Dire che Star Wars ha una fama internazionale sarebbe riduttivo. Il termine multigenerazionale, forse, si adatta maggiormente ad un franchise iniziato da George Lucas nel 1977 e rinato ben due volte, prima nel 2000 con la trilogia prequel e recentemente, con la triade lanciata da Il Risveglio della Forza.
La fama di Star Wars non sarebbe stata la stessa senza la musica di John Williams ma il sonoro tipico delle storie della galassia lontana lontana, non è tutto merito suo. Ben Burtt, infatti, è il sound designer a dir poco leggendario che ha curato suoni iconici come quello del Blaster – Folgoratore, nell’originale traduzione italiana – o il notissimo ronzio delle spade laser.
Molti si sono chiesti come abbia fatto a creare suoni così caratteristici che sono oggi diventati iconici e finalmente, è possibile avere la risposta grazie alla puntata speciale del podcast Twenty Thousand Hertz realizzata in onore dello Star Wars Day.
I suoni più interessanti del mondo
Il podcast in questione tratta proprio di sonoro, ed in particolare esplora le storie che stanno dietro a quei suoni, come quelli realizzati da Ben Burtt, appunto, che sono iconici e riconoscibili da chiunque, spesso anche da chi non è fan dell’opera per cui sono stati originariamente utilizzati.
L’episodio speciale uscito questo quattro maggio si è focalizzato sui suoi utilizzati nella saga degli Skywalker, ed in particolare il ronzio delle spade laser, i rumori di sottofondo degli X-wing, e ovviamente, il suono incriminato; il classico “pew pew” dei folgoratori.
Blaster per caso in giro con Ben Burtt
Per quanto vi potrà stupire, sembra che Ben Burtt abbia trovato il suono perfetto in modo del tutto accidentale. Nel podcast infatti racconta che durante un’escursione sulle montagne del Poconos il suo zaino si è incastrato in un tirante. E in quel momento ha sentito il suono di cui aveva bisogno, motivo per cui ha raggiunto delle torri radio di Los Angeles, e si è messo a colpire dei tiranti con una chiave inglese registrando suoni, finché non ha trovato il tono perfetto.
E per quanto sembri una storia curiosa e poco epica… Beh, è un aneddoto che si sposa fin troppo bene con quella che amo chiamare “la sabbia”, quella sensazione che nel mondo di Star Wars nulla sia perfetto, che quello che alla fine funziona meglio non è la perfetta macchina oliata dell’impero o del primo ordine, ma gli espedienti dei ribelli.
Ben Burtt, insieme a Ray Harryhausen (il mago della Stop-motion), è di certo uno degli artisti che ha contribuito fondamentalmente alla nascita di questo magico fenomeno mediatico.
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