Benvenuti a questa rubrica dedicata alle migliori saghe videoludiche della storia. Ma come si possono valutare alcune saghe rispetto ad altre? Certo, l’impatto è una delle cose fondamentali: se dopo 10 anni ancora si parla di “quel gioco”, sicuramente è rimasto impresso nella storia.
Dunque cosa abbiamo fatto? Siamo andati su Metacritic, abbiamo preso i voti dati a questa saga e abbiamo dunque voluto spiegare l’evoluzione del gioco nel corso degli anni, del perché siano stati assegnati questi voti e, soprattutto, perché è da inserirsi nelle “migliori saghe videoludiche”. Si avete capito bene: questa avventura che faremo assieme sarà sicuramente lunga e sarà interamente dedicata ai MUST HAVE delle saghe videoludiche.
Sicuramente la saga di Fallout è una di quelle saghe che più di ogni altra ha segnato giornate intere di miriadi di persone. Ogni volta che Bethesda annuncia un nuovo Fallout l’HYPE sale a mille per ogni singolo giocatore sulla faccia terrestre e si pregusta già la quantità di ore di gioco e la quantità di vita sociale persa dietro ad un titolo Open World che permette totalmente di crearti la storia come meglio credi.
Cosa pensano le riviste di tutto il mondo di questo gioco?
Partiamo dunque dal primissimo titolo della saga, pronti ad immergervi nel mondo post nucleare di Fallout?
Fallout (1997)
« La Guerra.. La Guerra non cambia mai. »
Voto 87
Siamo nell’anno del signore 2161, il Microchip che gestisce il depuratore dell’acqua del Vault 13 si è guastato, il nostro protagonista dovrà dunque uscire nella California post-nucleare. Sarà il primo da quando il vault è stato chiuso un secolo prima e dovrà farlo per cercare dei pezzi per riparare il microchip e salvare dunque la gente del Vault.
Benissimo, questo è l’incipit del primissimo Fallout della storia, erano già presenti i valori S.P.E.C.I.A.L che contraddistinguono la saga ed erano già presenti le armature atomiche in giro per la mappa. Oltre a tutto questo ritroverete i Predoni, i Bramini a 2 teste e molti altri nemici da sempre presenti nella saga di Fallout.
Iniziamo però dalle basi: La Grafica.
Il gioco è, in classico stile gioco di Ruolo, un WRPG con visuale isometrica come lo era Diablo o come lo era Ultima online. La grafica, per l’epoca, era buona ma niente lasciava gridare al miracolo anche se era veramente ben definita e abbastanza realistica nei suoi molteplici dettagli.
La cosa che balza subito all’occhio è il menu in basso dove si possono vedere le armi, la mappa, aprire il pip-boy e l’inventario oltre a poter leggere quello che accade sul lato sinistro del pip-boy.
Il gioco mantiene perennemente la visuale isometrica e offre dei primi piani quando si parla con le persone e offre moltissime opzioni di interazione che andranno poi ad influire sul resto dell’avventura.
A detta così sembra il classico gioco di ruolo che tanto andava in voga negli anni 90, ma cosa lo rendeva unico?
Andando a sfogliare delle recensioni dell’epoca ci si potrà accorgere delle innumerevoli innovazioni che questo gioco ha portato nella storia: la libertà di esplorazione, l’utilizzare un sistema totalmente nuovo (lo SPECIAL) per lo sviluppo del personaggio, la pulizia grafica e l’ambientazione.
La possibilità di creare infiniti personaggi differenti grazie allo SPECIAL ha dunque dato la possibilità a tutti i giocatori, anche i famosi HARD GAMER, di avere infinite storie basandosi su una singola trama principale che potrà essere comunque gestita liberamente, dato che il personaggio ha un’evoluzione libera ogni singolo nuovo avvio del gioco.
