Un nuovo termine sta guadagnando rilevanza nel panorama digitale: “SLOP“. Esso identifica quei contenuti generati automaticamente da strumenti di intelligenza artificiale (IA) con l’unico scopo di monetizzare passivamente. Un’intrusione linguistica che i puristi dell’italiano mal digeriranno ma che sono destinati ad accettare così come hanno accettato, tempo addietro, tutti gli anglicismi legati al mondo digitale (vedi “SPAM”).
Benvenuto ‘SLOP’, il nuovo termine che andrà inevitabilmente a sostituire ‘SPAM’
Sebbene sia indubbio il fatto che l’intelligenza artificiale non ci ruberà il lavoro, resta assodato che la nostra lingua sta cambiando. Un fenomeno che sta prendendo piede sempre di più come abbiamo visto con il caso dell’Islanda. Il paese dei ghiacci non sta perdendo solo questi, ma sta affrontando un raro e preoccupante fenomeno di estinzione della lingua.
La parola “SLOP”, traducibile come “immondizia digitale”, descrive materiali creati in modo automatico dall’IA generativa, senza alcun intervento o supervisione umana. Non tutti i contenuti generati dall’IA rientrano in questa categoria, ma solo quelli realizzati con l’esclusivo fine di generare profitti attraverso visite ai siti web o incrementando artificialmente il numero di follower.
A differenza dei chatbot interattivi che rispondono alle esigenze degli utenti, questi materiali sono statici e hanno come unico scopo quello di apparire come contenuti umani per attirare traffico e ricavi pubblicitari.
Perché è problematico
Proprio come nessuno desidera ricevere SPAM, allo stesso modo nessuno vuole consumare SLOP. Eppure, l’economia digitale ne incentiva la produzione su vasta scala. Generare testi o immagini tramite IA è semplice e redditizio, anche se il risultato manca di qualità e utilità. Esempi riportati da The Guardian includono articoli di viaggio che suggeriscono di visitare mense per i poveri come attrazioni turistiche, libri su Amazon con consigli potenzialmente pericolosi e meme virali assurdi su social media.
Questi esempi, seppur a volte ridicoli, rappresentano solo una perdita di tempo e fonte di frustrazione, costringendo gli utenti a filtrare sempre più immondizia digitale per trovare informazioni preziose. Ciò mina la fiducia nei contenuti online, inclusi quelli legittimi, come già osservato per le immagini.
Quali sono le contromisure
La diffusione dello SLOP ha colto impreparate molte aziende tecnologiche. Meta ha iniziato a etichettare i contenuti generati dall’IA, TikTok lo fa automaticamente, mentre Google sta introducendo riassunti automatici nei risultati di ricerca. Tuttavia, questi sforzi non risolvono il problema e talvolta lo aggravano, rendendo meno chiara la distinzione tra contenuti autentici e artificiali.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.