Quando si pensa ai videogiochi, raramente li si associa a benefici educativi, specialmente nel contesto di disturbi specifici come la dislessia. Tuttavia, un recente studio internazionale, guidato con maestria dalle Università di Padova e di Bergamo, ha portato alla luce risultati sorprendenti: i videogiochi d’azione possono effettivamente giocare un ruolo cruciale nel migliorare la capacità di lettura nei bambini a rischio dislessia.
I videogiochi che fanno bene: una nuova speranza per la dislessia
Lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “Npj Science of Learning” ha messo in evidenza come i videogiochi d’azione, in particolare Space Invaders Extreme 2, siano efficaci nel migliorare la comprensione dei fonemi nei bambini (a proposito sapete che Space Invaders ha anche una versione VR?). I fonemi, essenziali per la lettura, rappresentano una sfida significativa per chi soffre di dislessia. L’innovativo studio ha coinvolto 120 bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, identificando un sottogruppo con difficoltà nei prerequisiti della letto-scrittura, quindi a rischio di sviluppare dislessia.
La ricerca ha adottato un approccio pratico, assegnando ai bambini a rischio 20 sessioni di gioco della durata di 45 minuti ciascuna. I risultati sono stati notevoli: le difficoltà nella percezione dei fonemi sono state eliminate, dimostrando l’efficacia di questo metodo non convenzionale di intervento. Secondo la dottoressa Sara Bertoni, primo autore dello studio e membro del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli studi di Bergamo, l’intervento ha avuto un successo notevole, specificatamente nell’annullare i disturbi legati alla percezione dei fonemi.

Il professor Andrea Facoetti, coordinatore della ricerca e appartenente al Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, ha evidenziato come questi risultati siano rivoluzionari. Contrariamente alla convinzione diffusa che vede la dislessia come un deficit linguistico localizzato nell’emisfero sinistro del cervello, lo studio propone una nuova comprensione del disturbo, evidenziando il ruolo del controllo dell’attenzione, gestito dall’emisfero destro, nella percezione dei fonemi.
Gli altri autori dello studio hanno poi confermato che il miglioramento non si limita a una breve durata. Sei mesi dopo la fine del trattamento, i progressi erano ancora evidenti, dimostrando l’efficacia a lungo termine dell’uso dei videogiochi d’azione. Questi risultati sono stati significativamente superiori a quelli ottenuti con i metodi tradizionali di trattamento linguistico, sottolineando come l’esperienza divertente e coinvolgente fornita dai videogiochi possa migliorare l’attenzione e, di conseguenza, la velocità di elaborazione del linguaggio.