Cuccioli di leone mummificati trovati in Egitto

Non importa quanti anni abbiamo o quale sia il nostro livello di competenza in materia; l’antico Egitto resta uno dei periodi storici più affascinanti di sempre. Piramidi e geroglifici, divinità e faraoni, ma soprattutto: le mummie. Nel nostro immaginario possono somigliare a cadaveri estremamente ben conservati o a curiosi personaggi avvolti nella carta igienica. A nessuno verrebbe mai in mente di immaginarsele a forma di cucciolo di leone, eppure…

Nella necropoli di Saqqara, nei pressi della piramide di Giza, è stata recentemente scoperta una tomba contenente ben 75 statue in legno e bronzo, oltre a diverse mummie di animali tra cui gatti, coccodrilli e cuccioli di leone. Il ministero delle antichità ha annunciato la scoperta sabato scorso, proprio ai piedi del tempio della dea Bastet (dedicato al culto dei gatti).

Cuccioli di Leone mummificati: una bella notizia per l’Egitto

Questo sito archeologico potrebbe costituire da solo un intero museo” ha asserito il ministro delle antichità Khaled El-Enany. In effetti, il 2019 si è dimostrato un anno particolarmente proficuo per l’archeologia in Egitto. Sono state ritrovate ben 50 mummie presso Minya, una necropoli ad Assuan, la tomba di Tutu a Sohag… 

Tali scoperte sono state pubblicizzate dal governo Egiziano nel tentativo di rilanciare il suo settore turistico chiave, gravemente colpito dalle turbolenze seguite alla rivolta del 2011 e le dimissioni di Hosni Mubarak. 

I leoncini impacchettati di Saqqara

Sono due i cuccioli di leone mummificati ritrovati nella tomba. Gli egizi veneravano i gatti, quindi è normale per gli archeologi trovare felini nelle tombe, ma il recupero di un leone è decisamente raro. Risale al 2004 il primo scheletro di un leone ritrovato in una tomba egizia, che rivelò la considerazione che gli egizi avevano per questo animale. 

È probabile infatti che venerassero i leoni come rappresentazione di Sekhmet, divinità dalla testa di leonessa. Dea della guerra, delle epidemie e della guarigione, il cui respiro creava il deserto. All’interno della tomba vi erano anche delle statue raffiguranti la dea Sekhmet, la dea Bastet e un enorme scarabeo di pietra, probabilmente i più grande del mondo. Gli esperti affermano che i manufatti derivano dal periodo tardo (664-332 a.C.).

Tre bellissimi film de La Mummia (e uno molto meno bello) mi hanno insegnato che trafugare le offerte a una dea egizia della distruzione, non sia mai un’idea particolarmente intelligente. Tolto ciò, una scoperta del genere rinnova in noi il fascino che proviamo per il passato, e spinge a chiedersi quanti segreti siano ancora sepolti sotto la sabbia, quante storie siano ancora in attesa di essere scoperte e raccontate. 

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