Nello sport, specialmente negli sport individuali e molto tecnici, emergere non è solo questione di “talento” o , meglio, non è quasi MAI solo una questione di “talento”.
Questa è la storia di un allampanato ragazzone dell’Oregon, all’anagrafe Richard Douglas Fosbury, che il 20 ottobre 1968 a Città del Messico, durante i giochi della diciannovesima olimpiade moderna, vinse la medaglia d’oro nel salto in alto.
Arrivati a questo punto mi sembra già di sentire echeggiare una domanda:
“Ok, tutto bello e interessante… ma questo è IL BOSONE, non TUTTOSPORT… Cosa ha a che fare la storia di un campione sportivo con un sito che si occupa di cose decisamente più NERD?”
Il fatto è che Richard Douglas Fosbury, “Dick” per gli amici, altri non è colui che ha inventato il “Fosbury Flop” la tecnica che, a partire da quella finale olimpica, è stata adottata da tutti i saltatori in alto del mondo.
Cioè, per spiegarmi un po’ meglio, PRIMA di quella finale olimpica i saltatori in alto utilizzavano alcune tecniche (lo scavalcamento ventrale, forbice) che DOPO sono state, TUTTE, abbandonate:
oggi, TUTTI gli atleti che praticano il salto in alto, usano la tecnica FOSBURY e questa, oltre che essere una bella storia è anche la RIVINCITA DI UN NERD, atleta si, ma pur sempre NERD.
Dick Fosbury, infatti, è a tutti gli effetti un NERD.
Un campione olimpico ma pur sempre un NERD.
Prima di tutto, tanto, per chiarire, la TECNICA FOSBURY, che oggi tutti sono abituati a vedere e riconoscere, all’epoca appariva una vera e propria eresia, un’innovazione astrusa e incomprensibile:
Dick, infatti superava l’asticella SALTANDO ALL’INDIETRO!
È possibile provare a immaginare cosa volesse dire per chi lo vedeva succedere per la prima volta?
È come se PIETRO MENNEA avesse corso la finale olimpica di Mosca dei 200 metri piani correndo all’indietro… È come se SERENA WILLIAMS, agli USA OPEN, impugnasse la racchetta al contrario… È come se TAZIO NUVOLARI avesse partecipato alla MILLE MIGLIA guidando in retromarcia…
Una follia, una vera e propria follia.
Deve averlo pensato anche il suo primo allenatore, Dean Benson, che cercò di convincerlo a lasciar perdere quell’astrusità, salvo poi ricredersi, visto con quanta grazia lo spilungone superava l’asticella…
Ribadisco che Fosbury era un vero NERD:
da atleta, prima, e da allenatore e uomo di sport, adesso immagino quanta fatica abbia fatto DICK IL SECCHIONE e quale fardello di sfottò si sia dovuto accollare negli anni in cui, solo e solitario, portava avanti la sua personale “rivoluzione”.
Lo immagino arrivare al campo di allenamento, la sua borsa tracolla, in compagnia del suo allenatore e lentamente indossare le sue scarpe (che, per inciso, erano rigorosamente diverse l’una dall’altra, sia per colore che per caratteristiche tecniche) e cominciare a saltare sotto lo sguardo ora ammiccante, ora divertito, ora di compatimento di quanti, atleti o allenatori, “avevano già capito tutto….”.
Già! Perché non è possibile improvvisare una finale olimpica e DICK quel salto a 2 metri e 24 centimetri, record olimpico, lo aveva provato per anni e anni, studiando ogni passo e ogni gesto perché sapeva che il fallimento non era un opzione contemplata o contemplabile.
Chi altri se non un NERD avrebbe proseguito, con fede incrollabile, quasi fosse un supereroe in maglietta e calzoncini, a inseguire il suo sogno?
Ma si sa, proprio come nei film e nei fumetti i buoni vincono (quasi) sempre e quel giorno di ottobre, indossando il pettorale numero 262 e una scarpa bianca sul piede destro e una blu su quello sinistro, DICK FOSBURY è saltato più in alto di tutti, ritagliandosi il suo posto nella storia dello sport e ottenendo l’eterna devozione di tutti quelli che, sentendo di avere una buona idea, come lui, “provano a saltare al contrario”.
Fonti:
Video finale olimpica messico 68
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