Che cosa? Una recensione di Marco Polo? Sono riuscito realmente a fare una recensione su un episodio perduto?
In gran parte si. Per chi non ne fosse a conoscenza, tutti e sette gli episodi che compongono l’episodio intitolato proprio “Marco Polo” sono mancati dagli archivi storici della BBC e la probabilità di trovarli sono praticamente nulle essendo un episodio uscito tra il 1963 e il 1964.
Revisionare degli episodi degli anni Sessanta e’ un esperienza un po’ frustante, proprio perché buona parte degli anni di William Hartnell e di Patrick Troughton sono quasi tutte perdute in quanto all’epoca la BBC non aveva alcun intenzione di salvare le copie per le generazioni future. Eppure come potevano sapere che ci sarebbero state le VHS o i DVD e che Doctor Who nel 21° secolo sarebbe diventato uno dei programmi di punta? Però, come premio di consolazione, ci sono registrazioni audio e foto recuperate dai fans e che servono a darci un’idea di come poteva essere l’episodio originale ormai perduto anche se in alcuni punti bisogna andare con la fantasia per capire esattamente cosa succede.
Marco Polo è stata la vittima principale di questo scempio, dal momento che essendo uno degli episodi più sontuosi a livello di produzione del telefilm meriterebbe di essere visto in tutto in tutto il suo splendore. In un totale di sette episodi, andati in onda dal Febbraio del 1964 all’Aprile del 1964, si può considerare uno dei pochi ad essere quasi del tutto fedele dal punto di vista storico. Le scenografie curate da Barry Newberry sono davvero eccezionali, e per il tempo in cui sono state realizzate risultano anche tra le più costose per un programma (all’epoca) per bambini. Inoltre, abbiamo anche la direzione di un regista che ai tempi ha fatto miracoli con la serie, ovvero, Waris Hussein che in molti ricorderanno per aver girato la prima saga di Doctor Who, An Unearthly Child (tradotto da noi come “La ragazza extraterrestre”).
Marco Polo però non e’ solo un espediente grafico ma anche una grande storia. L’esordio di John Lucarotti come sceneggiatore in questo episodio di Doctor Who è magnifico, e funziona talmente tanto bene che la BBC stessa gli commissiona la sceneggiatura di The Aztecs e The Massacre of St Bartholomew’s Eve. La storia stessa si svolge nell’arco di quattro mesi divisa in sette episodi permettendo a Lucarotti di far evolvere luoghi e personaggi. Da un lato, si tratta di un vero e proprio dramma storico ricco di azione e un sacco di morti orribili: una guardia viene trovata pugnalata alla fine del quarto episodio, mentre Tegana si suicida con un enorme grande, grande, spada. Chi ha detto che gli inizi di Doctor Who fossero noiosi?
La trama e’ molto ben gestita. L’omonimo Marco Polo è uno dei pochi personaggi storici nella Serie Classica ad avere un’ interazione praticamente perenne coi nostri protagonisti. Il primo personaggio storico del Doctor Who viene raffigurato come un saggio, una figura eroica, che confisca il TARDIS per farne dono all’imperatore in cambio del proprio ritorno a Venezia. Anche in questo caso, come in molte delle prime avventure del Dottore di Hartnell, la storia si basa sul fatto che lui e l’intero equipaggio devono trovare il modo di riprendersi il TARDIS preso in “ostaggio” dall’antagonista di turno, il che significa che la loro missione principale è quello di tornare indietro sani e salvi. In questo ruolo, Mark Eden è eccellente come Marco Polo e riesce a dare grande profondità al personaggio.
Ping-Cho è un altro ruolo importante nell’azione, e si comporta come la controparte di Susan di Marco Polo. Entrambi mostrano una grande meraviglia per i loro viaggi, ma Susan è chiaramente atterrita dal fatto che Ping- Cho si deve sposare all’eta di 16 anni. Intendiamoci, questo è solo un altro significativo aspetto parallelo tra i due personaggi, visto che Susan lascia il TARDIS per amore alla conclusione della saga de “I Dalek invadono la Terra” . E’ un peccato anche per questo non avere la completezza di questo episodio in quanto era stato pensato per dare la possibilità al personaggio di Susan di potersi evolvere visto che fino ad allora era stata all’ombra di suo nonno, il Dottore.
Tegana è un cattivo abbastanza interessante, per quanto come tutti i cattivi dell’epoca, era abbastanza stereotipato. Il suo suicidio, in particolare, però, dà quel tocco molto particolare e anche innovativo per un programma per bambini.
Ci sono alcuni concetti piuttosto pittoreschi in moto. E’ molto interessante notare come il Tardis stesso, che è un mezzo dalle possibilità infinite in questo caso non venga usato come carta bonus inventandosi cose astruse per concludere la trama molto velocemente come piuttosto succede al giorno d’oggi coi consueti episodi di Doctor Who. Si sente che si sfruttano tutti i sette gli episodi per dare un senso di continuità e non per esserne schiavi e quindi dover risolvere tutto in 45 minuti senza poter dar il giusto spazio non solo ai protagonisti ma anche all’ambiente che li circonda.
Abbiamo inoltre un concetto che nasce in questi primi episodi, ovvero l’amore di Doctor Who per i giochi classici da tavolo (che poi pian piano si sono visti sempre di meno con l’andare avanti della serie) , un concetto che è stato portato in estremo con le tre serie di McCoy McCoy. In Marco Polo , Ian gioca a scacchi con Marco, mentre il Kublai Khan è parzialmente interessato al backgammon. Peccato che il Dottore di Tennant non abbia avuto il tempo di giocare a scacchi con il Professor Yana.
Anche nella sua forma recuperata, Marco Polo è un degno esempio di quanto fossero interessanti le prime avventure col personaggio storico di Doctor Who. Chissà, magari in futuro, qualcuno potrebbe fornire copia degli episodi completi?
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