L’estate è il periodo in cui si verifica il numero maggiore di abbandoni animali, in particolare di cani, assistendo così a un aumento del randagismo come fenomeno urbano e non solo.
Ma non siamo qui a fare la paternale a coloro che decidono di sbarazzarsi dei propri amici a quattro zampe, ripetendo la solita morale sulle responsabilità che probabilmente non capiranno mai.
Questo articolo è dedicato a tutti coloro che vogliono aiutare concretamente i cuccioli destinati alle strade; vi proponiamo un’esperienza a dir poco rara, di persone che lavorano con dedizione per salvare i cani dal crudele destino dell’abbandono e del randagismo.
Si tratta di un’associazione no-profit che ha sede in Calabria, in prov. di Reggio Calabria, dove sono stati accolti e adottati molti di questi cuccioli e randagi.
Nella speranza che la chiacchierata possa ispirare chiunque nutri i medesimi propositi, passiamo la parola alla signora Angela…
Come si chiama la vostra associazione e come è nata?
La nostra associazione porta con sé il nome di “Anime Randagie”. Chi ha empatia verso le creature che appartengono umilmente a questo mondo, ha sperimentato personalmente che in essi vi è un’anima palpitante di sentimenti, amore, gioia e purtroppo anche sofferenza!
La struttura che oggi ospita i cani era un ex-macello abbandonato, che noi abbiamo ristrutturato e adibito appositamente per la nostra causa. Da un luogo di morte è diventata un’oasi di salvezza!
Tu Angela sei la presidentessa, colei che ha avviato materialmente questo sogno e luogo sicuro per i randagi! Cosa ti ha spinto a farlo?
Un grande amore! Chi ama davvero, vorrebbe mettere sempre al sicuro il proprio “oggetto” d’amore, vorrebbe curarlo, custodirlo e proteggerlo poiché nulla possa accadergli… E’ questo il senso della nostra completa dedizione a questa causa.
Che rapporto hai con lo staff e con i vostri ospiti?
La nostra associazione non è assolutamente verticistica, tutt’altro! Io, sulle carte sono la presidente poiché è necessario che legalmente questo ruolo sia in essere, ma la nostra è una grande famiglia, ove ogni membro ha il suo specifico ruolo ed ha a cuore solo la salvezza ed il benessere dei nostri “bimbi pelosi”, poiché è così che noi li sentiamo!
Ricevete molte richieste di adozione?
Noi lavoriamo molto sulla comunicazione ed abbiamo sperimentato che è proprio questa la carta vincente per dare visibilità ai nostri piccoli! Ogni cane ha la sua storia ed il nome è l’angelo che l’accompagna.
Sholem, nel suo “Walter Benjamin ed il suo Angelo” sosteneva che il nome non è mai un fatto casuale ma è l’angelo che accompagna ogni anima, nella direzione che il destino ha scelto per lei!
Ad ogni modo, in soli due anni abbiamo fatto adottare 470 cagnolini tra cui anche molti disabili.
Quanti cani randagi adulti e cuccioli sono ospitati ad oggi nel rifugio?
Ad oggi abbiamo ricoverati presso la nostra struttura, oltre 160 cani tra adulti e cuccioli, molti dei quali sono disabili o hanno gravi problemi di salute.
Essendo voi un’associazione no-profit, come riuscite a far fronte alle innumerevoli spese necessarie a recuperare e mantenere i pelosetti ospiti?
Personalmente ho accesso a un mutuo che pago con la cessione del quinto del mio stipendio per la messa a norma di una parte dell’Oasi e ad ogni modo, con una comunicazione improntata sull’assoluta trasparenza delle donazioni e delle spese, molte persone del “Branco delle Anime Randagie” (il gruppo che io ho creato), contribuiscono per come possono a sostenere questo grande progetto d’amore in un contesto territoriale estremamente difficile e pieno di contraddizione.
Ad oggi, l’Oasi è diventata meta di pellegrinaggio di amanti dei cani da parte di tutta Italia ed anche dall’estero.
In Calabria, e in tutto il Sud in particolare, il randagismo è un problema che non si riesce a combattere facilmente. Ogni anno sono sempre di più i cani abbandonati e maltrattati e troppo spesso molti di loro non ce la fanno! Cosa ne pensi tu? Quale secondo te potrebbe essere uno dei modi per far fronte al randagismo?
Credo che non ci sia una vera volontà politica finalizzata a risolvere il problema del randagismo, poiché basterebbe organizzare, da parte degli Enti preposti, una semplice operazione di sterilizzazione e re-immissione sul territorio dei randagi presenti nei vari paesi. I costi non sarebbero affatto rilevanti e al contempo l’ approccio sarebbe risolutivo!
Purtroppo il business del randagismo porta molti soldi nelle tasche dei detentori dei canili, molto spesso lager e come facilmente si può desumere, fino a che ci saranno interessi, è bene tenere alta l’emergenza.
Dal canto nostro, nonostante noi siamo una associazione no-profit, e quindi senza aiuto da parte di Stato, Regione e/o Comuni, stiamo effettuando a nostre spese la sterilizzazione di decine di randagi che transitano nella nostra oasi in attesa di adozione. Non c’è a parer nostro altra via!
Io sono dell’avviso che noi avremo raggiunto l’obiettivo che ci siamo preposti, quando non ci sarà più bisogno di noi sul territorio e quando l’oasi diventerà un percorso museale finalizzato alle scuole per lo studio di un fenomeno debellato ma che ha fatto parte della storia della nostra regione.