Il gameplay inoltre era molto semplice e intuitivo, il pip-boy registrava ogni singola missione e dava la possibilità di ricordarsi sempre dove andare e cosa fare. I combattimenti erano strutturati in maniera tattica e a turni, questo faceva sì che effettivamente, ogni scontro, non fosse mai del tutto identico al precedente. Questa varietà era una vera e propria chicca per l’epoca, tanto da rendere questo gioco quasi inimitabile sotto a questo piano. La difficoltà inoltre, caso abbastanza unico all’epoca, era completamente settabile. Questo dava dunque la possibilità di fare una partita molto tranquilla oppure vedere come si presentava il mondo post-apocalittico nella sua massima rabbia.
A distanza di 18 anni questo gioco rimane una pietra miliare, tutt’ora si può giocare e reperire facilmente e rappresenta uno dei punti più alti raggiunti negli anni 90′ nell’ambito dei videogiochi. Visto il grande successo, la Interplay decise di crearne immediatamente un seguito che uscì l’anno successivo.
Fallout 2 (1998)
« Benvenuto a campo Navarro, quindi tu sei la nuova recluta.
Sei venuto qui con quella vecchia uniforme da soldato, ma dov’è la tua Armatura Atomica? »
Voto 86
Un anno esatto tra due giochi, più o meno il tempo che di solito passa tra un FIFA e un altro o, di recente, tra un Assassin’s Creed e un altro.
Questo gioco si lancia nel mondo subito dopo il grandissimo successo ottenuto da Fallout e ovviamente, secondo Interplay, deve avvenire nell’immediato un cambiamento non radicale ma che mostri un percorso differente rispetto al primo capitolo.
Partiamo dalla base: il protagonista non è più un abitante di un VAULT, ma bensì un umano che abita nella zona contaminata della California ed è chiamato “Il Prescelto” (The Chosen One). Il gioco inizia nella città di Arroyo, fondata dal protagonista del primo titolo, ottanta anni dopo gli eventi di Fallout, quindi nel 2241.
Il villaggio di Arroyo sta affrontando un periodo di siccità e l’anziana del villaggio intravede nel prescelto colui che dovrà andare alla ricerca dei Vault per trovare il dispositivo GECK (Garden of Eden Creation Kit), ovvero un KIT che permetteva agli abitanti dei Vault, una volta usciti, di bonificare e ripristinare l’area esterna per riportarla in condizioni ottimali, simili a quelle antecedenti alla grande guerra.
La nostra avventura inizia dunque qui, nel deserto della California come nel primo capitolo e proseguirà per tutti i posti già visitati nel corso del capostipite della saga. Ovviamente sono passati altri ottanta anni e la terra ancora non è stata né bonificata né toccata in alcun modo dalle persone presenti all’interno del mondo. Questo ha fatto sì che il mondo sia molto simile a quello lasciato alla fine del precedente capitolo.
Ora andiamo però ad analizzare il gioco nei suoi punti salienti e, come sempre, partiamo dal compartimento grafico.
Interplay non ha modificato granché il motore grafico che ha fatto la fortuna del vecchio Fallout, anche perché in un anno, soprattutto a fine anni 90, era molto difficile creare un nuovo motore in meno di 6 mesi.
Dunque cosa ha fatto, in maniera intelligente, la casa di produzione?
Ha lasciato tutto com’era, puntando praticamente tutto sui contenuti di gioco e sul gameplay, portando sostanziali modifiche che rendono questo gioco diverso dal precedente capitolo in quasi ogni singolo fattore.
Prima di tutto, la maggior differenza la fanno i PNG che si possono reclutare nel corso dell’avventura: sono molto più personalizzabili e, soprattutto, possono essere equipaggiati in maniera migliore rispetto al capitolo precedente.
Questi personaggi interagiscono molto di più all’interno della storia permettendo di, ad esempio, aprire porte che altrimenti per noi sarebbero invalicabili e attivandosi durante alcune scene in cui il nostro personaggio altrimenti rischierebbe grosso per alcune lacune dovute al posizionamento dei punti nello SPECIAL. Inoltre il numero di personaggi reclutabili dipenderà dal valore KARMA che si ha al momento delle discussioni per reclutare un compagno.
