Da paraplegico a tedoforo grazie a un esoscheletro iper-tecnologico

In un momento di grande ispirazione e speranza per l’umanità, l’apertura dei Giochi Olimpici ha visto protagonista Kevin Piette, un atleta paraplegico che ha sfidato i limiti imposti dalla sua condizione. Grazie all’ausilio di un esoscheletro robotico all’avanguardia, sviluppato dall’azienda francese Wandercraft, Piette ha avuto l’onore di portare la fiamma olimpica attraverso le strade di Parigi, camminando nuovamente in modo autonomo dopo undici anni dal tragico incidente che gli aveva tolto l’uso delle gambe.

Quando la tecnologia restituisce il sorriso e anche gli arti

Questo straordinario evento rappresenta non solo un trionfo personale per Piette, ma anche un punto di svolta epocale nel campo della tecnologia medica avanzata. Come un moderno Prometeo che ruba il fuoco agli dei per donarlo all’umanità, Piette ha dimostrato che la scienza e l’ingegno umano possono superare anche le sfide più ardue.

Il suo amore incondizionato per il tennis, che lo ha spinto a continuare a giocare nonostante la disabilità, è un esempio di resilienza e determinazione che dovrebbe ispirare tutti noi a perseguire i nostri sogni, indipendentemente dagli ostacoli che la vita ci pone davanti.

Gli esoscheletri rivoluzionari di Wandercraft aprono nuove prospettive per le persone con gravi disabilità motorie. Questi dispositivi robotici autobilancianti, alimentati a batteria e dotati di sensori in grado di rilevare i movimenti del corpo superiore, consentono agli utenti di alzarsi in piedi e camminare senza bisogno di supporto manuale.

Attualmente, gli esoscheletri di Wandercraft stanno muovendo i primi passi nel mercato statunitense, dopo aver ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) per la riabilitazione post-ictus. In Francia, circa 20 di questi dispositivi sono già operativi in ospedali e centri di riabilitazione, con un costo di circa 162.000 dollari ciascuno.

La loro capacità di adattarsi alle esigenze specifiche degli utenti, fornendo supporto sia alle gambe che al torso, li rende strumenti di emancipazione e autonomia. Gli algoritmi avanzati che permettono al dispositivo di interpretare e reagire ai movimenti del corpo superiore sono il frutto di anni di ricerca e innovazione, un tributo all’ingegno umano e alla sua inarrestabile spinta verso il progresso.

Gianluca Cobucci

"Se c’è in giro una cosa più importante del mio IO, dimmelo che le sparo subito"
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