Cialde e capsule per il caffè: analogie e differenze

A colazione, dopo pranzo o durante una pausa pomeridiana, il caffè accompagna la quotidianità di milioni di italiani. A casa, in molti non rinunciano alla tradizione, rappresentata dalla classica moka; in alternativa, molti ricorrono alle caffettiere elettriche, certamente più pratiche e comode. Questi apparecchi funzionano spesso in maniera simile ai macchinari professionali in dotazione ai bar, consentendo allo stesso modo di ricavare da un solo ‘processo’ di infusione, una dose singola della bevanda. Le macchinette elettriche per il caffè utilizzano le cialde o le capsule: vediamo di seguito di cosa si tratta e quali sono le principali differenze tra questi due articoli.

Le caratteristiche di cialde e capsule

Spesso si tende a pensare che cialde e capsule siano la stessa cosa, o a utilizzare i due termini come sinonimi. Questo perché i due prodotti hanno alcune caratteristiche simili: entrambi sono dispositivi ESE (acronimo di Easy Serving Espresso), costituiti da una porzione monodose di miscela di caffè utilizzabile in un apposito dispositivo per l’estrazione della bevanda. Detto questo, vi sono alcune sostanziali differenze. Le capsule contengono la polvere di caffè all’interno di un involucro rigido, che può essere di plastica o di alluminio; la parte superiore della capsula è chiusa da un rivestimento che lasci passare l’acqua calda per ottenere il caffè. Le cialde, invece, contengono più o meno lo stesso quantitativo di miscela che, a differenza delle capsule, è racchiuso in un involucro fatto di cellulosa (quindi non rigido), a sua volta imbustato nella plastica. Molte aziende stanno cominciando a produrre cialde e capsule compostabili, per ridurre l’impatto ambientale complessivo dei loro prodotti. Al di là dell’aspetto strutturale, le cialde e le capsule del caffè si differenziano anche per le dimensioni, ed in particolare il diametro, che oscilla tra i 38 mm e i 55 mm. Questo è un altro degli aspetti che rende i due prodotti diversi e ‘specialistici’. Come si può ben intuire, infatti, capsule e cialde non sono intercambiabili, ossia non possono essere impiegate nello stesso macchinario.

Ciò deriva dal fatto che ogni ‘macchinetta’ da caffè elettrica utilizza un sistema di funzionamento diverso o è stata sviluppata per utilizzare soltanto quel prodotto specifico (dal momento che cialde e macchinari vengono quasi sempre prodotti dalla stessa azienda). In aggiunta, al fianco dei prodotti originali esistono quelli ‘compatibili’; si tratta di cialde o capsule prodotte da un’azienda specializzata ma che possono essere comunque impiega anche nelle caffettiere realizzate da terzi.

Cosa scegliere tra cialde e capsule

Poiché sempre più spesso ci si ritrova a sostituire la moka con una macchinetta per il caffè elettrica, capita di dover scegliere tra cialde e capsule. Poiché si tratta di due prodotti tecnicamente simili, ciò che conta davvero è una miscela di qualità. In tal senso, l’offerta proposta dal mercato di settore è molto ampia ma, per fortuna, è possibile sfruttare i portali specializzati come Outlet Caffè per farsi un’idea più chiara dei prodotti disponibili. Da questo punto di vista, infatti, i siti di settore sono molto utili per verificare la compatibilità di un determinato articolo con la propria macchinetta, così da evitare acquisti sbagliati e ritrovarsi con un prodotto di fatti inutilizzabile. In aggiunta, grazie ai canali online è possibile conoscere anche torrefazioni locali poco note, come ad esempio quella che produce le cialde e le capsule Gattopardo, compatibili con diversi dispositivi.

In generale, la scelta tra cialde e capsule dipende principalmente dal tipo di macchinario che si ha a disposizione e, in secondo luogo, dal tipo di miscela che si preferisce (arabica, robusta, mista e così via). Inoltre, per chi predilige un basso impatto ambientale, le cialde sono generalmente più facili da smaltire anche se entrambe sono meno ‘ecologiche’ della classica moka.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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