Gennaio 2021, le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse sono ferme a 100 secondi.
Il Doomsday Clock è un’iniziativa ideata nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago che consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di un’ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta.
Cambiamenti climatici, pandemie, ordigni nucleari: l’Orologio dell’Apocalisse non è mai stato così vicino alla mezzanotte.
La nostra cultura è letteralmente invasa da ipotesi futuristiche più o meno fantasiose.
Oggi vi parliamo di disastri ambientali congetturati in alcuni libri e film e delle loro conseguenze.
Waterworld: scioglimento dei ghiacciai e innalzamento livello dell’acqua
Il controverso film di Kevin Reynolds, con protagonista Kevin Costner è diventato un cult degli anni novanta. All’epoca fu considerato un flop tremendo, con una spesa di 175 milioni di dollari per le riprese e un incasso al botteghino 88 milioni negli U.S.A, ma negli anni ha saputo farsi valere.
Nella pellicola si parla di un mondo ormai totalmente sommerso dalle acque per lo scioglimento dei ghiacciai che ha costretto i superstiti alla catastrofe ambientale a riadattare dopo secoli gli usi e costumi di una civiltà ormai inconsapevole del suo passato terrestre.
Lo scenario che presenta è molto verosimile… almeno per quello che riguarda lo scioglimento dei ghiacciai ed il riscaldamento globale. Questo sembra non poter essere scongiurato se non con enormi sacrifici e un cambio totale nella mentalità e comodità della civiltà come oggi la conosciamo.
In realtà però i ghiacciai costituiscono solo il 2% dell’acqua totale sul nostro pianeta. Con il discioglimento dei poli e di tutti i ghiacciai presenti sulle montagne terrestri, i mari si alzerebbero di 7 metri. Non sembra molto, ma tralasciando lo sconvolgimento climatico e l’estinzione di centinaia di specie sia animali che vegetali, il profilo delle terre emerse cambierebbe in maniera significativa. Molte città sparirebbero dalla faccia della terra e anche interi stati, come i Paesi Bassi, la Florida e molti altri.
Snowpiercer e Ghiaccio-nove: raffreddamento globale e nuova era glaciale
In Snowpiercer scritto e diretto da Bong Joon-Ho si parla sempre di distastro climatico. Sì, il mondo gelido oltre ogni limite sopportabile di Snowpiercer parte dal surriscaldamento globale. Infatti in questo scenario allucinante, il genere umano fa riscorso alla scienza e alla sperimentazione per raffreddare la nostra Terra ogni anno più calda. Ogni anno più invivibile. Un gruppo di sopravvissuti rimane in vita all’interno di un treno, lo “Snowpiercer”, che continua a spostarsi intorno alla Terra e si procura l’energia necessaria attraverso un apparente motore perpetuo.
Nel film non si approfondisce cosa è successo per rendere il mondo intero un deserto di ghiaccio con temperature che ucciderebbero ogni forma di vita nel giro di pochi minuti.
Un’ipotesi “possibile” ci viene raccontata nel celebre di Kurt Vonnegut Ghiaccio-Nove. Nel libro si parla di uno scienziato che per esigenze belliche costruisce una particella particolare che unendosi alle molecole dell’acqua crea una reazione a catena in grado di “cristallizzare” il mondo intero con conseguenze disastrose.
Certo è che questo scenario ha molto di fantascientifico e una nuova era glaciale ancora non è ipotizzata. Ancora meno plausibile un congelamento artificiale da parte dell’uomo che è fuori dalla portata delle nostre capacità tecnologiche. Per ora.
Interstellar: piaga e infertilità delle colture
Interstellar di Christopher Nolan è la famosa pellicola pluricandidata agli Oscar e vincitrice per i suoi effetti speciali dell’agognata statuetta.
Il film è famoso per mettere in pratica moltissime teorie verificate e non della fisica contemporanea, toccando vette di verosimiglianza incredibile nell’ambito scientifico ( da notare la ricostruzione grafica del buco nero Gargantua, effettuata a regola d’arte creando un modello scientificamente approvato).
I protagonisti si concentrano sull’esplorazione spaziale per trovare una nuova casa per l’essere umano. La Terra è infatti martoriata da una piaga che impossibile da debellare. Quello che viene chiamo “La Piaga” è un flagello naturale che rilascia azoto e si nutre di ossigeno.
Questa calamità sembra attaccare le coltivazioni. Vengono accantonate guerre e molte teorie scientifiche per concentrare la poca energia che rimane agli abitanti della Terra nella coltivazione e la produzione di cibo.
Naturalmente l’impoverimento del terreno e la scarsità di colture adeguate crea il famoso effetto “Dust Bowl”, ovvero enormi tempeste di polvere che già negli anni 30 colpirono gli Stati Uniti e il Canada.
Questo scenario prevede una “malattia” naturale che affligge le coltivazioni. Purtroppo i microorganismi e i batteri che tutti i giorni affrontiamo si evolvono velocemente. Imparano dai loro “errori” e si adattano. Non è improbabile che prima o poi l’evoluzione di batteri e microrganismi riesca a prevalere e rendere le nostre capacità obsolete, distruggendo il nostro sostentamento, o direttamente gli esseri umani.
L’utilizzo di pesticidi che porta allo sterminio di organismi utili alle colture come api e coccinelle, e lo sfruttamento intensivo delle coltivazioni, sono temi attualissimi e da non sottovalutare.
Questa era la prima parte dedicata ai “futuri che non vorremmo”. Nei prossimi articoli affronteremo altre tematiche attuali e non tramite i libri, i film e le serie tv più amate.
“La terza legge di Newton. L’unico modo che gli umani hanno trovato per andare avanti è lasciarsi qualcosa alle spalle.” [Interstellar]
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