Il karma è stato veramente ampliato rispetto al primo titolo e permette di avere scene uniche anche grazie alla reputazione che si può creare nel corso del gioco, questo permetterà di avere quest in varie zone anche fuori dai confini cittadini e che potranno essere diverse a seconda della Reputazione e del Karma attuale del personaggio.
La rosa degli oggetti è stata ampliata rispetto al predecessore così come i mostri che si possono incontrare, questo ha reso il gioco ancora più difficile in molti campi e ne ha notevolmente ampliato la longevità.
Dunque perché ha preso UN PUNTO in meno del primo predecessore?
Semplice: La Grafica.
Ebbene sì, già nel 1998 si guardava alla grafica come punto di riferimento di un gioco e non si andava a valutare per bene cosa si aveva veramente di fronte.
Purtroppo ora dobbiamo fermarci per 10 anni. La Interplay è scossa da problemi economici e tutti i progetti creati iniziano a chiudere, uno per uno, portando al collasso l’azienda che non riesce più a risalire la china, si quota in borsa ma inizia a perdere tonnellate di dollari fino al completo fallimento. Questo fallimento porterà la Bethesda ad acquistare tutta la linea dei giochi di Interplay, tra cui appunto la serie Fallout.
Quando oramai nessuno si aspettava nulla, dal nulla venne fuori un trailer di lancio: era il 2007 e si annunciava che nel decennale di Fallout 2 sarebbe uscito il nuovo capitolo della saga.
Fallout 3 (2008)
« È qui che sei nato, ed è qui che morirai…
perché nel Vault 101, nessuno può entrare…
e nessuno può andar via. »
Voto91
Ed eccoci dunque arrivati al Fallout più conosciuto in assoluto, quello che è arrivato su ogni tipo di console e pc, quello che è stato iper-pubblicizzato e brandizzato, quello che ha ridefinito il mondo di Fallout portandolo nel mondo del 3D puro.
Il gioco è arrivato con un hype memorabile. Si è parlato di questo gioco fin dal suo primo annuncio e le preview sono state molteplici, fino all’annuncio della assenza di una demo in quanto “il gioco era troppo grande per creare una demo”.
Il fatto che l’abbia prodotto la Bethesda, già creatrice all’epoca del capolavoro The Elder Scrolls 4: Oblivion, non ha fatto altro che portare l’annuncio a dei livelli mai pensati. Il commento medio era: “ma vi immaginate il mondo di Fallout riprodotto come in Oblivion? Sarebbe incredibile!!”
E infatti il giocò non tradì le aspettative.
Ma da dove partiamo questa volta?
La base del gioco è ambientata nel Vault 101, un Vault auto-gestito da oltre 2 secoli da una figura chiamata “soprintendente” che aveva il compito di gestire il Vault fino alla sua nuova apertura. Ad un certo punto, quando il nostro protagonista ha 19 anni, suo padre decide di fuggire dal Vault e tutti gli abitanti vanno nel panico in quanto, secondo il Soprintendente e i messaggi radio diffusi, la zona contaminata è ancora completamente arida e piena di Radiazioni: la fuga del medico del Vault crea dunque un dubbio in tutte le figure presenti all’interno di esso.
Voi decidete dunque di seguire vostro padre nel mondo esterno e inizierete la vostra avventura nelle zone vicino alla capitale Washington D.C.
La prima cosa che noterete sarà che il mondo è in realtà molto diverso da quello che vi era stato sempre detto e, anzi, è sopravvissuta della popolazione autoctona che resiste a questo mondo apocalittico.
Dunque ci siamo spostati sulla costa EST, vicini alla ex-capitale Americana e il mondo è simile a quello della costa Ovest, solo con molti meno deserti e aree molto diverse rispetto a quanto precedentemente raccontato. Sono passati circa 40 anni (siamo nel 2277) dal capitolo precedente e il mondo non si è ancora ripreso dalla catastrofe nucleare di due secoli prima. Washington è stata gravemente danneggiata e questo è il vostro mondo attuale. Sarete pronti a questa sfida?
