Perché ci lasciamo affascinare dall’impossibile? Cosa ci spinge a cercare l’irrealizzabile? Siamo pazzi, o magari non riusciamo ad allontanarci dal nostro ideale di Paese delle Meraviglie?
È vero che restiamo tutti un po’ bambini, e se adesso state pensando a quando avete ispezionato tutto il quartiere alla ricerca delle sfere del drago, non preoccupatevi… lo abbiamo fatto tutti.
Ma c’è chi è andato oltre la semplice fantasia, qualcuno disposto a sacrificare tutto per vedere quello che, ora come ora, ci sembra impossibile.
Parliamo di loro, di quelli che per seguire una storia sono arrivati alla pazzia e, soprattutto, dei miti che li hanno portati alla rovina.
Hernán Cortés e Francisco Pizzarro
Durante il periodo delle spedizioni nel “Nuovo Mondo”, si diffuse una leggenda fra gli Spagnoli.
Gli indigeni, in particolare lo Zipa di Guatavita, si cospargevano il corpo di oro e si tuffavano nel lago assieme a offerte preziose per il Dio del Sole.
Gli Spagnoli rimasero così affascinati da questo indigeno dorato, da El Indio Dorado, che presto iniziarono a credere nell’esistenza di un luogo ricco di oro e pietre preziose da cui gli indigeni ottenevano il materiale per le loro offerte, l’El Dorado.
Conosciamo bene la leggenda, non solo perché abbiamo avuto modo di studiarla ma anche grazie al film d’animazione La strada per El Dorado. Ma per gli spagnoli divenne più di una bella storia.
I conquistadores Hernán Cortés e Francisco Pizzarro, insieme a molti altri, ne fecero una questione decisamente personale.
Nonostante le ricchezze che riuscirono a rubare agli indigeni, la sete di potere non li abbandonò mai e convinsero banchieri e tesorieri di tutta la Spagna ad investire nella ricerca di qualcosa di talmente assurdo che in quel momento sembrava quasi vero. Cortés e Pizzarri videro quindi sostenuta la ricerca e le dedicarono tempo, fame e sforzi senza trovare mai nulla.
Chissà come mai…
Juan Ponce de León
Altra leggenda strettamente legata alla prima è l’esistenza di una Fonte dell’eterna giovinezza.
Il mito di una sorgente capace di donare l’immortalità a chi si bagni o beva la sua acqua nasce nell’epoca medioevale, grazie al Romanzo di Alessandro.
È però nel periodo delle conquiste in America che acquista importanza, grazie a uomini disposti a cercarla, come l’esploratore Juan Ponce de León (Si, un altro spagnolo…).
Sembra che l’esploratore, grande fan del romanzo da cui è nata la leggenda, abbia cercato disperatamente la fonte, difendendo con le unghie e con i denti il territorio in cui credeva si trovasse: la Florida.
De León investì molto per condurre numerose spedizioni in quella regione e dovette lottare anche con i nativi di quella zona.
A proposito, fu durante l’esplorazione che de León scoprì la Florida. Così, per caso.
Peccato che de León morì senza aver trovato la fonte.
Chiamatelo sognatore, scemo, folle, un po’ come volete, ma si portò nella tomba una gran bella storia. Ne sarà valsa la pena?
Si vive meglio restando ancorati alla ragione o lasciandosi andare ad una speranza vana? A questo può rispondere solo il vecchio de León, che forse un giorno potrebbe spuntare da una valle sbattendoci in faccia la sua acqua miracolosa (lasciatemi sognare).
I templari e il Santo Graal
Anche il mito del Santo Graal nasce nel Medioevo.
Secondo la leggenda conosciuta ormai da tutti, il Graal è la coppa da cui bevve Gesù durante l’ultima cena, capace di guarire da ogni male chi beve da essa.
Quella che per noi oggi è un’avvincente storia e fonte d’ispirazione per scrittori e registi, divenne una realtà per i templari durante le Crociate.
Tanti crociati in cerca di gloria o semplicemente di un po’ di conforto si dedicarono al Graal, ma i loro sforzi non vennero mai ripagati dal piacere della scoperta.
E, ancora una volta, ne sarà valsa la pena? Forse è meglio vivere una guerra pensando a qualcosa di impossibile piuttosto che pensare alla guerra. Forse un po’ di sana curiosità ci salva un po’ tutti. Ecco il perché di tutte le teorie sul Santo Graal che trovate sul web nonostante i secoli che sono passati.
È quindi il sentimento che ci spinge verso l’irreale o la semplice curiosità? È stata la fede o la follia a portare uomini facoltosi ad investire le proprie vite in progetti utopici?
Ma se la speranza ci eleva, allora perché non assecondarla anche se non troveremo mai l’El Dorado, l’eterna giovinezza e la guarigione da tutti i mali?
E se le nuove generazioni giudicheranno noi così come giudichiamo gli antichi esploratori per quello a cui noi crediamo, quello per cui noi ci battiamo?
Non prendiamoci in giro, l’impossibile serve a tutti. Tutti avranno i loro miti e le loro ossessioni.
Intanto, noi che viviamo nella storia, godiamoci la leggenda.
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