Cosa è l’antimateria e perché ci serve per viaggiare nello spazio

L’universo è un luogo straordinario e complesso che continua a sfidare la nostra comprensione delle leggi della fisica. Uno dei misteri più affascinanti e meno compresi è l’antimateria, una sostanza che è praticamente identica alla materia, ma con una carica elettrica opposta. Oggi voglio cercare di spiegare in parole semplici ma nel dettaglio cosa sia l’antimateria, quanto sia comune nell’universo e come potrebbe essere utilizzata per rivoluzionare (o meglio, rendere possibili) i viaggi nello spazio.

Cos’è l’antimateria?

L’antimateria è un concetto che potrebbe sembrare complicato, ma è fondamentalmente una sorta di “sorella gemella” della materia che ci è più familiare. Ogni particella di materia che conosciamo, come l’elettrone, ha una controparte in antimateria con una carica elettrica opposta. Prendiamo l’elettrone, una particella con carica negativa: la sua controparte in antimateria è il positrone, che ha una carica positiva.

Ma non sono solo le particelle cariche ad avere un “gemello” in antimateria. Anche le particelle neutre, come i neutroni, hanno una versione di antimateria. Queste particelle di antimateria sono quasi identiche alle loro controparti di materia, ma differiscono in alcune proprietà molto specifiche a livello quantistico, il che le rende uniche e affascinanti per gli scienziati.

antimateria

Questo concetto di antimateria non è nuovo; è stato teorizzato per la prima volta dal fisico Paul Dirac nel 1929 (“The Principles of Quantum Mechanics“). Dirac sviluppò una teoria quantistica che suggeriva l’esistenza di particelle con cariche opposte. Questo fu un momento cruciale nella fisica delle particelle perché ha aperto la porta a nuove ricerche e scoperte. Gli scienziati hanno iniziato a esplorare come la materia e l’antimateria interagiscono tra loro e quali potrebbero essere le implicazioni di queste interazioni per la nostra comprensione dell’universo.

Quanto è comune l’antimateria?

Dopo i primi istanti successivi al Big Bang, l’antimateria è diventata una rarità nel tessuto dell’universo. Tuttavia, non è completamente assente. Esiste in natura sotto forma di raggi cosmici e in certi tipi di decadimento radioattivo. Positroni e antiprotoni rappresentano una frazione molto piccola, meno dell’1%, del flusso totale di particelle nell’universo.

Ma la loro esistenza solleva domande intriganti: perché l’universo è composto principalmente di materia e non di antimateria? Questo è uno dei grandi problemi irrisolti della fisica moderna e oggetto di intensa ricerca scientifica.

È possibile usarla per i viaggi nello spazio?

La risposta, in teoria, è “sì”. Ma sappiamo che tra il dire e il fare c’è di mezzo…un universo in questo caso. Nel 1999, la NASA ha proposto un concetto che potrebbe sembrare uscito direttamente da un romanzo di fantascienza: utilizzare l’antimateria come fonte di energia per i viaggi spaziali. Ma come?

Come abbiamo detto, l’antimateria è una forma di materia che è l’opposto della materia ordinaria. Quando una particella di materia incontra la sua controparte di antimateria, si verifica una reazione che produce una grande quantità di energia. Questa energia è molto più potente di quella generata dai metodi convenzionali che utilizziamo oggi, come i motori a razzo alimentati a idrogeno o carburanti fossili.

navicella che va ad antimateria
Fonte | Nasa

La NASA ha pensato di sfruttare questa potente reazione per alimentare una navicella spaziale. In termini tecnici, l’idea era di far collidere protoni (un tipo di particella di materia) con antiprotoni (la loro controparte di antimateria). Questa collisione avrebbe generato raggi gamma e altre particelle subatomiche, che potrebbero essere utilizzate per generare una spinta molto efficace. Vi consigliamo a tal proposito la lettura di questo articolo sul sito della NASA: “New and Improved Antimatter Spaceship for Mars Missions“.

Per dare un’idea della potenzialità di questo sistema, un motore alimentato da antimateria potrebbe essere fino a 2000 volte più efficiente dei motori a razzo attuali. Questo non solo renderebbe i viaggi nello spazio più veloci, ma anche più fattibili dal punto di vista energetico. Potremmo raggiungere destinazioni nel sistema solare in una frazione del tempo che ci vuole oggi, aprendo la porta a esplorazioni spaziali che al momento sono al di fuori della nostra portata.

Il rovescio della medaglia: costa tanto

Contenere l’antimateria è una sfida tecnica e scientifica di proporzioni epiche. Quando viene a contatto con la materia, l’antimateria annichilisce, rilasciando enormi quantità di energia. Il CERN, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, detiene il record per il contenimento dell’antidrogeno, trattenendolo per circa 17 minuti nel 2011. Tuttavia, produrre antimateria è un processo estremamente costoso e complesso. Si stima che un miliardesimo di grammo di antimateria costi circa 62.500 dollari, rendendo la sua produzione e utilizzo su larga scala una sfida finanziaria di grande entità.

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Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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