Il gioco di certo ci aiuta tantissimo. Il passaggio dalla visuale isometrica al 3D puro, il motore GameByro utilizzato in Oblivion lavora alla grandissima anche in questo ambiente e la grafica è decisamente piacevole da vedere, i monumenti sono rispettati in quasi tutta la sua interezza e il comparto grafico si presenta completo di tantissimi dettagli importanti, dal riflesso luce di vetri, armature e armi fino alla strana sensazione di accecamento che si ha uscendo da un posto buio ed entrato in un luogo molto luminoso. Per l’epoca era sicuramente uno dei migliori motori grafici mai creati oltre che ad essere uno dei più performanti e scalabili in assoluto, questo rendeva Fallout 3 adatto ad ogni console del periodo oltre che girare anche su PC leggermente più datati.
La mappa era enorme, grande quanto quella di Oblivion ma con molti più sotterranei, il mondo risultava quasi infinito rispetto ai precedenti e il fattore prima persona rendeva questo ancora più gigante. Oltre a tutto questo, distruggere in mille pezzi i vostri avversari lo rendeva particolarmente horror ma divertente, difatti il gioco all’epoca era vietato sotto i 18 anni.
Il comparto audio era veramente mostruoso. Si potevano ascoltare canzoni anni 50, ascoltare i vari super mutanti che parlavano tra di loro o i predoni litigare anche per della semplice carne di scoiattolo. E il PIP-BOY aveva un utilizzo molto più particolareggiato rispetto ai precedenti titoli: frequenze radio, S.P.E.C.I.A.L, Inventario, Dati, Missioni e molto altro.
In questo episodio lo S.P.A.V. è un sistema totalmente nuovo che aiuta il puntamento del nemico sottolineando le morti più cruente con scene al rallentatore e fermando il gioco per aiutare il giocatore a prendere bene la mira. Questo permette di mirare in modo quasi preciso l’avversario con tutte le armi tranne che con gli oggetti contundenti o a mani nude.
La longevità era praticamente infinita in quanto, con la presenza di diverse fazioni a cui legarsi e una mappa enorme piena di quest, ogni volta si poteva giocare in maniera completamente diversa dalla precedente. L’aggiunta poi dei numerosi DLC rendeva questo gioco veramente INFINITO.
Ma allora perché non ha preso 98/99/100 di media?
Beh i difetti esistono sempre, in ogni gioco, e questa non è una novità. Purtroppo il motore fisico di Fallout 3 (ovvero l’HAVOK) è un motore che possiede un ragdoll pessimo. Ovvero i personaggi muoiono nelle posizioni più assurde, a volte dopo un colpo di pistola alla testa decollano e volano a km di distanza e voi, per raccogliere il Loot, dovrete inseguirlo. A volte, i colpi non arrivano neanche a segno pur sparando a 3 millimetri di distanza dall’avversario, e molto spesso i mostri vi colpiscono senza in realtà essersi nemmeno avvicinati a voi. Inoltre non era prevista la mira con l’arma ma solo uno zoom sul nemico, il che era molto negativo se si considera che quasi tutto il gioco viene fatto in prima persona.
Un altro difetto è dato da alcune quest che, poi corrette con patch, non vi consentivano di andare avanti oppure le avevate completate in anticipo rispetto a quando trovate la quest in maniera effettiva (esempio: avevate ucciso un Boss prima di prendere la missione) e non potevate dunque chiudere quella Quest che rimaneva lì, bloccata in eterno.
Questo in effetti, per un gioco incentrato sulle quest e sulla trama, lo rendeva un po’ problematico da finire, ma ciò non impedì a questo gioco di diventare un enorme successo commerciale.
