale o illegittimo da parte di altri individui. Dati che come entrano nel vostro dispositivo, escono molto più frequentemente di quanto crediamo.
Falle dei sistemi che utilizziamo però, soprattutto per via della poca esperienza con queste tecnologie innovative, non sono sempre intenzionali.
La legge ci rende più sicuri
Per ovviare a questo problema vengono in aiuto le normative, e una di quelle che gestisce la privacy dei consumatori è il Regolamento Europeo che si occupa del trattamento, della circolazione e della protezione dei dati personali. Conosciuto con l’acronimo GDPR, è entrato in vigore nel maggio del 2018, e promulga un idea fondamentale: la privacy by design.
L’approccio alla sicurezza dei dati non è più una caratteristica secondaria da aggiungere a fine lavori o dopo la commercializzazione, ma fin dalla fase di progettazione. Scopo che viene raggiunto ad esempio minimizzando i dati da analizzare e per finalità limitate.
Focus principale è dato al consenso informato del cliente sulla raccolta e sulla gestione dei dati, la cifratura dei dati e la data retention (ossia per quanto tempo possono essere conservati). Per approfondire l’argomento che lega il GDPR ad uno di questi prodotti, vi suggeriamo di leggere l’articolo su Alexa di PrivacyLab.
Forse il vostro assistente vocale non sta progettando di vendervi nel deep web ma sicuramente è compito del consumatore essere consapevole dei rischi e adottare un comportamento assennato.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.