Nell’Outback australiano trovato il cratere da Impatto più antico della terra!

In un angolo remoto dell’Australia occidentale, nella regione selvaggia e antica di Pilbara, la storia geologica del nostro mondo ha lasciato un enorme testimonianza. Un team di scienziati ha fatto una scoperta che mette in discussione la nostra comprensione del passato. È stato identificato quello che sembra essere il cratere da impatto meteoritico più antico mai trovato sul nostro pianeta, risalente a 3,47 miliardi di anni.

L’isolamento della pista di Oodnadatta. Outback, Australia Meridionale ” di 
Brett Stanley

Tim Johnson , coautore dello studio e professore presso la facoltà di Scienze della Terra e dei pianeti della Curtin University in Australia, ha affermato:

“Prima della nostra scoperta, il cratere da impatto più antico aveva 2,2 miliardi di anni, quindi questo è di gran lunga il cratere più antico mai trovato sulla Terra”. 

La nuova scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Communications, spalanca una finestra su un’epoca remota, quando la vita stava appena iniziando a fare capolino e il nostro pianeta era costantemente in balia di detriti spaziali.

I Coni di Frantumi come “cicatrici” da impatto

Un segno di un evento cosí catastrofico si cela in particolari formazioni rocciose, dei veri e propri “testimoni oculari” dell’impatto: i coni di frantumi. Questi frammenti di roccia dalla caratteristica forma conica si generano quando le onde d’urto, prodotte dalla furia di un impatto meteoritico, si propagano attraverso la roccia sottostante. 

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Aspetto di un cratere da impatto, Arizona: “Meteor Crater ” di 
squeaks2569

L’immensa pressione esercitata dalla collisione frattura la roccia secondo un preciso schema ramificato, lasciando dietro di sé questi inconfondibili pezzi a forma di cono, la cui punta affusolata indica la direzione del centro dell’impatto. Questi coni di frantumi sono incredibilmente ben conservati all’interno della formazione rocciosa East Pilbara Terrane.

Un impatto dalle conseguenze planetarie per dimensioni e velocità

Anche se le dimensioni esatte del cratere rimangono ancora oggetto di ulteriori indagini. Le prime stime suggeriscono che potrebbe aver avuto un diametro impressionante, forse fino a 100 chilometri. I coni di frantumi stessi hanno rivelato un altro dettaglio: il meteorite viaggiava a una velocità di circa 36.000 chilometri orari al momento dello schianto. Una simile energia sprigionata, non può che aver avuto ripercussioni significative sull’intero pianeta, influenzando le caratteristiche geologiche e atmosferiche della Terra primordiale.

Un possibile seme per la vita?

Chris Kirkland, professore presso la facoltà di Scienze della Terra e dei pianeti della Curtin University ha dichiarato:

“Scoprire questo impatto e trovarne altri risalenti allo stesso periodo potrebbe spiegare molto su come potrebbe essere iniziata la vita, poiché i crateri da impatto hanno creato ambienti favorevoli alla vita microbica, come le pozze di acqua calda”

È affascinante considerare come eventi catastrofici, quali un impatto meteoritico, possano aver giocato un ruolo inaspettato nella nascita della vita. L’energia rilasciata da un impatto di questa portata avrebbe potuto creare le condizioni fisiche e chimiche necessarie per innescare processi vitali. 

I crateri da impatto, ad esempio, avrebbero potuto ospitare sistemi idrotermali, vere e proprie “pozze di acqua calda” ricche di minerali, che oggi sono considerate ambienti potenzialmente favorevoli all’evoluzione delle prime forme di vita microbica. La scoperta di questo antico cratere, e la potenziale identificazione di altri coetanei, potrebbe quindi illuminare aspetti cruciali su come la vita sia emersa sul nostro pianeta.

Un passato turbolento: la terra ed il bombardamento meteorico

Trovare tracce di impatti meteoritici così antichi sulla Terra è una vera sfida. Il nostro pianeta è un sistema dinamico. La tettonica a placche ricicla continuamente le rocce della crosta nel mantello, cancellando la maggior parte delle “cicatrici” superficiali. Inoltre anche l’erosione e gli agenti atmosferici contribuiscono a degradare le rocce più antiche. 

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Gosses Bluff I ” di  rplzzz. Cratere da impatto vicino ad Alice Spring, Australia.

Tuttavia, osservando la Luna, un corpo celeste geologicamente inattivo, che conserva milioni di crateri, inclusi 40 con un diametro superiore a 100 chilometri, gli scienziati sospettavano da tempo che anche la Terra, nel suo primo miliardo di anni di esistenza, avesse subito un intenso bombardamento meteoritico. Questa nuova scoperta in Australia è la prova concreta che alcune di queste informazioni sul nostro passato primordiale sono sopravvissute.

Nuove prospettive geologiche

Non solo si aprono nuove prospettive sull’origine della vita, ma anche possibili revisioni delle nostre teorie sulla formazione della crosta terrestre primordiale. L’immensa energia rilasciata da un impatto di questa portata potrebbe aver avuto un ruolo attivo nei processi geologici fondamentali. Potrebbe aver comportato lo spostamento di porzioni della crosta terrestre o la risalita di magma dalle profondità del mantello. 

Sebbene questo singolo cratere non fornisca un quadro completo dei primi miliardi di anni della Terra, potrebbero esserci molte altre “testimonianze” nascoste, utili per svelare i segreti del nostro pianeta, agli albori della sua esistenza.

Fonte: https://www.livescience.com/planet-earth/geology/this-is-by-far-the-oldest-scientists-discover-3-47-billion-year-old-meteorite-impact-crater-in-australian-outback

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