Hermes aveva come padre Zeus e per madre Maia, la primogenita e più bella delle Pleiadi. Il dio era considerato la personificazione del vento, e del vento aveva la leggerezza, la velocità, l’umore scherzoso.
Appunto perché rapido come il vento, Zeus fece di Hermes il messaggero degli dèi.
Hermes per gli antichi greci
Ma non si trattava soltanto di un mero araldo, portatore di notizie: per gli antichi greci, Hermes incarnava lo spirito del passaggio e dell’attraversamento.
Essi ritenevano che il dio si manifestasse in qualsiasi tipo di scambio, trasferimento, violazione, superamento, mutamento, transito, tutti concetti che rimandano in qualche modo a un passaggio da un luogo, o da uno stato, all’altro. Veniva messo in relazione con i cambiamenti della sorte dell’uomo nonché ovviamente con il passaggio dalla vita alla morte.
Poiché la parola veicola informazioni da una persona ad un’altra, Hermes era anche il dio della parola e quindi della letteratura.
Tutte queste sue caratteristiche lo rendono identificabile con un dio egiziano, Thot, lo scriba di Osiride, tanto che in epoca romana avvenne un vero e proprio processo di assimilazione e fusione tra le due divinità nella figura chiamata a Roma, Ermete.
Essendo costume degli egizi usare l’aggettivo ‘grande’ davanti al nome delle divinità, Ermete/Thot era quindi appunto indicato come il grandissimo per tre volte (Τρισμέγιστος in greco, ovvero trismegisto): da qui Ermete Trismegisto.
Ermete Trismegisto
Delle volte considerato come una vera divinità, altre volte considerato come un uomo di levatura leggendaria, in epoca bizantina (ovvero successivamente al periodo romano in cui il mito di Ermete era stato coltivato) furono attribuiti a questa figura enigmatica ma immensamente saggia un insieme di scritti iniziatici e filosofici denominati, nel loro complesso, Corpus Hermeticum.
Nel suo complesso, la ‘letteratura ermetica’ sono un insieme di papiri contenenti incantesimi e procedure di iniziazione: vi è descritta l’arte della telestiké, cioè di richiamare o imprigionare gli angeli o i demoni all’interno di statue; sono descritti i metodi per far parlare e profetizzare tali figure; in altri papiri vi sono formule per costruire artefatti ed animarli.
La cultura sapienziale costruita attorno al Corpus Hermeticum, denominata ‘ermetismo’, ebbe una notevole influenza sulla cultura medioevale e rinascimentale.
Le opere attribuite a Ermete Trismegisto ebbero infatti grande credito tra gli alchimisti. Anche i potenti rinascimentali non ignorarono l’importanza di quegli scritti, tanto che presso i Medici, a Firenze, Marsilio Ficino fu incaricato di tradurre dal greco al latino e in seguito all’italiano dell’epoca tali scritti.
Tutte queste vicissitudini nei secoli hanno consacrato Ermete Trismegisto come uno dei padri della magia e dell’esoterismo, dando un senso più ampio e profondo all’idea, forse troppo superficiale e moderna che vede Hermes come un semplice messaggero divino.
Dunque alla domanda se Hermes o Ermete Trismegisto sia davvero esistito, non possiamo e si può dare una risposta precisa. Tuttavia, i documenti storici lasciano pensare che possa essere stato entrambe le cose, una figura mitologica e una umana.
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