In queste vacanze, lasciati da parte i libri e gli esami, potevamo forse tralasciare la seconda uscita di Dark Knight III? Che domande!
Ovviamente no.
Avevamo già precedentemente parlato del primo numero, un’ottima apertura per il Batman milleriano, in quella che sembra sempre di più essere una mini-serie densa di avvenimenti ed in pieno decollo – fan fact: i dati di vendita americani degli scorsi mesi indicano un grandissimo successo per il primo numero, che ha sconfitto qualsiasi altra uscita in termini di distribuzione.
In questo secondo numero, l’atmosfera si fa ancora più accesa e soprattutto avvengono TANTE COSE.
Come al solito è bene avvisare tutti: quello che segue altro non è che un incredibile ammasso di SPOILER, essendo la serie disponibile ancora unicamente in inglese.
La nostra attenzione era rimasta focalizzata sulla giovane Carrie Kelley che, vestito il costume di Batman – per non si sa ancora quale ragione – aveva attaccato alcune pattuglie di Gotham, finendo poi catturata.
La scena si riapre qui, mostrandoci l’interrogatorio tra la giovane “eroina” ed il Commissaro Yindel (successore di Jim Gordon in The Dark Knight Returns, ricordate?).
La scena ha la funzione di un enorme flashback per i lettori, partendo dalle ultime immagini di The Dark Knight Strikes Again – in particolare il Lex Luthor mostruoso di Miller – e mostrandoci come, dopo la morte di Dick Grayson (SPOILER?) e la fuga dalla Batcaverna, Bruce Wayne sia rimasto gravemente ferito e non si sia mai ripreso, finendo i suoi giorni con accanto la giovane, ai tempi, Catgirl.
Come ci si poteva aspettare, c’è molta enfasi in questa scena, in cui un Bruce Wayne ormai convinto di essere alla fine, si chiede se tutto quanto ha fatto sia servito a qualcosa.
Gli eventi prendono una brusca piega nelle pagine successive: durante il trasferimento di Carrie a Blackgate, in quello che era chiaramente un piano già preparato, la ragazza riesce a richiamare a sé la Batmobile, riuscendo a fuggire dalle forze di polizia ed a tornare alla base.
Il ruggente stile targato 1986.
Ed ovviamente non poteva esserci che lui ad attenderla.
Intanto, continuano gli esperimenti di Ray Palmer per riportare Kandor alla sua grandezza originaria. Con l’aiuto di Baal, abitante della città, Atom riesce a convertire la propria tecnologia perché funzioni sui Kryptoniani e la utilizza per riportare un migliaio di loro alla grandezza originale, trasportandoli al contempo fuori dalla cupola di vetro.
Ovviamente le cose non potevano andare per il meglio: con grande sopresa del personaggio e del lettore stesso, quello che si presenta agli occhi di Atom è un massacro compiuto ai danni degli inermi abitanti di Kandor da quella che sembra essere una misteriosa setta, decisa a vendicarsi di Kandor stessa, rea di averli ostracizzati.
Per eliminare ogni ostacolo alla loro vendetta, riescono a ridurre Ray Palmer e poi ad ucciderlo.
O almeno così pare.
Dark Knight Universe: seconda “scheda tecnica” dei personaggi.
Continuando come il volume precedente, anche questa volta le ultime pagine vengono dedicate ad un focus su uno degli eroi dell’universo milleriano: tocca questa volta a Wonder Woman, occupata ad allenare la figlia Kara. Più che sul personaggio dell’amazzone, però, la storia vuole farci comprendere, tramite l’incontro/scontro tra le due, i pensieri della figlia, convinta ancora di più della purezza del suo retaggio Kryptoniano e, in virtù di questo, della propria superiorità – d’altra parte è facile ricordare alcuni passaggi di TDKSA, in cui questa sua convinzione veniva mostrata più che apertamente.
Come Ray Palmer stesso dice, parlando di Superman: “Lui è più umano di te”…
La premiata ditta Miller/Azzarello si conferma ancora ottima, scrivendo un secondo numero gonfio di avvenimenti importanti e capace di catalizzare l’attenzione del lettore.
Kubert, da parte sua, continua a portare avanti la sua opera di “imitazione” del tratto milleriano, senza allontanarsi però dal suo stile, creando una fusione dei due generi che rende molto bene la storia narrata.
Siamo dunque condannati a restare con il fiato sospeso… Nel frattempo, meglio smorzare l’attesa con la concorrenza!
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