DUEL rappresenta il talento innato e indiscutibile di chi l’ha realizzato. Partiamo così, con un’iperbole tanto verticale quanto il debutto di un autore come Steven Spielberg sul piccolo schermo, nonché una vera prima esibizione dopo i giri di prova in giovane età (17 anni) con Firelight.
La produzione di Duel
Le premesse di DUEL erano tutte a sfavore della pellicola: doveva essere un film per televisione da trasmettere sulla rete americana ABC, con un budget ridotto (450.000 dollari), quindi poco tempo per realizzarlo e conseguentemente poche persone da poter impiegare, attore (al singolare, Dennis Weaver) e comparse comprese.
Il risultato, un disastro annunciato? No, l’ostacolo è stato trasformato in un’opportunità. Il film, girato in appena 13 giorni in esterni (non in studi interni) e montato in appena 10 per la messa in onda, ha soddisfatto tutti i 75 minuti richiesti, rivelandosi un Bignami della settima arte.
La scenografia
I fondali di cartapesta o qualsiasi altra cosa di somigliante, ben noti nella produzione sia televisiva che cinematografica, lasciano posto alla brulla entroterra della California sud-orientale, con scorci degni di un mancato, o forse adesso esiste, Western dei nostri tempi.
Campi lunghi (intervallati da primissimi piani), che vivono grazie ai polveroni alzati dai duellanti, da una tavolozza di colori calda e un atmosfera arida e ostile, diventano teatro di uno scontro itinerante e incalzante, capace di creare tensione e catturare lo spettatore.
Un suggestivo stile fotografico e di ripresa, coadiuvato da molteplici dettagli, strizza l’occhio non solo agli iconici western ma anche a produzioni Hitchcockiane, quest’ultime utilizzate da chi ne ha studiato davvero bene le tecniche che ora le padroneggia, rendendo omaggio a Sir Alfred con cognizione di causa. Non manca l’innovazione, come nella realizzazione di una spettacolare scena al rallentatore, in cui è stato necessario adoperare ben 5 cineprese – qualcosa di raramente visto per prodotti destinati al piccolo schermo.
Audio
Le poche frasi, per lo più di monologo interiore del protagonista, sono più che sufficienti, perché sono gli effetti sonori a parlare, che accompagnano, intimoriscono e spaventano il viaggio dello spettatore, con agghiaccianti sapienti tocchi di classe, probabilmente dettati dall’ottima sceneggiatura.
Il compositore Billy Godesberg, che in diverse occasioni ha viaggiato nell’autocisterna antagonista, inizialmente è rimasto terrorizzato dall’esperienza, ma è riuscito a comporre quel necessario da poter essere legato agli effetti sonori e ai dialoghi.
Il regista ha affermato che le immagini e il suono dovevano essere in grado di parlare al posto degli attori, vista l’esigua durata del film. Per la serie: di necessità si fa virtù.
L’antagonista di Duel, il Peterbilt 281
Il Peterbilt 281 è la rappresentazione su strada di una minaccia meccanica incredibilmente antropomorfa, che sullo schermo prende vita grazie ai suoi sbuffi, la sua terrificante “fissa espressione facciale”, la sua bruttezza che gradualmente aumenta durante l’arco di tutto l’inseguimento diventando più sporca, le sue sgraziate proporzioni e in alcune emozionanti, bensì inquietanti riprese di organi meccanici in movimento che ne creano una creatura viva e spaventosa, la quale almeno in un occasione farà credere allo spettatore di essere un’entità dotata di propria volontà.
La conclusione de Il Duello
Si risolve nel superamento di una grande sfida, non solo a livello narrativo, ma anche in termini di crescita, dove l’iniziale intimorito David (un uomo qualunque in un auto qualunque) riesce a trovare il coraggio per vincere la sua paura e combattere questo Golia meccanico. Del resto, altre chiavi di lettura ci portano metaforicamente a comparare la sfida nel film a quella del suo autore, un giovanissimo Steven poco più che ventenne, che esce vincitore da una gara contro il tempo e le risorse, dimostrando che con il talento è possibile creare opere indimenticabili anche con mezzi limitati, restituendo al mondo uno dei migliori film per televisione mai realizzati e con ogni probabilità, considerando il contesto di basso investimento, uno dei migliori film in assoluto che ancora oggi, è oggetto di studio da neofiti e addetti ai lavori.
Duel (Il Duello), è un piccolo Davide (un film televisivo) che batte tanti Golia (colossali produzioni cinematografiche). A posteriori, il padre di quest’opera, lo rivedrà un paio di volte l’anno per ricordare quanto paradossalmente sia stimolato l’estro artistico, quando si realizza con così poco.
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