Il futuro …
C’è chi dice che non esiste, c’è chi lo descrive come inevitabile, c’è chi lo prepara oggi e chi, a torto o a ragione, pensa che dipenda dal passato.
L’unica cosa certa è che, il futuro, davvero, non è proprio possibile prevederlo. Oppure no?
C’era una volta… Tutte le storie cominciano così, giusto?
C’era una volta, dicevo, un visionario che nel lontano 1968 ha provato a dare corpo, suono, colore, immagini al futuro che la sua mente immaginava.
Si chiamava Stanley Kubrick, regista e il suo tentativo di rappresentare quel futuro è uno dei più grandi film della storia del cinema, grande, oltre che controverso e psichedelico.
Il film si chiamava, nella sua declinazione in italiano “2001: odissea nello spazio”
Nella pellicola, come in ogni racconto di fantascienza, oltre alla storia ci sono i GADGET,
quella serie di oggetti comuni, probabilmente inutili ai fini della narrazione, che aiutano però, la storia a localizzarsi con precisione in “un tempo che non è il presente”.
Kubrick, per concretizzare la sua visione del futuro s è fatto aiutare da un altro sognatore: tale Hans Kurt Lange che di mestiere faceva l’ingegnere per la NASA e che, per questo, il futuro lo costruiva ogni giorno.
Stan e Hans non lasciarono nulla al caso e si rivolsero a un pool di aziende che si occupavano di tecnologia per ideare tutti quegli oggetti di uso comune e quotidiano che, nel 1968, le loro menti immaginavano fosse possibile realizzare e utilizzare abitualmente nel “lontano” 2001.
Come in ogni opera fantascientifica sorprende quanto si possa sbagliare nel prevedere il futuro o quanto, invece, si possa vedere “giusto e lontano”…
HAL 9000, il computer senziente dell’astronave, per esempio, fa la figura del dinosauro, nemmeno tanto evoluto, a dire il vero, se paragonato con il microchip del mio smartphone e vedere le dimensioni del suo “cervello” fa davvero sorridere e lascia intendere che la miniaturizzazione, in quel lontano 1968, era davvero “fantascienza nella fantascienza”.
Se non si prende in considerazione questo “gigantesco” abbaglio l’opera di Lange per “2001: Odissea nello spazio” ci regala alcune “visioni” del nostro presente che lasciano interdetti per la loro precisione e verosimiglianza:
il cibo liquido, per dirne una, largamente impiegato dagli astronauti “veri”.
Poi ,apparecchi per effettuare video chiamate, precursori di Skype, anche se l’orribile
“cornetta” analogica utilizzata per la trasmissione e la ricezione della voce tradisce, ancora una volta, la difficoltà di pensare “in miniatura” (oltre quella di abbandonare oggetti comuni che funzionano benissimo…).
Ancora, i navigatori dello spazio del film indossano anche orologi che sembrano degli Apple Watch (chi ha copiato chi?) .
Infine, gli stessi astronauti utilizzano dei veri e propri TABLET, i Newspad, che furono disegnati in collaborazione con IBM e che sembrano usciti da un giorno qualsiasi del presente.
Insomma, ce n’è di che per farsi un mucchio di domande e per pensare a scrivere un nuovo romanzo di fantascienza che parli della forza delle intuizioni o, più probabilmente, di viaggiatori temporali e dello sguardo che sono riusciti a gettare sul futuro.
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