Ma alla Bethesda non erano contenti, non gli bastava aver dominato tutto il 2008 e buona parte del 2009 con il suo titolo e decise di riprendere in mano un manipolo di ex-programmatori della Interplay chiamati ora Obisidian Entertainment per finire la saga del continente californiano. Fu così che nel 2009 annunciò il nuovo gioco della saga e l’HYPE crebbe in maniera assurda fin dal primo giorno. Quel gioco avrebbe chiuso un ciclo iniziato 15 anni prima.
Fallout New Vegas (2010)
« Godetevi il vostro soggiorno! Potrebbe essere l’ultimo…. »
Voto 84
Torniamo nel torrido deserto Californiano per questa avventura ambientata 4 anni dopo Fallout 3. Partiamo da una considerazione iniziale: non è Fallout 4 e nemmeno Fallout 3.
Chi è convinto che questo dovesse essere il 4 o che doveva assomigliare per forza al 3 ha già sbagliato interamente il ragionamento fatto da Bethesda e non solo.
New Vegas si rifà moltissimo ai primi due titoli della Interplay, si rifà così tanto che il team di sviluppo base è in buona parte quello che sviluppò, sotto nome Black Isle Studios, i primi due capitoli della storia.
Dunque, il gioco è ambientato quattro anni dopo gli eventi citati in Fallout 3 ma sulla costa Ovest, di nuovo come ai vecchi tempi, e questa volta noi siamo persone che già frequentano abitualmente la zona contaminata: siamo dei corrieri che portano oggetti da una parte all’altra della zona contaminata della nuova California.
Purtroppo la nostra avventura inizia malissimo: veniamo uccisi e sotterrati da un uomo con la giacca a quadri e alcuni suoi scagnozzi. Saremo salvati da un Robot Securitron di nome Victor che ci porterà dal medico della vicina cittadina, un ex cittadino del Vault 21, che ci donerà il suo Pip-Boy in quanto afferma che “senza non si potrà sopravvivere alla zona contaminata”.
Anche questo capitolo si presenta diverso dai precedenti sotto il piano della storyline base ma contiene tantissimi riferimenti ai primi due Fallout, molto ben visibili, durante tutta la trama.
La grafica è la medesima di Fallout 3, ovviamente molto più chiara vista l’ambientazione, e presenta anche i medesimi difetti della fisica che hanno contraddistinto il passato gioco.
Qua le innovazioni si trovano principalmente a livello gioco puro: il karma si prende e si perde più velocemente, le fazioni sono molto più importanti al fine del gioco ed è stata introdotta la modalità DURO, un nuovo livello di difficoltà che renderà il gioco veramente difficile da portare a termine. Inoltre sono stati aggiunti dei mostri con determinate resistenze alle armi, questo vuol dire che magari alcune armi sono totalmente inutili contro alcuni mostri ma sono altamente efficaci contro altri tipo di mostri. Per aiutarci ancora di più, questa volta lo S.P.A.V dona la possibilità di utilizzare attacchi speciali con armi contundenti e da mischia, come ad esempio “FORE!” con la mazza da golf, aiutando chi vuole procedere tipo carro armato per le distese della Nuova California.
Inoltre il gioco offre, per la prima volta, la possibilità di puntare il mirino dell’arma, togliendo così lo Zoom introdotto da Fallout 3 e facendo sì che i combattimenti possano essere effettuati anche da lontano in maniera più silenziosa e precisa.
Ma se il gioco è praticamente identico al 3 e, su molte cose lo migliora, perché ha preso un voto inferiore?
Partiamo dalla base: non ha innovato niente.
Medesima Grafica, medesimi mostri, medesima creazione del personaggio, medesimo sistema di crescita e medesimo sistema di sviluppo.
Dunque non c’è stato un enorme cambiamento rispetto al 3, inoltre i compagni gestiti dall’ IA sono veramente un problema: spesso lenti, impacciati e molte volte invece di aiutare rischiano di farti uccidere andando alla carica contro nemici a cui avresti voluto fare una sorpresa arrivando di soppiatto.
