Quando si parla di un aspetto molto importante come l’alimentazione, è chiaro come si tratti di un tema sentito non solamente nel mondo dello sport, ma anche nella vita di tutti i giorni. L’alimentazione è fondamentale per garantire un certo quantitativo di energie utili per affrontare la quotidianità e, a livello professionistico e sportivo, chiaramente è fondamentale per poter raggiungere degli elevati standard dal punto di vista delle performance.
I Mondiali di Basket rappresentano uno degli appuntamenti più importanti nel panorama cestistico internazionale e viene chiaramente da chiedersi che legame possa avere con l’alimentazione. Ebbene, come è stato sottolineato nel corso di una recente intervista di Matteo Soragna a L’Insider, mangiare bene e con giudizio riveste un ruolo di primaria importanza nella buona riuscita di un evento simile. È chiaro che un giocatore mediocre, anche alimentandosi bene non potrà mai diventare un fenomeno, però è altrettanto che i migliori giocatori sono quelli che riescono a conciliare la gestione delle performance sportive, con l’attenzione e la cura verso ogni dettaglio che può fare la differenza.
Gestire la pressione con la maglia della Nazionale
Come ben spiegato da Matteo Soragna, uno che di appuntamenti importanti a livello cestistico se ne intende eccome, dal momento che ha preso parte a diverse spedizioni azzurre, portando a casa anche diversi riconoscimenti di primo livello, come ad esempio la medaglia di bronzo agli Europei di Basket del 2003 in Svezia, piuttosto che la spettacolare e indimenticabile medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene, occasione in cui l’Italia realizzò un exploit pazzesco che rimarrà per sempre nella storia del basket nostrano. Ebbene, Soragna, dall’alto della sua esperienza, ha dispensato una serie di utilissimi consigli per affrontare la preparazione sia in vista di un impegno così probante che poi una volta sul posto, tra una partita decisiva e l’altra.
Una delle principali caratteristiche del Mondiale è quella di essere un torneo piuttosto atipico, dal momento che si gioca in soli 15 giorni ed è necessario arrivare al massimo della forma per poter puntare a raggiungere dei traguardi importanti. E per arrivare al top della condizione, il segreto è solamente uno: curare sia l’aspetto mentale che fisico della preparazione. Soragna, che ha giocato come guardia sia con la maglia di Treviso che con quella di Biella, ha messo volutamente in evidenza quanto conti la gestione del riposo e degli allenamenti. Una volta finito il campionato con la squadra di club, infatti, la prima cosa a cui tanti giocatori pensano è quella di staccare la spina e riposarsi. E fa certamente bene, prendersi un piccolo periodo di vacanza, soprattutto dopo una stagione stressante, sia che sia stata avara o ricca di gioie e trionfi. Detto questo, però, come ben evidenziato da Soragna, il riposo non può essere totale, altrimenti il corpo necessiterebbe di troppo tempo per poter tornare in forma e non si rientrerebbe in una condizione accettabile per l’inizio del raduno con la propria Nazionale, ma nemmeno si arriverebbe pronti all’avvio della prima fase a gironi dei Mondiali.
Occhio al riposo
Ecco spiegato il motivo per cui è fondamentale riuscire a gestire il proprio riposo (oltre che l’alimentazione), anche una volta che la competizione ha preso il via. Curare ogni dettaglio, integrazione compresa, diventano degli aspetti che fanno la differenza, sia dal punto di vista del recupero attivo che di quello non attivo. In seguito, è chiaro come la bravura di un giocatore è anche quella di gestire contemporaneamente il lato emotivo e psicologico. Se all’esordio la propria Nazionale ha perso di venti punti, è necessario resettare tutto e ripartire da zero, approcciando alla gara successiva come se nulla fosse stato. In caso contrario, il rischio è quello che le preoccupazioni e le convinzioni a livello mentale possano condizionare il rendimento durante la gara, finendo con il perdere anche la seconda partita e, di conseguenza, la qualificazione al turno successivo della manifestazione. Ci vuole, come ha specificato Matteo Soragna, tanto equilibrio, dal momento che la gestione di tensioni ed emozioni, in un torneo del genere, può fare senz’altro la differenza.
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