Among the sleep – La cripta dello zio Nex

Titolo: Among the Sleep
Anno: 2014
Sviluppatore: Krillbite Studio
Distributore: Steam
Piattaforme: PC, PS4
Piattaforma testata: PC

Among the Sleep, ovvero horror e bambini, un connubio che vanta miriadi di esempi e di rielaborazioni, tra pargoli inquietanti e anticristi in erba assortiti, giovani spiriti rancorosi, mocciosi in possesso di poteri dalle implicazioni meno che gradevoli, fino ai normali fanciulli a loro malgrado capitati in situazioni non propriamente kid friendly. Stesso discorso per le paure prettamente infantili, sviscerate e riproposte in numerose varianti. Considerate la premesse fa strano come Among the Sleep riesca a rappresentare qualcosa di originale e inedito, eppure anche sforzandomi non riesco a trovare -almeno in campo videoludico- precedenti che si siano spinti fino in fondo come ha fatto Krillbite Studio, ossia farci vivere l’incubo di un bambino direttamente attraverso gli occhi del piccolo diretto interessato.

Among the sleep: un incubo con gli occhi di un bambino

Fa strano, ma forse solo fino a un certo punto, se pensiamo ai protagonisti di survival horror a cui siamo abituati: nel migliore dei casi corpi speciali iperaddestrati e armati fino ai denti, poliziotti e ingegneri spaziali seguaci del Mcgyveresimo; nel peggiore scribacchini, detective e poveri cristi qualunque, magari incapaci di brandire un’arma e inclini ad accumulare nella propria biancheria intima abbastanza sfumature di marrone da far concorrenza a Quake (che finezze che vi tiro fuori, neh?), ma da cui comunque ci si può aspettare quel minimo di prontezza e risorse per poter salvare la pellaccia anche nelle circostanze più critiche.

among the sleep screen 1
Anche una rampa di scale potrebbe essere un problema

Ecco, ora provate ad estremizzare questa logica applicandola nei riguardi di un soldo di cacio con tanto di pigiama a stelline, a malapena in grado di camminare e per il quale raggiungere la maniglia di una semplice porta diventa un’impresa tutt’altro che banale. Parlare di “margini d’azione limitati” in questo caso è praticamente spalancare le nuove frontiere dell’eufemismo.
Per fortuna i ragazzi di Krillbite dimostrano di avere le idee chiarissime in merito, sapendo che con in mano un concept e un protagonista così peculiari, l’unica strada possibile è quella di campare completamente di queste premesse e di svilupparle fino al minimo dettaglio.

Among the sleep punta molto sui dettagli

Tanto per cominciare, facendoci immedesimare in qualcosa di smarrito e indifeso come solo un bimbo che non trova la sua mamma può essere. E’ proprio così che inizierà questo brutto sogno: letteralmente sdradicati dal nostro lettino, siamo soli, in una casa che in questa notte di tempesta non è più il nostro mondo, ma un luogo alieno e minaccioso. Fortunatamente Teddy non è lontano, è un buon orsacchiotto e un ottimo amico, sempre pronto a dispensarci consigli e confortevoli abbracci. Ma attorno a noi continuano a succedere cose che non dovrebbero, siamo circondati da suoni sinistri, e quel che è peggio, mamma non c’è e non si trova da nessuna parte, per quanto la cerchiamo disperati. Ora anche Teddy ha paura, ma non abbiamo scelta se non farci coraggio e proseguire, alla ricerca di indizi su come rimettere tutte le cose a posto e riprendere la nostra vita di giochi spensierati, pomeriggi alle giostre… e baci della buona notte a propiziare sogni felici.
Di sicuro, quello in cui Among the Sleep non difetta, è la suggestività: vivere il punto di vista di un duenne spaventato è un’esperienza originale ed emotivamente coinvolgente, vuoi la vivida immaginazione tutta infantile che si tenta di ricreare, vuoi la reazione che ciò tende a suscitare da parte di un osservatore adulto, divisa tra la tenerezza per la beata ingenuità, e la consapevolezza che quelle che passano sul nostro schermo sono le paure che tutti noi abbiamo vissuto. Perché sì, se i termini di paragone sono i vari Outlast, Siren, Fatal Frame e compagnia bella, qui di spaventi ce ne sono pochi e pure banalotti, tra rumori a cazzo di cane di provenienza ignota, ombre strane, porte che si chiudono e corridoi bui… Ma mettendoci sulla lunghezza d’onda giusta, non è difficile immedesimarci nell’esperienza, tornando per poche orette a quando la nostra casa nell’oscurità della notte era il luogo più terrificante di tutto il mondo ed era difficile addormentarci all’idea di tutti i mostri in agguato sotto al letto o nascosti nell’armadio.