Il gioco inoltre, fino all’arrivo dell’ultimo DLC, era molto instabile e i suoi salvataggi spesso andavano persi, buttando così via moltissime ore di gioco e la grafica presentava i medesimi errori e bug di Fallout 3, questo faceva sì che il gioco passasse per vecchio appena uscito.
Rimane comunque migliore di tantissimi altri giochi usciti dopo, il voto medio può sembrare basso se paragonato alla media della serie, ma se lo paragonate a tantissimi altri giochi vi renderete conto che siamo ad una media più vicina al 90 che al 80.
E poi che succede? Di colpo, un giorno di fine primavera 2015, arriva la bomba da parte di Bethesda: Fallout 4 è in arrivo.
Il 23 ottobre 2015 Bethesda annunciò “le bombe sono cadute”, ovvero: Fallout 4 è pronto e sta arrivando.
Curiosità: il 23 ottobre 2077 è il giorno in cui “caddero le bombe” sull’America secondo la trama di Fallout, carino no?
Fallout 4 (2015)
Voto84
Pensate questo: vi svegliate una mattina, il 23 ottobre 2077, fate colazione e parlate con vostra moglie e il vostro Robot di casa. Vostro figlio è di là, tranquillo nella sua culla, che aspetta giusto l’ora di andare a fare una passeggiatina con il papà quando suona il campanello. Andate a rispondere e vi trovate davanti ad un impiegato della Vault-Tec che vi informa che hanno appena costruito un Vault vicino a voi, siete interessati ad entrare lì dentro visto come si sta evolvendo la guerra là fuori?
Ovviamente, per la sicurezza della famiglia si. Questo ed Altro.
Chiudete la porta, tornate da vostro figlio quando il vostro Robot vi chiama per farvi vedere cosa sta succedendo nel mondo. Stanno cadendo le bombe su tutto il continente americano. Dopo pochi secondi da questo tragico annuncio una bomba esplode a pochissima distanza dalla vostra città, prendete vostra moglie e vostro figlio per correre al Vault 111, quello per cui avevate firmato pochi secondi prima. Riuscite ad entrare un attimo prima che la nube tossica colpisca la cittadina e siete catapultati in un mondo sotterraneo iper-tecnologico. Il vostro mondo ora, fino a quando la situazione non sarà sistemata, sarà quello.
Vi portano dunque ad una struttura fatta di celle frigorifere adattate a dispositivi criogenici, venite inseriti in una cellula di sopravvivenza diversa da vostra moglie e vi addormentate. Venite risvegliati da due persone che stanno cercando di aprire la cellula di vostra moglie e, per sbaglio, staccano più spine del dovuto facendo sì che voi assistiate alla scena: vostra moglie viene uccisa e il bambino rapito. Le due persone poi attivano di nuovo l’energia e voi tornate a dormire fino a quando un guasto al sistema non vi risveglia. La rabbia è enorme in voi, il vostro obbiettivo è chiaro: trovare quello stronzo che ha ucciso la moglie e rapito il figlio.
Siamo dunque giunti all’anno 2287, esattamente 10 anni dopo gli eventi di Fallout 3 e 8 anni dopo quelli di Fallout New Vegas, siamo nella zona di Boston e tutto intorno a voi non è rimasto che macerie, la vostra casa non esiste più e potete pure considerarvi il primo viaggiatore del tempo, o l’uomo bi-centenario se preferite.
E qua però iniziano i primi problemi di Fallout 4: la grafica, purché molto curata, è VECCHIA. Il motore grafico utilizzato è il medesimo che nel 2011 serviva Skyrim con qualche miglioria in vari campi (riflessi di luce, profondità di campo e poco altro). Dunque i volti saranno come quelli di Skyrim, l’acqua anche, gli effetti delle armi anche e via dicendo. Il gioco nasce dunque, graficamente, molto vecchio rispetto agli standard che sono approdati in questo 2015 (ad esempio: The Witcher 3).
Il comparto audio è eccezionale, forse il migliore dei 3 nuovi titoli in quanto utilizza completamente il sistema surround e questo rende incredibile il modo di sentirsi all’interno del mondo che vi si presenta davanti.
