Gli archeologi hanno risolto il mistero del cerchio fatto di ossa di Mammut

La scoperta di un enorme “cerchio” costituito da diverse centinaia di ossa di mammut aveva lasciato interdetti i paleontologi: immediatamente soprannominata Bonehenge, la Stonehenge delle ossa, l’incredibile struttura costituiva una questione piuttosto enigmatica per gli studiosi, almeno fino a questo momento. Ma andiamo per ordine.

Le ossa di Mammut

Non molto tempo fa erano stati riportati alla luce una serie di enormi cerchi costruiti interamente in ossa di mammut (parallelamente ad altre scoperte), nei territori tra la Russia e l’Ucraina. Analizzandoli, gli scienziati avevano ipotizzato che fossero stati costruiti circa 20.000 anni fa, durante il picco dell’ultima era glaciale. Si parla di circa una settantina di queste strutture, sparse in circa 25 siti diversi.

Inizialmente la prima ipotesi era stata che questi “cerchi” fossero usati per la conservazione del cibo o come siti di lavorazione delle erbe e delle piante che venivano raccolte nella zona, così come dei proventi della caccia. Nell’ultimo periodo dell’ultima grande glaciazione, infatti, i nostri antenati erano già in grado di utilizzare rudimentali tecniche per cucinare ciò che trovavano in quegli ambienti ostili, e certi tipi di erbe venivano addirittura già utilizzate a scopo medicinale.

Ma un semplice “deposito di stoccaggio” non sarebbe stato costruito in modo così preciso e curato. Per questo il team di Alexander Pryor ha avanzato quella che potrebbe essere l’ipotesi definitiva: le tribù utilizzavano le ossa di mammut per costruire rifugi temporanei che potessero ripararli dal gelo e dai grandi predatori, e le ossa di mammut sarebbero state il materiale più adatto per mettere su costruzioni che dessero un minimo di riparo per un periodo di tempo non molto lungo.

Il team di scienziati ha escluso che i “cerchi” potessero fungere da dimore a lungo termine perché le ossa utilizzate erano troppo “fresche” per costituire un materiale resistente e sicuro, e l’odore che rilasciavano sarebbe stato un’attrattiva troppo forte per i predatori della tundra. Ecco perché sembrerebbe che quella delle case temporanee sia l’ipotesi più valida.

L’archeologia ci sta mostrando sempre di più i modi in cui i nostri antenati tentavano di sopravvivere in climi così disperati e in un ambiente estremamente ostile come quello presente durante il picco dell’ultima era glaciale. Molti siti simili in altre parti d’Europa erano già stati abbandonati in quel periodo, mentre queste tribù avevano trovato il modo di adattarsi per trovare cibo, acqua corrente e riparo

– Alexander Pryor

Come dichiarato dallo scienziato, infatti, nonostante il clima rigido mettesse a dura prova la tempra dei nostri antenati, i “cerchi di Mammut” Ucraini e Russi vennero abbandonati con molto più ritardo rispetto a quelli di altre parti d’Europa, sia per l’abilità di quelle tribù nel cacciare e procurarsi cibo, sia per l’ingegnosità di sapersi adattare ad un ambiente così sfavorevole.

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Necronomidoll

Divoratrice compulsiva di libri, scrittrice in erba, maladaptive daydreamer. Il Culto Vive.
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