Duel (il Duello) del 1971: quel piccolo, grande film di Spielberg

DUEL rappresenta il talento innato e indiscutibile di chi l’ha realizzato. Partiamo così, con un’iperbole tanto verticale quanto il debutto di un autore come Steven Spielberg sul piccolo schermo, nonché una vera prima esibizione dopo i giri di prova in giovane età (17 anni) con Firelight.

locandina del film duel (il duello in italiano)

La produzione di Duel

Le premesse di DUEL erano tutte a sfavore della pellicola: doveva essere un film per televisione da trasmettere sulla rete americana ABC, con un budget ridotto (450.000 dollari), quindi poco tempo per realizzarlo e conseguentemente poche persone da poter impiegare, attore (al singolare, Dennis Weaver) e comparse comprese.
Il risultato, un disastro annunciato? No, l’ostacolo è stato trasformato in un’opportunità. Il film, girato in appena 13 giorni in esterni (non in studi interni) e montato in appena 10 per la messa in onda, ha soddisfatto tutti i 75 minuti richiesti, rivelandosi un Bignami della settima arte.

La scenografia

I fondali di cartapesta o qualsiasi altra cosa di somigliante, ben noti nella produzione sia televisiva che cinematografica, lasciano posto alla brulla entroterra della California sud-orientale, con scorci degni di un mancato, o forse adesso esiste, Western dei nostri tempi.

Campi lunghi (intervallati da primissimi piani), che vivono grazie ai polveroni alzati dai duellanti, da una tavolozza di colori calda e un atmosfera arida e ostile, diventano teatro di uno scontro itinerante e incalzante, capace di creare tensione e catturare lo spettatore.

Un suggestivo stile fotografico e di ripresa, coadiuvato da molteplici dettagli, strizza l’occhio non solo agli iconici western ma anche a produzioni Hitchcockiane, quest’ultime utilizzate da chi ne ha studiato davvero bene le tecniche che ora le padroneggia, rendendo omaggio a Sir Alfred con cognizione di causa. Non manca l’innovazione, come nella realizzazione di una spettacolare scena al rallentatore, in cui è stato necessario adoperare ben 5 cineprese – qualcosa di raramente visto per prodotti destinati al piccolo schermo.

locandina originale del film duel

Audio

Le poche frasi, per lo più di monologo interiore del protagonista, sono più che sufficienti, perché sono gli effetti sonori a parlare, che accompagnano, intimoriscono e spaventano il viaggio dello spettatore, con agghiaccianti sapienti tocchi di classe, probabilmente dettati dall’ottima sceneggiatura.

Il compositore Billy Godesberg, che in diverse occasioni ha viaggiato nell’autocisterna antagonista, inizialmente è rimasto terrorizzato dall’esperienza, ma è riuscito a comporre quel necessario da poter essere legato agli effetti sonori e ai dialoghi.
Il regista ha affermato che le immagini e il suono dovevano essere in grado di parlare al posto degli attori, vista l’esigua durata del film. Per la serie: di necessità si fa virtù.

L’antagonista di Duel, il Peterbilt 281

Il Peterbilt 281 è la rappresentazione su strada di una minaccia meccanica incredibilmente antropomorfa, che sullo schermo prende vita grazie ai suoi sbuffi, la sua terrificante “fissa espressione facciale”, la sua bruttezza che gradualmente aumenta durante l’arco di tutto l’inseguimento diventando più sporca, le sue sgraziate proporzioni e in alcune emozionanti, bensì inquietanti riprese di organi meccanici in movimento che ne creano una creatura viva e spaventosa, la quale almeno in un occasione farà credere allo spettatore di essere un’entità dotata di propria volontà.

fotogramma del film duel in cui si vede il camion peterbuilt

La conclusione de Il Duello

Si risolve nel superamento di una grande sfida, non solo a livello narrativo, ma anche in termini di crescita, dove l’iniziale intimorito David (un uomo qualunque in un auto qualunque) riesce a trovare il coraggio per vincere la sua paura e combattere questo Golia meccanico. Del resto, altre chiavi di lettura ci portano metaforicamente a comparare la sfida nel film a quella del suo autore, un giovanissimo Steven poco più che ventenne, che esce vincitore da una gara contro il tempo e le risorse, dimostrando che con il talento è possibile creare opere indimenticabili anche con mezzi limitati, restituendo al mondo uno dei migliori film per televisione mai realizzati e con ogni probabilità, considerando il contesto di basso investimento, uno dei migliori film in assoluto che ancora oggi, è oggetto di studio da neofiti e addetti ai lavori.

Duel (Il Duello), è un piccolo Davide (un film televisivo) che batte tanti Golia (colossali produzioni cinematografiche). A posteriori, il padre di quest’opera, lo rivedrà un paio di volte l’anno per ricordare quanto paradossalmente sia stimolato l’estro artistico, quando si realizza con così poco.

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Pietro Luca

Dotato (bel modo di esordire) di una bizzarra capacità: quella di "viaggiare nel tempo". Ebbene, mentre guarda Viaggio nella Luna di Georges Méliès del 1902, riesce contro ogni previsione ad emozionarsi come se non avesse mai visto un film più nuovo. Invita chiunque a contestualizzare il periodo di un qualsiasi manufatto umano, che sia un film, un videogioco, una motocicletta, un’automobile, un qualsiasi dispositivo o forma d'arte, per il rispetto del dato periodo e le relative capacità creative dettate dagli strumenti dell'epoca, quindi riscoprendo perle nascoste che solo con questo approccio possono essere godute al massimo, vita compresa nelle sue infinite sfumature.
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