Il film “I predatori dell’arca perduta” spegne 40 candeline

Nel 2021 il film I predatori dell’arca perduta soffia quaranta candeline. E’ il momento di un rewatch e di una riflessione su questo film.

Vi ricordate la puntata di The big bang theory in cui Amy dimostra a Sheldon come il personaggio di Indiana Jones sia totalmente inutile per lo svolgimento della trama del film? Bene, non dimenticatevela (comunque è la 7×4).

Un vero pezzo di cultura pop

Non esiste film con nomi più iconici nei titoli, e chi afferma il contrario sa di mentire: Steven Spielberg alla regia, George Lucas che inventa soggettone e personaggio, John Williams che firma le musiche, e infine Harrison Ford al suo massimo splendore chiamato a incarnare l’archeologo che l’avrebbe reso definitivamente una star.

Così inizia il capitolo di Film pop anni Ottanta dedicato a I predatori dell’arca perduta. Matteo Marino e Simone Stefanini, autori di questa mitica “bibbia nerd”, lo definiscono una “tappa irrinunciabile della formazione”. Io l’ho raggiunta a 28 anni la tappa, ma devo dire che nel guardare per la prima volta la saga di Indy sono tornata un po’ bambina.

Harrison Ford interpreta un personaggio bifronte: in abiti borghesi è un professore di archeologia figo ma perfettamente integrato nel sistema universitario; “con frusta e tenuta alla Marlboro Country”, è un eroe che dà la caccia ai cattivi per eccellenza, i nazisti.

Henry “Indiana” Jones

Come fa notare Henry Jones ne L’ultima crociata, “Si chiamava il tuo cane, Indiana”. Un aneddoto che mette già il nostro eroe sulla strada che porta lo spettatore alla simpatia. Ma non è questo l’unico motivo. Il successo di questo personaggio non dovuto solo al fatto che “è l’uomo che non deve chiedere mai in tipico stile anni Ottanta”, ma perché è un eroe fallibile. Questa sua caratteristica “sfigata”, in mezzo alle altre caratteristiche positive, controbilancia il personaggio rendendolo iconico.

Ecco perché ci piace così tanto.

L’interpretazione “provvidenziale” di Stefano Ventura

Vi ricordate quando avete studiato Manzoni e la prof vi diceva “il vero protagonista dei Promessi sposi è il Seicento”? Analogamente, Stefano Ventura, dottore di ricerca in psicologia sociale, ha sostenuto che il vero protagonista de I predatori dell’arca perduta sarebbe, aprite le orecchie, Dio. Seguendo il filo di questa interpretazione, Indy ne incarnerebbe la volontà. Da qui a diventare un vero eroe biblico, il passo è breve.

Un’interpretazione che andrebbe tra l’altro a confermare quanto sostenuto nella già citata puntata della serie The big bang theory: Indy non ha un ruolo di per sé, ma è uno “strumento”.

E la musica?

Quanto alla colonna sonora non mi pronuncio. Vi basterà sapere che, appena avrete pensato al tipico motivetto di Indy, per tutto il resto della giornata vi rimarrà in testa. Scommetto che ci state pensando proprio adesso…tatarataaa.. tataraaaaa…

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Giulia Faggioli

Aligiu: 50% romanticismo, 50% baggianate. Ci sono poche cose da sapere su di me: amo il caffè, i gatti, i libri e gli anni Ottanta. Il mio cuore è verde come l’Irlanda, e nero come la canzone dei Punkreas. Per essere miei amici, rispettate queste semplici regole: la mattina non si parla prima di un’ora dal risveglio, e soprattutto, non fate mai spoiler!
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