La difficoltà di gioco è però calata sensibilmente anche in virtù di un cambiamento puro della trama di gioco: L’armatura atomica e le armi.
Per la prima, nei precedenti titoli era presente e veniva utilizzata come fosse un vestito. Si trovava di solito dopo metà gioco in quanto è veramente un’oggetto molto potente che dona abilità quasi semi-divine come lanciarsi dal 19 piano di un palazzo e atterrare senza farsi nulla. Bene, qui la si ottiene dopo 35 minuti di gioco scarsi. Se vi va male eh, alcuni ci hanno messo molto meno. Dunque il gioco parte già sbilanciato a vostro favore.
Ho letto in giro: “Eh sì, ma per farla funzionare hai bisogno dei nuclei di fusione!”. Peccato che questi nuclei si trovino con una facilità esorbitante almeno fino al massimo livello di difficoltà. Questo penalizza parecchio la difficoltà di gioco. Come se non bastasse, arriva il problema delle armi: in tutti i Fallout le armi hanno sempre avuto bisogno di essere riparate, aggiustate, tenute insieme con lo scotch per funzionare e, se andava bene, si potevano usare per un centinaio di colpi prima di fonderle con altre per ripararle.
Ora, in puro stile Call Of Duty, sono INFINITE. Avete munizioni? SPARATE. Le armi non risentiranno di niente se non della mancanza di munizioni.
Basterebbero questi due enormi difetti di difficoltà, unita alla grafica, per stroncare il gioco.
Ma per fortuna non è così.
Il gioco di per sé ha introdotto il FALL-CRAFT, ovvero la possibilità di creare cittadine, difese, torrette, invitare persone nella vostra città e creare il tutto a vostro piacimento come fosse un MineCraft con grafica HD. Questo rende il gioco quasi infinito, serve per aumentare il vostro sistema di punteggi e per migliorare il vostro rendimento con le varie fazioni. Oltre a questo hanno dato la possibilità di personalizzare le armi a 360° migliorando il sistema che era stato introdotto in New Vegas e facendo sì che possiate sistemarvi l’arma come meglio credete.
La trama base è buona e si sviluppa molto lentamente, facendo sì che possiate godervi appieno l’ex stato del Massachusetts in quasi tutta la sua interezza. Degno di nota anche il nuovo S.P.A.V che, al contrario dei precedenti dove il sistema BLOCCAVA interamente il gioco, questa volta rallenta solo il tempo rendendo così più difficile la mira.
L’IA dei compagni è migliorata, potrete comandarli in maniera migliore e vi faranno da supporto vero durante le missioni.
Quindi abbiamo appena notato delle cose ottime legate a cose pessime, ovviamente come ogni Fallout di nuova generazione il gioco presenta tantissimi BUG a livello fisica ma, rispetto al 3 o al New Vegas, sono decisamente calati in quantità ma non in quanto a portata del bug.
Ad esempio: si può morire chiusi da una porta, alcuni scarafaggi non possono essere colpiti, il Fat Man uccide voi e lascia integro chi l’ha lanciato e molti altri piccoli bug grafici che, probabilmente, verranno fixati nel corso delle prossime patch.
Dunque diciamo che il voto si basa principalmente sulla mancata innovazione totale che tutti si aspettavano da quest’ultimo capitolo di Bethesda, ma rimane comunque un MUST HAVE del 2015 assolutamente.
Voto Medio 86,4
Abbiamo appena percorso 15 anni di storia di uno tra i migliori franchise mai realizzati, una di quelle serie che assolutamente va giocata tutta di un fiato dal primo all’ultimo capitolo per notare le evoluzioni delle storie, come esse si intersecano tra di loro e come ci sono citazioni e riferimenti ad ogni capitolo nei successivi.
E voi cosa ne pensate di Fallout?
È un franchise valido? Lo comprereste? Lo adorate? Lo Odiate?
Fatecelo sapere e lasciateci il vostro voto!!!
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