Film e Videogiochi: la storia di un triste connubio

Quest’anno uscirà il film di Warcraft. Si perché ad Hollywood, dopo la moda di portare sul grande schermo i personaggi dei comics americani, non sempre con risultati entusiasmanti sul piano della qualità (anche se le tasche dei producer continuano ad ingrossarsi), sembra stia diventando di moda deturpare videogiochi. E di certo, le software house non disdegnano fare obbrobri degni dei loro rispettivi colleghi della pellicola. Ma andiamo per gradi…

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Il film su Warcraft porta il fardello di una grossa responsabilità. I fan della serie sono milioni al mondo… Saranno i produttori in grado di farcela?

Dopo essere stato protagonista dell’arcade Donkey Kong, Mario Mario, idraulico Italo-americano meglio noto come Super Mario (per chi non lo sapesse non è Mario Balotelli, dannati tifosi… ), ottiene un ruolo tutto suo nel videogioco Mario Bros, per poi ottenere la ribalta dei riflettori internazionali grazie al sempre verde Super Mario Bros rilasciato in tutto il mondo tra il 1985 e il 1987 sul Famicon (NES o Nintendo Entertainment System per i non addetti ai lavori).  Negli anni seguenti vengono poi rilasciati da Nintendo, per la medesima piattaforma, altri due titoli in serie: Super Mario Bros 2 e Super Mario Bros 3. Quest’ultimo, un capolavoro del gameplay, viene rilasciato tra il 1990 e il 1991.
Ed ecco il disastro: il successo internazionale.honest-trailer-for-super-mario-bros-the-movie
Fu così che nel 1993, due scellerati registi, Rocky Morton e Annabel Jankel, girarono per la Buena Vista Picture (negli USA), il film di Super Mario Bros su una sceneggiatura di Parker Bennet, Terry Runte, Ed Solomon. Il film, nonostante la presenza del carismatico Bob Hoskins, è un presagio: da allora sarebbero nati i peggiori intrugli che abbiano caratterizzato l’arte e i media. Certo, a oggi, tutti hanno una percezione di quel film come capolavoro del trash. Super Mario Bros fu il primo film nella storia del cinema ad essere tratto da un videogioco.

film-draculaIl 1993 risulta essere un anno infausto anche dalla parte opposta: esce infatti Bram Stoker’s Dracula su diverse piattaforme; ogni edizione diversa dall’altra, ogni edizione più anonima dell’altra. Si, perché ovviamente si parla di quel glorioso film diretto da Francis Ford Coppola e uscito nel 1992 vincitore di 3 Academy Award… E dunque? Perché non facciamo un altro po’ di soldi dando in pasto al nascente media di successo un’altra bella bistecca “al sangue”. Ed ecco che l’infausta striscia continua.

Quanti saranno quelli che non hanno almeno una volta lanciato un Hadoken? E chi non ha mai provato l’ebbrezza di effettuare una Fatality? Si parla chiaramente di Street Fighter e Mortal Kombat. Le due serie si contesero il titolo di migliore picchia-duro all’inizio degli anni 90′ (momento in cui si giocava davvero, senza premere sempre lo stesso tasto). La prima vede la luce nel 1987 e ottiene il successo planetario grazie al secondo episodio Street fighter II: The World Warrior nel 1992.

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Un buon motivo per vedere il film di Street Fighter è Kylie Minogue. Si, avete capito bene. Kylie Minogue interpreta il ruolo di Cammy.

La seconda appare nel 1992 diventando all’epoca uno dei migliori giochi della categoria oltre che uno tra i più violenti e sanguinosi dell’epoca. E cosa hanno ben pensato i nostri cari produttori di Hollywood? Facciamoli diventare due belle macchinette spilla-soldi, tanto dei fan che ci importa. E vennero fuori dapprima Street Fighter – Sfida Finale dal regista  Steven E. de Souza (1994) e l’anno dopo Mortal Kombat di Paul W. S. Anderson (tenetelo ben presente questo assassino). Già ma a volte ai fan certe cose non vanno proprio giù. Infatti pur ottenendo ai botteghini un discreto successo, il sopracitato film sui combattenti di strada con Van Damme è una delle peggiori trasposizioni di sempre. E Mortal Kombat non poteva essere da meno del suo concorrente, seppur risultando leggermente più ispirato del “film” rivale. Beh, poco male, due anni dopo riuscirono a fare un seguito degno di stare accanto alla pellicola di de Souza, in un bell’inceneritore, sicuramente era una questione di invidia.

Passiamo a qualche anno avanti e gli esempi aumentano a bizzeffe, ma è con la grafica 3D che si realizzano le peggiori eresie. Prima di parlare di quelle che mi hanno colpito particolarmente voglio farvi una sorta di elenco.

Queste sono alcune delle trasposizioni che hanno avuto risultati spiacevoli, da film a Videogioco:

  • I videogiochi ispirati al Signore Degli Anelli tranne rare eccezioni;
  • I videogiochi ispirati agli episodi principali della serie di Star Wars e che non sono spin-off della serie;
  • I videogiochi sui film della trilogia di Spider Man e di altri supereroi (Batman escluso);
  • I videogiochi sulle Cronache di Narnia;
  • I Videogiochi su alcuni film di guerra;
  • I videogiochi su 007 (cui mi riservo di eccepire un titolo a breve);
  • I vari Indiana Jones;

E da videogiochi a film:

  • Tomb Raider;
  • Doom;
  • Wing Commander – Attacco alla Terra;
  • Max Payne;
  • Hitman;
  • In The Name Of The King (ispirato a Dungeon Siege);
  • Silent Hill.

