Cosplay: basta hate e soprattutto, basta apologia dell’odio

A metà del 2020, in pieno ventunesimo secolo e con una pandemia in corso, ci si aspetterebbe che la priorità della gente non sia esattamente quella di prendersela con gli altri.
Ci si aspetterebbe, certo, ma questo non è quello che sempre, purtroppo, accade. Se ne vedono di esempi in questi giorni, ma voglio indicarvene uno in particolare, per iniziare una riflessione che preme a me e non solo (ad esempio premerà certamente all’autore del nostro articolo sullo slutshaming nel cosplay).

Ieri, 3 Maggio 2020, un utente di Facebook ha condiviso sul gruppo “Italian Cosplayers” un vecchio articolo di **** ****, titolato “Tette e cosplay: c’è davvero bisogno di #uscirle sempre?”
A tale articolo è stata aggiunta una caption dal “tono” piuttosto aggressivo e supponente, ed ovviamente nei commenti al post gli utenti si sono scatenati.

Chi si è trovato d’accordo con l’articolo, chi ha deciso invece di muovere le proprie critiche al ragionamento implicato… E per quanto non ho assolutamente intenzione di giudicare come si debba fare cosplay, vorrei farvi notare una cosa.

cosplay
Cosplay by Elena Samko

Hate e Cosplay

Di hater si parla continuamente. Sapete sicuramente di cosa si tratta senza che ve lo spieghi approfonditamente, ma in sostanza si definisce “hater” chi insulta via web, anche e soprattutto in modo violento, altri individui solo perchè appartenenti ad una specifica categoria di persone.

E’ un fenomeno ormai diffuso su internet: si offende una determinata categoria di persone per trovare l’approvazione di altre che la pensano come noi. Il problema è che spesso le persone si coalizzano e senza che nemmeno ci se ne renda conto, si sfocia facilmente nel cyberbullismo.

Ci sono centinaia di esempi ogni giorno, ma perché proprio questo mi ha spinto a proporre una riflessione? Perché non stiamo parlando di una persona che ha scritto un post di suo pugno. Stiamo parlando di qualcuno che è andato a cercare un articolo (peraltro di 4 anni fa) di un progetto editoriale web che si propone di informare, analizzare e criticare.

Il ruolo di chi informa

E’ un tema che mi sta veramente a cuore. Bisogna che chi fa infomarzione si renda conto dell’impatto che ha ciò che scrive. Magari hai un piccolo pubblico, non tutto concentrato sull’interesse cosplay, e pensi che le tue parole non abbiano un impatto… Ma magari il tuo pubblico è più ampio, o magari le tue parole un impatto lo hanno lo stesso.

E’ importante anche scrivere le proprie opinioni, sia chiaro, non dobbiamo limitarci a scrivere articoli sterili e il più possibile oggettivi, ma quando queste opinioni vanno a colpire una categoria di persone, bisogna fare attenzione. Spesso, infatti, chi fa informazione è tra i primi a definire l’elitarietà di un ambiente, o addirittura della possibilità di avere una passione.

Sembra che per avere determinate passioni si debba essere degni, ma questo è un concetto pesante, limitante, e sinceramente che trovo terribile. Non tutti hanno lo stesso modo di dimostrare le proprie passioni. E se vuoi scrivere un articolo e tutto quello che hai da dire è che “chi vuole fare cosplay deve farlo in un determinato modo”, affrontando inoltre l’argomento con un linguaggio volgare atto ad attirare proprio l’attenzione degli hater di cui sopra… Forse, non hai proprio capito cosa vuol dire informare.

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