among the sleep screen 2
Un ambiente domestico per niente rassciurante

Come detto, le capacità del nostro personaggio principale (o meglio, la scarsità di esse), costituiscono una parte integrante di quanto Krillbite ha accuratamente confezionato; se il saper camminare rappresenta per noi una conquista più o meno consolidata, correre equivale a chiedere troppo alle nostre gambette corte e alla coordinazione incerta, col risultato che uno scatto prolungato più di qualche secondo finirà puntualmente con un capitombolo ben poco “survival”, e ben presto, qualora servisse un certo sprint, finiremo per abbandonare queste cose “da grandi” in favore del caro e collaudato gattonare.
Quello che difetta nell’agilità, il nostro eroe tascabile, lo compensa con lo spirito avventuroso e un’innata curiosità… ossia, la capacità di mettere le manine paffute su qualunque cosa capiti sotto tiro, cosa quantomeno provvidenziale quando ci si deve muovere in un mondo progettato per individui di taglia ben differente. Una discreta fetta del gameplay di Among the Sleep sfrutta infatti le possibilità d’interazione con l’ambiente, che sia semplicemente spostare uno sgabello in modo di poter raggiungere la maniglia di una porta fino ai semplici puzzle basati sulla fisica di tanto in tanto; giusto per staccare da una formula basata su un mix tra caccia al tesoro e nascondino (giusto per rimanere su tematiche infantili), rispettivamente per cercare gli oggetti necessari al proseguimento della storia, e per sottrarci alle presenze malevoli che popolano questo incubo.

Among the sleep fa dell’interattività uno strumento

Giusto per chiarire: malgrado la tenera età del nostro alter ego e tutto quanto, possono sempre succederci cose brutte, e naturalmente, non abbiamo a disposizione alcuna difesa, se non nasconderci e sgattaiolare lontani dal pericolo, sperando che il pannolino si riveli all’altezza del delicato compito affidatogli.

among the sleep screen 3
Reminscenze delle paure che abbiamo provato da bambini

Beh, fino a questo punto, posso immaginare che vi siate fatti l’idea di una sorta di Amnesia a misura di asilo nido, con parchi giochi in luogo di tenebrosi castelli europei, e inventari che ospitano giocattoli al posto di teste mozzate; insomma un gimmick curioso ma tutto sommato innocuo e fine a sé stesso. Signori miei, niente di più inesatto: è nella trama che risiede il vero cuore di Among the Sleep, e nel man mano che vi farete strada verso la conclusione, sarà sempre più chiaro che ogni elemento e ogni dettaglio non è altro che un vettore finalizzato a raccontare -o meglio- farci vivere in prima persona una storia. E per inciso, tutta l’impalcatura regge bene e si dimostra infine ottimamente studiata, riuscendo a toccare tutti i tasti giusti per catturare l’interesse del giocatore. Ricordate quando ho menzionato il “coinvolgimento emotivo”? Beh, in un paio d’ore capirete cosa intendo.

Among the sleep è spaventosamente corto

E sì, avete capito bene: un paio d’ore. Inutile tentare di addolcire la pillola, Among the Sleep è completabile in un lasso di tempo sufficiente per guardare una partita di calcio, lasciandovi pure minuti di scarto a sufficienza per una sigaretta o due e un giro tra social network a sbeffeggiare chi qualche mese fa sproloquiava sulle speranze di scudetto dell’Inter… Poca roba davvero (ok, anche gli ultimi mesi dell’Inter, ma qui rischiamo di andare fuori tema), specie se il cartellino del prezzo recita un non troppo clemente 15 Euro (20 al momento dell’uscita), cifra che il mercato -oltre che al semplice buonsenso- tenderebbe ad associare a titoli contenutisticamente meno striminziti. Poi d’accordo, parliamo di una produzione indipendente senza un grande budget alle spalle, di un’opera che a conti fatti, se fosse durata anche solo un minuto in più, avrebbe rischiato di risultare meno compiuta ed efficace, possiamo anche addentrarci nello spinoso discorso dei videogiochi come arte/forme d’espressione e non semplici prodotti commerciali e la conseguente impossibilità di quantificare pecuniariamente l’unicità di un’esperienza offerta secondo parametri standardizzati, oppure…

Beh, poche palle, un prezzo del genere è semplicemente esagerato, ed è un vero peccato non poter consigliare a scatola chiusa Among the Sleep proprio ed esclusivamente per questo motivo. Fermo restando che, al primo sconto degno di questo nome, non esisteranno più scuse per non tornare bambini e addentrarci nel buio armati di orsetto di pezza.
Fino ad allora… Sogni d’oro.

