La matematica, si sa, non è un’opinione. Partiamo quindi da un dato di fatto: nella settimana dal 16 al 22 settembre, successiva all’uscita del suo libro, “ Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza”, Giulia De Lellis è risultata essere l’autrice più venduta, con oltre 45000 copie.
Primo su Amazon, primo nella top ten di Ibs, e primo anche nella classifica delle librerie italiane, secondo una piattaforma che raccoglie i dati delle vendite di un circuito di 1800 librerie in tutta Italia.
Dietro di lei, nomi illustri come Francesco Guccini e Stephen King.
Chi è Giulia De Lellis
Ma chi è Giulia De Lellis, che con un libro dal titolo che sembra una battuta di cattivo gusto, supera in classifica nientemeno che il “Re” (il buon Stephen King, che a detta di molti è re di nome e di fatto per la straordinarietà del suo lavoro)?
Giulia De Lellis ha un curriculum di tutto rispetto: ex partecipante del Grande Fratello Vip, corteggiatrice di Uomini e Donne, oggi influencer, con qualcosa come 4 milioni di follower.
E il suo lavoro, influenzare, le riesce molto bene; non solo ha scritto un libro con una casa editrice, Mondadori Electa, che è il sogno proibito di innumerevoli aspiranti scrittori, ma ha raggiunto questo traguardo pur avendo dimostrato in diverse occasioni che la sua preparazione culturale non era pensiero da toglierle il sonno.
E quindi come ha fatto, la nostra Giulia, a scrivere un best seller? Semplice. Non lo ha scritto lei.
Il Ghost Writing
A uno sguardo attento non sfuggirà che sulla copertina del libro compare anche un altro nome, quello di Stella Pulpo. Chi è costei?
Stella Pulpo è una blogger conosciuta per il suo blog “Memorie di una vagina”, uno spazio in cui si parla di amore, amicizia, relazioni, ma anche consapevolezza, femminismo e body shaming. Una scrittrice impegnata, insomma, che ha già due romanzi editi all’attivo.
Stella Pulpo, quindi, ha fatto per Giulia De Lellis da ghost writer.
Si tratta di una figura che si occupa di scrivere materialmente un romanzo “al posto” di colui o colei che poi apparirà come autore o autrice finale.
In questo caso, complice sicuramente il fatto che la Pulpo è già affermata, il suo nome compare sulla copertina del libro. Non è infrequente, tuttavia, che il ghost writer resti nel più totale anonimato.
D’altra parte, non è certissimo che le ragazzine in fila alla presentazione del libro, ree confesse di non aver mai preso in mano un libro prima, possano rendersi conto di cosa significhi quel secondo nome sulla copertina, né che le possa interessare più di tanto.
Il fenomeno del ghost writing indica come, troppo spesso, il mondo dell’editoria sia vittima delle leggi del mercato, che premiano il nome altisonante scritto sulla copertina piuttosto che la qualità di quello che è scritto dentro a un libro.
Lettura sì… Ma come?
E questa ultima constatazione ci porta a una domanda che appare capziosa, ma che dobbiamo porci.
La lettura è un valore di per sé? Purché sia un libro, va bene qualunque cosa?
Meglio leggere il libro delle memorie di Giulia De Lellis o un fumetto?
E ancora: immaginiamo di vedere due ragazze sedute su una panchina. Una sta leggendo un libro, l’altra ha in mano il cellulare. Sicuramente pensiamo che sia la ragazzina con il libro in mano a fare la cosa migliore. Poi ci avviciniamo e scopriamo che il libro è quello della De Lellis, mentre la sua amica, di fianco, legge un articolo del numero on line di Internazionale.
Restiamo dello stesso avviso?
I libri sono un grande dono e coloro a cui piace leggere sanno quale inestimabile fonte di compagnia, serenità, conforto e piacere possa essere la lettura. Ma la lettura può essere tutto questo solamente se la scrittura non perde mai di vista la sua vocazione non pedagogica (ci mancherebbe!) ma di cassa di risonanza di emozioni, pensieri, vita.
E la fatica di trovare la parola giusta tra le mille possibili, è una fatica che dovrebbe essere riconosciuta e premiata, sempre.
Anche se il prezzo da pagare è non mettere lo stacco di coscia allucinante della De Lellis in copertina.
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