I segreti del dottor Watson tra Sherlock ed Elementary

Dopo Sherlock Holmes, ecco tutti i segreti del dr. Watson; tra Londra, New York e le pagine stampate

Sherlock Holmes non sarebbe Sherlock Holmes senza la sua fidata spalla, il suo assistente nonché efficientissimo testimone di tutte le sue imprese; il dottor Watson.
Il personaggio di Conan Doyle è un medico militare, di stanza in Afghanistan; dopo essere stato ferito sul campo di battaglia, viene mandato in licenza e si ritrova catapultato a Londra. Il suo problema principale è di natura decisamente pragmatica: la pensione che gli viene versata dall’esercito britannico è piuttosto esigua e deve cercare un coinquilino per dividere le spese: il coinquilino sarà nientemeno che Sherlock Holmes.
Il dottor Watson non si limiterà a essere l’assistente, il collega, il compagno di Sherlock Holmes, ma assumerà il ruolo di biografo, registrando fedelmente tutte le imprese del geniale detective. Ed è grazie a questa sua vocazione letteraria che, secondo l’escamotage letterario di sir Doyle, noi veniamo a conoscenza delle gesta del “signor Holmes”.

Nella Londra del XXI secolo, le cose non sono poi così diverse; la serie della BBC ci propone un Watson molto fedele all’originale, calato nella realtà moderna.
Anche il nostro Watson, è un medico militare ritornato in patria dopo essere stato ferito in battaglia. Sconvolto dagli orrori della guerra, frequenta una psicologa, che gli consiglia di scrivere, per mettere i suoi pensieri sulla carta e rielaborarli. Inizialmente non riesce a scrivere una riga. Sarà proprio il suo geniale compagno a fargli superare il blocco dello scrittore: Watson inizierà a tenere un blog ( “La scienza della deduzione”) dedicato interamente alla narrazione delle imprese del signor Holmes.

watson

I due personaggi, insomma, sono molto simili. La vera differenza è nel loro atteggiamento verso la vita. Il dottor Watson di Sir Doyle. sostanzialmente, ne ha avuto abbastanza: non gli manca la vita da militare, l’azione. Ne ha avuto abbastanza degli orrori visti in guerra, degli interventi sul campo di battaglia, degli amici morti, di tutto. Vuole solo starsene in pace. Vuole cercare di costruirsi una vita pacifica, di fare il medico della vita, invece di quello della morte.

Il dottor Watson di oggi crede di essere esattamente così. Crede di averne avuto a sufficienza di traumi, di drammi. E, in effetti, per questo medico sensibile, generoso, profondamente umano, l’orrore che ha visto nella sua vita è più che sufficiente. Non è un tipo spensierato, John Watson. E’ un uomo profondamente segnato. Ma. C’è un ma. Dentro di lui c’è un richiamo continuo, incessante, che lo rende inquieto. E’ un richiamo verso il buio, verso il lato oscuro del mondo e delle persone. Per questo ama così tanto lavorare con Sherlock Holmes; non soltanto perché gli permette di affacciarsi alla bocca dell’inferno, illudendosi quasi di poterlo controllare.

martin freeman

Il vero motivo è… Sherlock Holmes, che con tutte le sue contraddizioni, con il suo fardello pesante di affetto non corrisposto, di vita non vissuta, lo affascina, lo attrae; è il lato oscuro dell’essere umano, il buio che tutti abbiamo dentro di noi, a chiamare incessantemente il dottor Watson, come una sirena.

Ci spostiamo a New York. Watson, come ce lo ripropone la CBS, è un ex chirurgo, così come quello di Doyle. Con una sola, netta e sconvolgente differenza: E’ UNA DONNA.

lucy liuJoan Watson, che non condivide certo le esperienze militari né le origini del suo alter ego maschile John, ci sorprende fin dalla prima puntata, quando, al suo arrivo, riscopriamo un tipo di convivenza diversa da quella a cui lo scrittore inglese ci ha abituati. La donna si presenta infatti, non invitata, a casa del nostro amato detective, con l’onore e l’onere di assisterlo durante il ritorno alla quotidianità successivo al suo ricovero, resosi necessario per guarire la sua forte dipendenza da eroina. Joan, dopo aver lasciato la professione medica, si è dedicata al nuovo impiego di assistente post-riabilitazione, che consiste nel convivere con il cliente allo scopo di aiutarlo a mantenersi lontano dall’oggetto della dipendenza e a individuare e prevenire i momenti che possono causare ricadute.

Al grande disagio psicofisico del Watson di A.C. Doyle si contrappone, in Elementary, un forte senso di colpa e il malessere legato a un episodio irrisolto nel recente passato della donna, mistero a cui viene data risposta nel corso della prima stagione. D’altra parte, saranno proprio queste vicende pregresse che diventeranno terreno fertile per un neonato rapporto di amicizia, che nasce in un periodo di fragilità dei due protagonisti: le avversità che saranno costretti a confidare all’altro è la base del sodalizio forte e intimo tra i due, che coinvolge entrambi in un modo che lo scrittore, invece, non lascia trasparire. Sarà forse proprio la sensibilità femminile di Watson a dare calore e tono all’amicizia?

sherlock clip

In poco tempo Joan diventa collega di Sherlock, instaurando un rapporto lavorativo anche dopo che Morland Holmes, padre dell’investigatore, la licenzierà dal compito di assistente post-riabilitazione. Nell’ambito dell’indagine Joan è propositiva, delicata, intraprendente e coraggiosa: non si fa problemi a compiere azioni illegali, quando necessario, e si impegna attivamente fin da subito nell’apprendimento intensivo fornitole dal nostro detective preferito.

In definitiva, nonostante l’azzardo compiuto dagli autori, il suo personaggio risulta riuscito e compiuto più di quanto, a primo impatto, un instancabile sostenitore della storia su carta potrebbe immaginare.

Concludendo questo secondo spaccato trasversale del confronto tra le versioni dell’investigatore più brillante di sempre vi poniamo una domanda: vi sentite più #teamSherlock o #teamElementary? Fate sentire la vostra voce nei commenti, su facebook o nel sondaggio su instagram.

Ariadnes e Martina Cappello

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