 

Voto: 7/10

 

—Addendum 17/2/2016 – Prologue DLC—
Dunque. Con la capacità che mi contraddistingue nel tenermi aggiornato coi tempi e nel fingere di avere una tabella di marcia con pochissimi margini di retrospettive, scopro or ora che Krillbite ha rilasciato un add-on gratuito (in realtà è più di un anno… Sempre sul pezzo, Nex.) che aggiunge ad Among the Sleep un nuovo capitolo in forma di prologo. Ora, considerato come la mia principale critica riguardo all’originale survival horror dello studio scandinavo fosse in una longevità misera, direi che il minimo che possa fare sia aggiornare l’articolo, per scoprire se questo DLC può davvero cancellare le riserve su un titolo altrimenti più che pregevole.

E, signore e signori, dopo venti minuti, posso dire che il responso è purtroppo negativo. E di fatto, la risposta ve l’ho già data: guardando un prezzo di listino tutt’altro che regalato, non basta certo un quarto d’ora e poco più di bis a cambiare l’antifona, nemmeno se i nuovi contenuti fossero qualcosa di inaspettato e sconvolgente, e non un semplice “more of the same” come Prologue effettivamente si dimostra. Il DLC, come il titolo ci suggerisce, ci porta infatti a giorni antecedenti le vicende del gioco base, prima che il nostro piccolo amico (al quale va dato credito, quanti colleghi all’età di due anni potevano già vantare un prequel?) incontrasse Teddy e affrontasse in sua compagnia le proprie paure. Qui abbiamo un cottage di montagna, una brutta nevicata, il gelo (non solo letterale) a fare da padrone, voci che implorano aiuto e ombre minacciose. Chiunque si appresti ad affrontare questa espansione dopo aver portato a termine la storia principale (come peraltro gli sviluppatori si prodigano a raccomandare), può naturalmente intuire quali saranno i toni e gli sviluppi narrativi del caso, e anche riguardo al lato di gameplay, le novità risultano pressoché nulle rispetto alla formula divisa tra esplorazione a gattoni, qualche piccolo brivido e un semplice puzzle fisico qua e là, per gradire. Un esercizio di stile sulla formula originale, che comunque è eseguito con gusto e mestiere. C’è tempo per sentire un buon comparto audio contribuire all’atmosfera cupa, un’ambientazione adeguatamente suggestiva, qualche dettaglio per espandere la trama, e una citazione di “Mamma ho Perso l’Aereo”. Venti minuti fatti discretamente, e appunto, titoli di coda.

Un peccato non poter alzare il giudizio complessivo sul valido Among the Sleep, che qualitativamente rimane decisamente elevato, ma quantitativamente… beh, un robusto sconto resta la via migliore con cui andare a nanna soddisfatti.

Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!

Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].

Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.

Andrea Bruni

Vive praticamente di notte, ha un senso dell’umorismo estremamente malato, un cattivo gusto da annali, coltiva attivamente un senso critico/estetico che pure Ed Wood commenterebbe con un “Ma no, dai”, rifiuta con sdegno qualunque attività intellettuale che non sia coadiuvata da una bottiglia di birra dozzinale e ama scrivere di sé in terza persona senza una vera ragione. La cosa peggiore? Ne è perfettamente consapevole. Semplicemente, invece che affrontare e porre rimedio alle proprie cattive abitudini, questo individuo ha scelto di renderle socialmente accettabili, spacciandosi per sedicente esperto di horror.Pantomima riuscita al punto di convincere lo staff del Bosone di reclutarlo e affidargli una colonna ad hoc. Fino all’inevitabile momento in cui si accorgeranno dell’atroce errore commesso, il buon Nex sarà il vostro riferimento sulla roba spaventosa e/o truculenta in ogni sua forma.
Pulsante per tornare all'inizio