Lost in Tokyo è già un piccolo cult per il pubblico italiano di YouTube grazie a Dario Moccia, ma non solo a lui. La serie è una sorta di lungo documentario a episodi, che racconta il Giappone dal punto di vista di tre amici.
Tre nerd incalliti, con la passione per i viaggi e dotati di una grande ironia e simpatia, che riesce a trasportare lo spettatore in qualcosa di davvero nuovo. L’idea è quella di “perdersi” nella bella capitale nipponica per sperimentare sensazioni nuove, non ordinarie, e seguire il flusso della vita, senza farsi aspettative che rovinerebbero tutto. Trovate la serie sul canale Youtube di Dario Moccia, in 10 episodi da non più di 30 minuti ciascuno.
Lost in Tokyo è una pietra miliare di Dario Moccia
Non si esagera definendo Lost in Tokyo una pietra miliare per Youtube Italia, nonostante non sia qualcosa di totalmente nuovo per molti aspetti, ma anzi abbia ripreso tanti elementi da vari generi video della piattaforma.
Il motivo della sua novità sta proprio nel mixare tutti questi elementi in maniera interessante e rendendo la serie un qualcosa che riesce ad essere – contemporaneamente – d’intrattenimento, informativa, e d’ispirazione.
Non dimentichiamo che Dario Moccia ha scritto anche un fumetto sul Giappone insieme al disegnatore Tuono Pettinato dal titolo emblematico “Big in Japan”.
Dario Moccia, con l’aiuto dei suoi due amici storici Cippe e Monitor, ha dato vita alla riedizione di un loro video-racconto di qualche anno fa: “Natale a Tokyo”, ma questa volta hanno coinvolto un cameraman e regista Andrea Ricciotti e si sono fatti finanziare con un crowdfunding su kikstarter dai fan. Il risultato, come già detto, è un documentario a episodi che tiene traccia delle giornate trascorse dal “Tridente d’acciaio” sia a Tokyo che in altre città del Giappone.
Non è un semplice travel vlog, ma non è neanche un video d’intrattenimento in cui assistiamo solo a gag non-sense e ascoltiamo battute esilaranti, ne una guida didascalica di luoghi belli da vedere e cose buone da mangiare – tutto questo insieme e tanto altro ancora.
Sembra quasi che Dario Moccia abbia cercato di fare quello che molti programmi televisivi di viaggio fanno, solo in modo molto più convincente e coinvolgente per gli spettatori.
Ci ha parlato di fumetti, film e serie animate, cultura pop e arte, tradizioni, usi, costumi, e tutto ciò che occorre sapere per prepararsi a un viaggio speciale.
Qualcosa di speciale
La serie per il web di Dario Moccia e soci, è un lavoro dal grande valore contenutistico. Questo grazie alla grande esperienza accumulata negli anni da Dario Moccia che come comunicatore avrebbe tanto da insegnare a molti aspiranti star della TV senza arte ne parte, ma allo stesso tempo grazie alla sua conoscenza dei temi trattati durante il viaggio che fanno parte delle sue grandi passioni di cui parla e scrive da anni.
Si aggiunga anche la sua esperienza da “guida turistica” in Giappone per i gruppi di fan che negli scorsi anni hanno scoperto il paese insieme a lui in vari viaggi organizzati.
Con tutto questo si potrà tranquillamente affermare che la sua esperienza è tanta e tale da renderlo una voce credibile e una vera e propria risorsa per chiunque cerchi informazioni su questi temi.
Il contributo di Monitor e Cippe è essenziale invece da un’altro punto di vista: dare allo spettatore la possibilità di immedesimarsi in qualcuno che si stupisce vivendo per la prima volta una qualche esperienza.
Con la spensieratezza dei ragazzi e il loro tono sempre allegro, riescono ad essere spalle perfette per il talento comico del Moccia, e grazie alla formula del trio, ottenere un ritmo incalzante e coinvolgente al massimo delle possibilità.
La TV dovrebbe produrre cose come questa serie di Dario Moccia
La televisione italiana avrebbe bisogno di prodotti come Lost in Tokyo perché sono prodotti ragionati, densi di significato e d’ispirazione, ma allo stesso tempo mai noiosi e banali.
Si cerca leggerezza, e qui ne abbiamo parecchia, ma dovrebbe cercare anche di educare, informare e ispirare le giovani generazioni.
Tutto questo lo ha fatto egregiamente Lost in Tokyo, ma solo per i fan di Dario Moccia. Con quasi 2 milioni di visualizzazioni complessive, cedendo inevitabilmente a tanti limiti tecnici, e a problemi organizzativi, che con una produzione alle spalle si sarebbero potuti superare.
Abbiamo già assistito in passato a esperimenti come quello di Freaks! la serie, che dopo il passaggio in TV non hanno avuto il successo sperato, ma forse oggi qualcosa è cambiato.
Un appello a tutti i produttori TV e a quelli dei servizi di live streaming tipo Netflix:
Se state pensando a nuovi programmi da inserire nei vostri palinsesti, fate un colpo di telefono al buon Dario Moccia, o almeno a chi come lui si sforza di portare alle persone qualcosa di interessante e di sensato. Buon lavoro.
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