Cosa spinge secondo te le persone a prendere un cane e successivamente ad abbandonarlo?
Credo che il grande problema sia coltivare l’insano pregiudizio che gli animali non possiedano un’anima e quindi non considerare che loro abbiano gli stessi sentimenti che percepiamo noi nel corso della loro esistenza. Credo che a questo mondo, sia sempre più raro il sentimento della compassione!
Avete progetti per il futuro, come associazione?
Si, abbiamo molti progetti in cantiere! Stiamo realizzando un grande polo sanitario in seno al rifugio, finalizzato alle sterilizzazioni sia dei randagi che dei cani di proprietà delle persone poco abbienti. Molto probabilmente, anche il costo eccessivo delle sterilizzazioni è un fattore che incide notevolmente sul problema del randagismo!
In Calabria, in realtà, assistiamo a pochi casi di abbandono ma verifichiamo sul campo che, spesso, il proprio cane viene lasciato vagare in paese ed essendo non sterilizzato, procrea cuccioli che nella migliore delle ipotesi vengono lasciati vicino ai cassonetti della spazzatura, nella peggiore… Davvero non voglio pensarci!
Per chi leggerà l’intervista, vuoi darci dei suggerimenti o un modo per aiutarvi nella vostra causa?
Sono tante le modalità di aiuto verso un’associazione che opera in maniera trasparente ed energica, ad esempio iscriversi e seguire il nostro gruppo presente su FB col nome “Il Branco di Anime Randagie” condividendone i post, oppure, quando se ne avesse la possibilità, aiutare con una semplice donazione sul conto corrente dedicato.
Ancora più semplicemente, iscriversi al teaming, che è una sorta di sottoscrizione finalizzata alla donazione di un solo euro al mese che verrà prelevato senza costi aggiuntivi dal proprio conto corrente. Insomma vale bene la rinuncia di un caffè o di una sigaretta al giorno per salvare una vita!
Risulta chiaro e trasparente come la passione e la forza di volontà a salvare gli animali abbandonati, in questo caso i cani, sia di estrema importanza per mandare avanti un progetto e un sogno come il loro.
La signora Angela ha detto bene, il sentimento come la compassione è assai rara nei confronti delle creature che non siano uomini. Una frase su cui dovremmo riflettere tutti prima di prendere un cane o di abbandonarlo.
L’amore che lei e tutti i volontari hanno nei confronti della causa e di tutti gli ospiti del rifugio è incommensurabile.
Esperanza, una cagnolina che in un solo anno ha conosciuto la crudeltà dell’uomo. Ma questa storia ha un lieto fine!
Ebbene, l’aneddoto di questa cagnolina è così tragico che ha toccato il cuore di chi ha letto la sua storia. Ma la grande forza di volontà dei volontari e operatori del rifugio “Anime Randagie” e la voglia di vivere della cagnolina stessa, trova un lieto fine.
Ce lo racconta Angela, che quel giorno tanto maledetto la trovò e la prese a cuore!
Esperanza (ricordate la forza evocativa che può avere un nome?) è stata trovata sul ciglio della strada Statale 106, con entrambe le due zampe anteriori completamente spezzate di netto (molto probabilmente con l’ausilio di un colpo di bastone). Non vi nego che, il giorno del ritrovo, a quella vita, ebbi serie difficoltà a mettere due pensieri logici in fila, e mi ritrovai completamente sconquassata da un pianto a dirotto difficile da controllare nonostante imponessi a me stessa la necessità di rimanere lucida.
Ricordo che arrivati dal veterinario, e dovendo immediatamente sottoporre Esperanza ad un delicato intervento chirurgico al fine di poter applicare due placche al titanio alle zampette devastate per poterla rimettere nuovamente in piedi, al momento della tosatura toccammo con mano quanto la barbarie di un uomo possa grondare di ferocia: Esperanza (un anno appena di vita) aveva il corpo segnato completamente da tagli di coltello e da bruciature!
Esperanza per circa due mesi non ha mai mantenuto il contatto oculare con nessuno di noi volontari, il volto era sempre girato verso l’angolo del muro e non ha mai emesso nemmeno un abbaio!
Era irrimediabilmente fobica. Ma piano piano, dormendole accanto, vivendo notte e giorno con lei, aiutandola a comprendere che le persone non sono tutte entità da cui sfuggire, iniziò a sentire l’esigenza di contatto fisico con noi ed ora, Espy, felicemente adottata da un uomo meraviglioso, è felice e spensierata assieme al suo fratellino Gaz, in Valle D’Aosta.
Questo è quanto! Una storia che ci fa tanto riflettere sulle nostre azioni.
Una storia che fa davvero commuovere, sia perchè dopo un solo anno di sofferenze e torture ha trovato una famiglia che la ama, sia perchè storia come la sua ce ne sono fin troppe e non tutte, purtroppo, hanno un lieto fine come quello di Esperanza.
Ringraziamo di cuore la presidentessa Angela del rifugio “Anime Randagie” per averci dedicato del tempo prezioso. Noi le auguriamo i migliori auguri per tante adozioni del cuore e per i nuovi progetti che verranno intrapresi per continuare ad aiutare e dare voce a chi non può parlare.
E specifichiamo, i cani e tutti gli animali parlano, hanno un loro linguaggio, ma in pochi lo comprendono! Invitiamo chiunque abbia il puro desiderio di avere un cane nella propria famiglia, di rivolgersi ai canili della loro città o più in generale, di adottare.
Perchè anche i randagi meritano una vita dignitosa e tanto amore.
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