Come detto ci sono delle rare eccezioni.
Una di queste è rappresentata da 007 Golden Eye, a detta di molti un assoluto capolavoro per quanto riguarda i tie-in. Non solo fu una rivoluzione nell’ambito del multiplayer in locale ma introdusse molte delle meccaniche alla base degli sparatutto moderni.

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Una schermata della modalità multiplayer del gioco 007: Goldeneye.

Altro videogioco su licenza che riscuote successo tra gli appassionati è di certo Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo II, anche se per quest’ultimo vale la considerazione che si tratta di un gioco i cui riferimenti cinematografici sono alquanto blandi.

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Jedi Knight 2: Jedi Outcast

Riguardo gli spin off è particolarmente interessante il fenomeno Star Wars: Jedi Knight e la serie Knights of the old Republic che ad oggi risulta ancora molto amata. Sul versante opposto si può citare Gekijôban Dôbutsu no Mori, film ispirato alla serie Animal Crossing che non ha comunque ottenuto molto successo al botteghino. È straordinario rilevare la difficoltà che si incontra nel cercare un esempio cinematografico decente. Per fare ciò bisogna arrivare a riferirsi a film in computer grafica come ad esempio Final Fantasy: Advent Children. In questo senso le trasposizione dalla pellicola al supporto ludico sembrano essere più fortunate (se di fortuna vogliamo parlare). Certo è tuttavia che nei prossimi anni verremo bombardati da sceneggiature derivate da videogiochi (perché a quanto pare gli sceneggiatori e i produttori non sanno più cosa inventarsi, o magari quale altro media andare a rovinare) e da discutibili titoli su licenza di scarsa qualità (perché si sa, i soldi facili piacciono a tutti).

Per concludere voglio parlarvi delle peggiori manifestazioni di questa prassi che sta divenendo consuetudine. Vi porterò due esempi. Il primo riguarda Avatar di James Cameron. Avatar è senza dubbio un buon film che deve il suo successo e i suoi problemi essenzialmente proprio all’hype che ha generato intorno a sé, anni e anni di lavorazione, regia eccelsa, una trama intrigante, effetti speciali fantastici (per approfondimenti vi rimando alla recensione).

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Non fatevi ingannare dalla “graficona”…

Il videogioco è terribile, nonostante Cameron avesse richiesto alla Ubisoft di rendere visitabile tutto il pianeta Pandora. Non solo. Il videogioco è stato recensito giorni prima che il film raggiungesse le sale, ora (dico io) queste decisioni scellerate di marketing si può sapere chi le fa? Una persona cerca di evitare spoiler in ogni modo e poi magari si trova davanti il finale del film leggendo la recensione di un videogioco? Sarà mica che sugli altri pianeti (compreso Pandora) quando dicono “cose dell’altro mondo” si riferiscano alla Terra?

Vi avevo suggerito di tenere presente il nome Paul W. S. Anderson. Chi è costui? Presto detto è il regista di Mortal Kombat; solamente? No. Oltre ad essersi divertito a non far lanciare fulmini a Christofer Lambert, questo regista ha anche diretto Alien vs Predator e avrebbe dovuto produrre il film di Castlevania. Tutto normale, ogni regista ha i suoi flop e anche lui forse ha avuto solo una defiance con Mortal Kombat, magari per Castlevania visto che è (solo) il produttore si potrebbe ben sperare. E invece no. Perché quest’empio e scellerato regista ha deturpato una delle serie di videogiochi più apprezzata della storia videoludica: Resident Evil (di cui è produttore e regista riguardo al primo episodio, solo produttore nei successivi).

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Lo so che può sembrare ripetitivo ma se proprio volete un motivo per cui guardare i film di Resident Evil… Beh, ecco a voi Milla Jovovich.

Ci vuole una mente genialmente malata per poter disintegrare il fascino del capolavoro nato in seno alla Capcom nel 1996. Si parla di titoli che hanno incollato allo schermo molti videogiocatori di diverse età, e molti sono anche morti dalla paura durante alcune sequenze dei videogiochi testa di serie della categoria survival horror. Invece l’omonimo film e poco più di un action, c’entra poco e nulla con la serie e snatura quasi tutti gli elementi che hanno contraddistinto Biohazard (titolo originale della serie) andando per giunta peggiorando di episodio in episodio. E, purtroppo, il gioco pare aver seguito la deriva dei film.

Allora si da un senso a questo lavoro. Per quanto a volte sia capitato di vedere dei bei tie-in da film a videogioco o di trovarsi davanti magari un bella pellicola liberamente tratta dal mondo videoludico, il responso resta uguale: i videogiochi devono rimanere videogiochi e i film devono rimanere film. I fan vogliono questo.

Di Stefano Luchetta

Foto: immagini Google

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