Un fulmine a ciel sereno.
Sono certo che per molti di noi questo sia stato l’effetto che la notizia della recente scomparsa del noto attore italiano Carlo Pedersoli (in arte Bud Spencer, tutti lo conoscevamo così!) ha avuto su tutti noi!
Di fatti, nonostante non avesse vinto alcun riconoscimento, se non tardivamente alla carriera, egli è stato fra i più noti e popolari attori nella storia del cinema italiano, ed ha accompagnato molti di noi durante la nostra vita con quei film forse mai troppo impegnati ma decisamente mai banali, in cui vigevano sempre due leggi: la morale e le botte.
La prima perché, anche quando era il cattivo (tipo in Dio perdona, io no…, Lo chiamavano Trinità, Continuavano a chiamarlo Trinità) lo era per necessità non per sadica scelta; la seconda perché si sa che quando la banda di malfattori che hai davanti vuole intralciare i tuoi piani, o non si rende conto che è finita, allora qualche pugno dato mentre ti sbattono addosso una sedia può concludere prima la discussione a tuo favore!
Va detto che di fatti i suoi film sono ancor’oggi un vero cult della cinematografia del genere, e quando si pensa al “gigante buono” la prima associazione che la mente fa, ormai in automatico, è a Bud Spencer appunto.
Eppure nella vita reale egli era un personaggio veramente poliedrico.
La vita di Bud Spencer
Bud Spencer, quando ancora si chiamava Carlo Pedersoli e faceva il nuotatoreArriva all’università all’età di diciassette anni, dopo una profittevole e precoce carriera scolastica, dove studia chimica, corso che poi non conclude per delle vicissitudini familiari, mentre si da al nuoto, anche qui con molto profitto, tanto da arrivare a partecipare alla XVI Olimpiade. Le vicissitudini di cui sopra lo portano in Sud America, a cui lui si lega e in cui fa ritorno successivamente, mentre, rientrato nel frattempo a Roma con la famiglia, riprende gli studi universitari, questa volta in giurisprudenza, anche questi non conclusi, per poi passare a sociologia e nel contempo riporta altri importanti successi in ambito sportivo e non solo nel nuoto. Per il suo ritorno lì, decide di prendere di petto la sua vita e darle una scossa: si dà a lavori umili, di fatti lavora alle dipendenze di un’impresa statunitense impegnata nella costruzione di una lunga strada di collegamento tra Panamá e Buenos Aires (la celebre Panamericana), nel tratto tra il Venezuela e la Colombia. Più tardi passa alle dipendenze dell’Alfa Romeo di Caracas, nella quale lavora fino al 1960 e con cui disputa, come pilota, la Caracas-Maracaibo. Nel frattempo partecipa con la squadra venezuelana di nuoto in numerose gare nazionali e internazionali. Così arriva pronto alle Olimpiadi di Roma del ’60.
Di lì a breve firma un contratto con la RCA e scrive testi di canzoni per i cantanti del marchio. Quando la situazione cambia, Bud si adegua e per qualche tempo diviene produttore di alcuni documentari per la RAI.
Ottiene, più di recente, il brevetto di pilota e arriva a fondare una sua compagnia aerea, la Mistral Air, poi acquisita da Poste Italiane. Era inoltre appassionato di filosofia e amante della buona cucina, e in una sua intervista arriva a mischiare le due cose, con tanto di buone argomentazioni, trasformando il noto asserto cartesiano “penso, dunque sono” in “mangio, dunque sono” perché, come afferma lui stesso in un’intervista uscita su Il Messaggero del 27 novembre 2014: “non solo siamo quello che mangiamo, ma se non mangiamo non siamo e non pensiamo”.
Bud Spencer era il “supereroe” della nostra infanzia
Certo un personaggio realmente complesso e affascinante, ma ora che si è serenamente spento, vogliamo ricordarlo nel modo in cui lui si è fatto conoscere, come quel gigante buono che è pronto e disposto a fare l’impossibile per chi ha bisogno (vedi il film Un poliziotto extraterrestre… oppure il ciclo Piedone) e che nel contempo sa dispensare botte da orbi a chi le merita, proprio come un supereroe dei fumetti, ma un po’ più vero.
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