5 Giugno 1981 è la data del giorno i cui, per la prima volta, una delle epidemie globali più terrificanti della storia umana ha assunto il nome “AIDS”. Dalla sua scoperta, l’HIV, il virus che causa l’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita), ha mietuto quasi 40 milioni di vittime in tutto il mondo. Dopo decenni di studi della malattia, pur non essendoci una cura definitiva, oggi esistono farmaci che permettono di combattere l’infezione, riducendo anche il rischio di esporre gli altri al contagio. In questo modo però, l’individuo infettato dal virus, nel migliore degli scenari, è costretto ad assumere farmaci antiretrovirali per tutta la vita. Nel peggiore, egli vive in un paese molto più povero del nostro, in cui è molto più difficile accedere a quelle terapie che gli salverebbero la vita.
Una nuova speranza nasce in Italia
Eppure, forse la medicina sta finalmente facendo qualche passo avanti nella ricerca di una cura. Proprio qui in Italia, è stato da poco sviluppato il primo vaccino pediatrico del mondo. Tale progetto di ricerca si chiama Epiical, ed è stato portato avanti dal dottor Paolo Palma dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con il Karolinska Institutet di Stoccolma. Inoltre, l’Istituto Nazionale della Sanità americano ha fornito al progetto un finanziamento che, nel 2019, consentirà la sperimentazione della nuova terapia su bambini di tre paesi: Italia, Sudafrica e Thailandia.
Tale sperimentazione verrà fatta solo su bambini che hanno già contratto il virus dell’HIV, dato che il vaccino è di tipo terapeutico e non profilattico. La vaccinazione terapeutica rappresenta una strategia di cura mirata ad “educare” il sistema immunitario di una bambino infettato dall’HIV per aiutarlo a reagire contro il virus. Il dottor Palma asserisce che la sfida consiste nel riuscire a tenere sotto controllo il virus, riducendo allo stesso tempo il ricorso a terapie antiretrovirali. Esse infatti, pur essendo efficaci, a lungo andare possono essere anche tossiche per l’organismo. Per un bambino che nasce con il virus già incorporato rappresenta un problema non da poco. Lo stesso dottor Palma afferma di essere fiducioso del fatto che da tale sperimentazione, nasceranno nuove terapie adatte anche alle esigenze di pazienti di altre fasce d’età.
Un po’ di numeri sull’HIV
Secondo UNAIDS, ogni anno ci sono circa 180.000 infezioni pediatriche da HIV, il numero complessivo è di circa 2.000.000. Nonostante possano sembrare numeri enormi, sono ben poca cosa se confrontati con quelli relativi alle infezioni causate da rapporti non protetti, le quali rappresentano l’85% circa di tutte le segnalazioni. Il virus è molto più diffuso nei maschi (78%) che nelle donne. Inoltre, l’incidenza più alta avviene nella fascia d’età 25-30 anni. Si stima che in Italia ci siano 130.000 persone sieropositive e che di queste, il 15% non sappia neanche di esserlo… Tale dato è decisamente inquietante ma, dato che nel nostro paese il sesso sembra essere ancora un tabù, non ne rimaniamo affatto sorpresi. Nella lotta all’HIV (e a tutte le altre malattie sessualmente trasmissibili) ciò che gioca un ruolo fondamentale è l’informazione. Per questa ragione, forse non sarebbe un’idea tanto atroce quella di inserire nei programmi scolastici nostrani, anche degli insegnamenti dedicati all’educazione sessuale.
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